Azioni della difesa con un 10,2% potenziale di cedola
Lorenzo Raffo
15 marzo 2022
Il 2,55% trimestrale: è quanto paga un certificato su quattro leader dell’industria del settore con scadenza 2024. C’è anche Leonardo, oltre ad Airbus, il gigante Usa Lockheed Martin e la francese Safran. I consigli operativi per poterne trarre vantaggio al meglio.
Vietato chiamarle azioni della guerra. Meglio un termine meno aggressivo, ovvero azioni della difesa. Comunque sia, certamente le tensioni geopolitiche in corso hanno spinto al rialzo il comparto, per tre motivi: la criminale guerra in Ucraina, la decisione della Germania di attivare un piano di investimenti nel riarmo e in prospettiva la creazione di un esercito comune nell’Unione europea, che dovrebbe concretizzarsi dal 2023. Questo nel nostro Continente. Purtroppo però la voglia di armi sta coinvolgendo anche altre potenze, a cominciare dalla Cina. Occorre guardare quindi al settore specifico in Borsa con nuova attenzione. Come farlo? Non solo con le singole azioni - in molti casi care - ma anche con i certificati. In realtà non sono molti. Segnaliamo allora il Vontobel Memory Cash Collect Express (Isin DE000VX7J1V0) con sottostanti il gigante Usa Lockheed Martin e tre gruppi europei, Airbus, Leonardo e Safran.
Lo strumento, che quotava questa mattina a leggero sconto sui 98 euro (bid 96,8 e ask 98,8), ha scadenza 1/3/2024. È quindi sufficientemente corto per valutarne un posizionamento fino al rimborso.
Interessante il rendimento, con premi trimestrali del 2,55% (10,2% su base annua) caratterizzati dalla clausola cosiddetta “a memoria”.
Con una barriera al 65% dello strike - livello di prezzo del sottostante nel momento in cui il certificato viene emesso - a ogni data di valutazione periodica, se tutti e quattro i titoli quoteranno su un livello maggiore o uguale alla barriera, il certificato pagherà il premio di 2,55 euro; altrimenti si andrà alla successiva data di valutazione. C’è naturalmente la possibilità di rimborso anticipato con il cosiddetto effetto “step-down”. Inizialmente ciò avverrebbe a 100 per poi scendere al 95% da giugno 2023.
Come sempre è consigliabile per questo tipo di certificati un acquisto sotto 100 per non subire perdite in conto capitale in presenza appunto di un rimborso anticipato. Il certificato quotava poco sopra 90 una settimana fa ma è poi salito a seguito dell’inasprimento delle tensioni internazionali.
A scadenza (marzo 2024), accadrà quanto avviene per tutti gli strumenti di questo tipo: se il prezzo di riferimento finale dei quattro titoli sarà, alla data di valutazione finale, sopra il livello di barriera a scadenza (60% dello strike), si registrerà il rimborso al valore nominale (100 euro), con in più il premio finale ed eventuali premi non pagati. In caso contrario, se anche un solo titolo dovesse quotare sotto la barriera, il certificato restituirà un importo commisurato alla performance della peggiore tra le azioni sottostanti con conseguente perdita di parte del capitale investito.
Dei quattro titoli forse solo Safran è poco conosciuto: si tratta di una società francese leader nella difesa e nello spazio.
Importante valutare i livelli iniziali di quotazione, per capire quali rischi si corre di rimborso anticipato o di non versamento delle cedole. Per Airbus corrispondeva a 111,51 euro, per Leonardo a 8,07 euro, per Lockheed Martin a 434,18 Usd e per Safran a 110,86 euro. Questa mattina (dati di apertura) Airbus trattava a 105 euro, Leonardo a 9,238, Safran a 105,52 euro, mentre nel caso di Lockheed la chiusura venerdì è avvenuta a 439 dollari. Il quadro appare quindi favorevole, con il solo rischio di un rimborso anticipato.
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