Bond oggi: super rendimenti in due valute ora forti. Che fare nel breve?
Lorenzo Raffo
6 aprile 2022
Real brasiliano e Peso messicano hanno galoppato su $ ed €. Intanto i relativi yield obbligazionari delle scadenze corte volano alle stelle.
Sono loro i protagonisti di inizio 2022. Real brasiliano e Peso messicano hanno corso molto rispetto a dollaro ed euro nelle ultime settimane. Iniziamo dalla valuta di Brasilia. Il suo rally dipende dall’aumento dei prezzi delle esportazioni di materie prime e da uno dei tassi di interesse (11,75%) maggiori al mondo, il che ha alimentato un “carry trade” oltremodo attraente per gli investitori.
È pur vero che l’inflazione al 10,5% costituisce un problema non trascurabile. La valuta si trova comunque – cambio ieri a 5,1 Eur/Brl - sui livelli di inizio 2020, quando la diffusione del Covid era alle prime battute. Poi crollò fino a minimi oltre 6,5 sempre nel rapporto Eur/Brl.
MXN, situazione simile
Il quadro appare analogo per il Peso messicano, che ha accelerato molto, complice un aumento del tasso di interesse avvenuto in realtà in una situazione politica più complessa. È cresciuto al 6,5%, contribuendo a far sì che la relativa valuta accentuasse un trend già favorevole in atto da mesi. Tornata sui 22 Eur/Mxn, è addirittura sopra i livelli del 2018 e di parte del 2019.
Ecco perché stravincono
Analizzando l’andamento delle divise mondiali rispetto al dollaro Usa si conferma il netto primato da inizio 2022 del Real brasiliano, rafforzatosi del 24%, contro il 10,6% del rand sudafricano e il 5,4% del Peso messicano. C’è chi mette tutto questo in relazione anche alla notevole distanza che i relativi Paesi hanno dai terreni di guerra ucraini e quindi da marginali possibilità di qualsiasi forma di coinvolgimenti seppur indiretti.
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Se stagflazione sarà così ci si potrà proteggere
Di fronte a inflazioni elevatissime sia in Brasile sia in Messico i rendimenti obbligazionari nel frattempo sono letteralmente volati alle stelle, a seguito dei rialzi dei tassi sull’uno e sull’altro fronte. Ed è di questo aspetto che occorre valutare gli effetti.
Le curve dei rendimenti sulle varie scadenze evidenziano un quadro di forte incertezza. Quella brasiliana passa dal 12,9% dei bond con vita residua dodici mesi all’11,7% del dieci anni. Evidente la convenienza a investire con “duration” minime. Quella messicana fotografa una situazione simile. Il governativo a 1 anno rende l’8,3% contro l’8,7% del decennale. Anche qui conviene andare corti. Il tutto è l’effetto appunto di netti rialzi dei tassi di interesse in contesti economici ancora fragili, il che ha spiazzato molti investitori, non sempre veloci nel riadeguarsi a un panorama cambiato in poco tempo.
Quali prospettive future?
La forza della valuta si confronta in entrambi i contesti con la debolezza delle quotazioni e quindi con il rialzo dei rendimenti. Se si è investiti su lunghe scadenze conviene in una fase simile spostarsi su vite residue brevi, sempre che le obbligazioni non siano state acquistate su prezzi elevati. Nel caso delle emissioni sovranazionali in real vediamo due situazioni. Il relativamente lungo Word Bank Ifc 6,5% 2026 (Isin XS1969787396) è sceso da massimi sui 112 di fine 2019 a minimi sugli 85 Brl (marzo 2022), per poi risalire sui 90.
Il rendimento in corso del 9,8% è leggermente più alto di quello dell’equivalente Ifc 8,25% 2023 (Isin XS1760804424). Dovendo partire da zero è evidente che la seconda opzione conviene, mentre per chi abbia posizioni aperte da tempo, magari con prezzi di carico elevati, le soluzioni sono due: continuare a incassare cedole oppure uscire se sommando la variabile quotazione più rafforzamento della valuta si registra una plusvalenza. Si tenga infatti conto che la corsa del real potrebbe essere giunta al termine. Nel caso delle emissioni sovranazionali in peso messicano il quadro è analogo. Il Bei 8% 2027 (Isin XS1547492410) è progressivamente sceso dai 112 di aprile 2021 ai 101 in corso, con uno yield salito al 7,7%. Intanto una scadenza corta, quale il Bei 7,5% 2023 (Isin XS1760115649), rende attualmente il 9%.
Attenzione…
Lo scenario è complesso, poiché di fronte alle valute brasiliana e messicana attualmente forti (fino a quando?) si oppongono quotazioni basse delle emissioni sovranazionali di riferimento. Il rischio è che nell’arco di qualche mese la situazione si inverta, tornando a quella di circa un anno. Saper cogliere il momento giusto del passaggio dall’uno all’altro contesto non sarà facile ma una strategia di progressiva riduzione delle scadenze eventualmente in portafoglio contribuirà ad affrontare un possibile mutamento senza troppi affanni.
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