Il prezzo del gas in Europa sta per salire, ecco perché

Violetta Silvestri

1 Maggio 2024 - 13:00

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Il prezzo del gas spaventa ancora l’Europa e gli investitori scommettono su un aumento. Perché c’è ancora il rischio di un rally energetico?

Il prezzo del gas in Europa sta per salire, ecco perché

Prezzo del gas in Europa: perché gli investitori scommettono su un nuovo rally?

I trader hanno aumentato le scommesse sull’aumento dei prezzi del gas naturale in Europa. I timori sono di ulteriori interruzioni dell’offerta che possano innescare una volatilità ancora maggiore del mercato, mentre l’attenzione si sposta sulla costruzione di scorte per il prossimo inverno.

Il numero di posizioni lunghe nette nei futures del gas olandese di riferimento detenuti dai fondi di investimento è aumentato per la terza settimana consecutiva al livello più alto da ottobre, secondo i dati dell’Intercontinental Exchange Inc. pubblicati mercoledì 1° maggio.

La tendenza evidenzia che, mentre la domanda rimane contenuta e la regione è uscita dalla stagione di riscaldamento con le scorte più alte mai registrate, cresce la preoccupazione sul prossimo futuro. L’allerta sui prezzi del gas europei è alta, cosa può accadere?

Prezzo gas in Europa, è allarme. Ecco perché può aumentare

Martedì 30 aprile i futures sul gas naturale europeo sono aumentati di oltre il 3% superando i 29 €/MWh, e rimbalzando dal calo del 3,9% di lunedì. Le cause sono state la riduzione dell’offerta di gas naturale liquefatto e la diminuzione dei flussi di gas norvegese nel contesto delle manutenzioni.

Le continue interruzioni negli impianti critici di lavorazione del gas norvegese come Nyhamna e Karsto hanno ulteriormente limitato le esportazioni di gas dal Paese. Nonostante queste sfide, le previsioni meteorologiche prevedono condizioni moderatamente calde e secche in tutta Europa per i prossimi 10 giorni, che potrebbero limitare la domanda di gas naturale per il riscaldamento.

Inoltre, l’Europa mantiene attualmente una solida capacità di stoccaggio del gas, pari al 62%, e si prevede che la prevista ripresa delle esportazioni di Gnl dagli Stati Uniti contribuirà ad alleviare le pressioni sull’offerta nel breve termine.

Tuttavia, vi è incertezza sui restanti flussi russi attraverso l’Ucraina e sulla ripresa della domanda di gas in Asia. Anche un inverno più freddo del normale, che stimola i consumi interni e le interruzioni non pianificate, sta contribuendo alle prospettive persistentemente rialziste.

Il numero di contratti lunghi dei gestori finanziari – essenzialmente scommesse sull’aumento dei prezzi – è aumentato di circa il 3% nella settimana fino al 26 aprile, mentre i contratti brevi in ​​circolazione sono diminuiti. I futures sono scesi dai massimi di metà aprile, ma i prezzi sono ancora estremamente volatili, con le oscillazioni intraday che stanno diventando la norma.

Attenzione al fattore Russia

Il prezzo del gas in Europa potrebbe ancora subire oscillazioni al rialzo per colpa del legame con Mosca.

Nel 2019, Russia e Ucraina hanno firmato un accordo quinquennale di transito per la fornitura di gas naturale all’Europa. Entrambi i Paesi hanno continuato a onorare il contratto nonostante la Russia abbia dichiarato guerra all’Ucraina ormai da due anni. Ma quell’accordo sta per terminare e Kiev ha segnalato di non avere intenzione di rinnovare il patto quando scade il 31 dicembre, mentre il capo dell’energia dell’UE Kadri Simson ha indicato che l’esecutivo dell’Ue “non ha alcun interesse” a spingere per rilanciarlo.

Il gas ucraino ammonta al 5% del totale delle importazioni di gas dell’Ue e Aura Sabadus, analista senior della società di market intelligence ICIS, ha spiegato a Politico che Austria, Ungheria e Slovacchia saranno probabilmente le più colpite quando le importazioni verranno interrotte.

L’Ue ha avvertito i Paesi membri di prepararsi allo scenario peggiore nel caso in cui la perdita di gas russo fosse accompagnata da un inverno rigido. La situazione è ulteriormente aggravata dalla recente decisione di Berlino di tassare unilateralmente le esportazioni di gas, rendendo più difficile per quei Paesi europei scambiare le importazioni russe con forniture provenienti attraverso Germania, Italia o Turchia.

Finora il blocco è riuscito a eliminare circa due terzi delle importazioni di gas russo e ad aumentare le importazioni da Stati Uniti e Norvegia. Tuttavia, la Russia ha ancora fornito il 14,8% del gas dell’Ue nel 2023. Resta da vedere se l’Ue procederà o meno con le sanzioni considerando che i politici europei sono sotto pressione per tenere sotto controllo i prezzi dell’energia e garantire le forniture, con ricordi di prezzi record del gas dopo l’invasione dell’Ucraina da parte della Russia nel 2022 ancora vivi.

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# Russia

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