Ristorante, un tavolo può ordinare tutti piatti differenti?

Ilena D’Errico

17/04/2023

Un tavolo al ristorante può ordinare tutti piatti differenti? Ecco perché ci si pone il dubbio e cosa dicono a riguardo i professionisti del settore.

Ristorante, un tavolo può ordinare tutti piatti differenti?

Un tavolo che ordina piatti diversi al ristorante può far sorgere una clamorosa polemica? Ebbene sì, una questione in apparenza così semplice ha creato un dibattito non indifferente, dopo che uno chef barese si è lamentato pubblicamente di una comanda particolarmente impegnativa ricevuta nel giorno di Pasqua. Come avviene sempre in questi casi, le persone che hanno visto il post si sono divise in due schieramenti: chi dava ragione allo chef, chi difendeva i diritti della clientela.

Sull’argomento si sono espressi anche altri professionisti del settore che, intervistati dal Corriere, hanno cercato di far chiarezza, rispondendo alla questione sollevata dallo chef di Bari e provando a far capire la situazione anche al pubblico, spesso ignaro dei meccanismi interni alla ristorazione.

Ordinare piatti diversi al ristorante, diritto dei clienti o scortesia per il personale di cucina?

La disputa inizia qualche giorno fa, quando lo chef Daniele Caldarulo del ristorante “Le Terrazze di Santa Lucia” di Bari ha pubblicato sui social network l’ordinazione ricevuta da un tavolo in occasione del pranzo di Pasqua.

Il problema? Ognuno clienti dello stesso tavolo ha ordinato un piatto diverso, per un totale di 7 primi:

  • Spaghetti alla chitarra con le cozze (in 3 diversi sughi);
  • pasta alla carbonara di tonno;
  • paccheri alla pescatora;
  • cavatelli;
  • orecchiette al pomodoro.

Si presume che i piatti in questioni fossero contenuti nel menù del ristorante; quindi, non è subito comprensibile l’origine dell’irritazione dello chef Caldarulo. Ovviamente, lo chef non si è lamentato della scelta in sé, trattandosi di un professionista e di un servizio fornito dal ristorante. Il problema sarebbe più che altro riguardo alla gestione del lavoro in cucina, essendo necessarie molte preparazioni differenti.

Pur essendo normale che un ristorante riceva ordini diversi, quando si concentrano nello stesso tavolo lo chef è sottoposto a una pressione non indifferente, nel tentativo di far mangiare gli ospiti insieme senza far loro attendere troppo. A spiegarlo sono proprio i diversi commenti pubblicati sotto al post dello chef.

“Solo chi ha provato può capire” scrive qualcuno, riferendosi al fatto che il pubblico non si interroga sulla fatica dei ristoratori, difendendo i diritti di questi lavoratori. Qualcun altro ha però fatto notare che realisticamente parlando il cliente non è tenuto ad altro se non pagare e dunque può pretendere di ricevere il servizio che preferisce tra quelli offerti.

Insomma, i commenti si sono distinti per lo più in queste due fazioni, anche se non sono mancati pareri più mitigati. Sono anche arrivate delle contro-lamentele da parte dei consumatori, pare infatti che a diversi di loro sia stato impedito di ordinare ciò che preferivano per non mettere in difficoltà la cucina (comunque non nel ristorante di Bari).

Tra ristoratori e clienti sono quindi sorte opinioni molto diverse, anche se non necessariamente a favore della categoria d’appartenenza. Per il meccanismo che caratterizza la comunicazione dei social la questione è dunque diventata molto più ampia del fatto accaduto in sé, anche perché lo chef Caldarulo non ha espresso particolari commenti verso i clienti, quanto più un semplice sfogo per lo stress.

Un tavolo può ordinare tutti piatti differenti? La risposta dei professionisti

Affermare che lo chef e il resto del personale di ristorazione debbano adeguarsi passivamente ai voleri dei clienti perché paganti sembra un po’ eccessivo, sicuramente logico (nel rispetto del lavoro altrui) ma esprime profonde lacune di senso sociale. Al contrario, però, chiedere ai clienti di basare i propri ordini sull’organizzazione della cucina sembra quanto mai assurdo, minando del tutto l’essenza stessa del servizio di ristorazione.

Secondo gli chef intervistati da Il Corriere sembra comunque prevalere la soddisfazione dei clienti, deve essere il ristorante a organizzarsi per semplificare il lavoro del personale ed evitare situazioni complesse.

Massimiliano Masuelli, titolare e cuoco della trattoria milanese Masuelli, ha suggerito una strategia già portata all’attenzione da qualcuno dei commentatori; ossia, indirizzare le scelte dei clienti per quanto possibile e organizzare la scansione temporale delle portate per soddisfare le necessità di tutti. Anche Adriano Baldassarre – chef della trattoria romana “L’Avvolgibile” - e Alfonso Mattozzi – chef patron del ristorante “Europeo” di Napoli – hanno rimesso la questione all’organizzazione del ristorante e all’efficienza della struttura e del personale.

Insomma, i ristoratori sono concordi nel dire che ognuno può ordinare quello che preferisce e che se questo può causare un disservizio è compito dello chef e della brigata trovare delle soluzioni, ad esempio offrire un omaggio per stemperare l’attesa. Come in tanti già sostenevano, quindi, un tavolo può ordinare tutti piatti differenti, nel senso che lo chef non può imporre scelte diverse. Se poi i clienti desiderano collaborare per semplificare il servizio, si tratta di una scelta strettamente personale.

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