Bond oggi: se la Fed deludesse un po’, i Treasuries lunghi scatterebbero subito
Lorenzo Raffo
27 maggio 2022
Più esposti in termini di duration e volatilità. Potrebbero rimbalzare se Powell frenasse sui rialzi dei tassi. Vari a confronto.
Il dibattito è aperto: il 14/15 giugno si terrà il prossimo meeting della Fed e il successivo sarà il 26/27 luglio. Quali decisioni verranno prese in tema di politica monetaria?
Gli operatori finanziari sono del tutto discordi tra loro, con tre posizioni che prevalgono:
- aumento a giugno di 25 pb e poi a luglio di altri 25 pb;
- rialzo a giugno di 50 pb e infine a luglio di altri 25 pb, se non addirittura 50 pb;
- scatto a giugno di 50 pb e poi interruzione a luglio.
Flessibilità cercasi
Abbastanza concorde, invece, l’opinione che la Fed punterà sulla massima adattabilità a contesti economici visti in evoluzione. Molta attenzione soprattutto all’andamento del Pil Usa, i cui dati in seconda lettura relativamente al primo trimestre dell’anno hanno registrato un peggioramento più marcato rispetto alle attese, con un -1,5% contro il -1,3% previsto e il -1,4% della prima rilevazione. Di qui le scelte che ne deriveranno.
Cosa seguire
In questo contesto, il mercato guarderà con grande attenzione alle reazioni dei Treasuries lunghi, anzi extralunghi. Che sono crollati e potrebbero:
- proseguire la discesa in presenza di un aumento di 50 pb a giugno e di dichiarazioni favorevoli per un ulteriore avanzamento a luglio;
- rimbalzare davanti a incertezze sulle evoluzioni future di politica monetaria.
Il perché di questa scelta è presto spiegato. Il T-Bond 2% Fb2050 (Isin US912810SL35 – taglio 1.000 Usd – quotazione di apertura alla Borsa di Milano oggi a 80,15 Usd) si distingue per una “duration” (sensibilità ai tassi) molto alta di 20,4 e una volatilità a 180 sedute del 18,8%.
Confrontiamoli con quelli di un decennale. Il T-Bond 1,875% Fb2032 (Isin US91282CDY49 – taglio 1.000 – quotazione oggi a 92,5 Usd) segnala invece questi valori: “duration” di 9,05 e volatilità a 180 sedute del 10,2%.
Più lunghi, meglio è
Differenze così rilevanti dimostrano come la scelta di titoli trentennali sia molto più adatta in questo contesto, pur in presenza dell’incertezza della direzione che le quotazioni prenderanno. È evidente comunque che la forza di reazione in presenza di un loro incremento si può stimare maggiore rispetto a quella al cospetto di un ribasso, poiché i prezzi scontano già buona parte del moto rialzista dei tassi da parte Fed.
Solo un intervento complessivo sui 150 pb in tre successivi meeting della Fed potrebbe determinare un’ulteriore forte spallata ribassista.
L’ultimo elemento: la liquidità
Quali Treasuries scegliere allora? L’ultimo fattore da valutare è evidente: la liquidità dei titoli su Borsa Italiana.
I migliori in merito sono questi:
- T-Bond 1,875% Nv2051 (Isin US912810TB44): quota sui 77 Usd con yield al 3,1% e spread sui 30-40 pb;
- T-Bond 2,375% Mg2051 (Isin US912810SX72): quota sugli 87 con yield 3,1% e spread sui 30-40 pb;
- T-Bond 1,25% Mg2050 (Isin US912810SN90): quota sui 65,5 Usd con yield 3,1% e spread sui 40-50 pb.
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