Bond oggi: tassi variabili in euro, è il loro momento
Lorenzo Raffo
8 giugno 2022
Prepararsi alle decisioni della Bce. Lo si può fare in tanti modi. Quello dei “t.v.” è il più semplice. Una doppia opzione sul Mot.
Le notizie, o meglio le indiscrezioni, sulla politica monetaria della Bce portano a credere che il rialzo dei tassi avverrà prima di quanto si pensasse. Tutto questo è noto a chi segue la cronaca finanziaria.
Inevitabile allora il quesito se sia arrivato il momento di investire sui bond a cedola variabile, da sempre molto scambiati in un’ottica di collocamento di liquidità, e che ora potrebbero svolgere un ruolo più ampio, sebbene il condizionale sia d’obbligo, vista la complessità del quadro macroeconomico.
I “t.v.” riprenderebbero così a svolgere un compito di generatori di rendimenti. Sul Mot i titoli di questo tipo sono numerosi, in quanto le banche italiane hanno emesso non poche obbligazioni a tasso variabile. Ne analizziamo due, abbastanza diverse fra loro ma molto trattate.
Il tier “2” con il tasso minimo
Un subordinato Tier 2 di Mediobanca si caratterizza per una struttura interessante qualunque siano le evoluzioni dei prossimi mesi o anni. Si tratta di un “t.v.” con scadenza 2025 (Isin IT0005127508 – taglio 1.000 Eur – cedole trimestrali), che paga interessi annui lordi pari al tasso Euribor a 3 mesi maggiorato di uno spread del 2,25%, con minimo garantito del 3%. Vediamo le tre alternative possibili:
- se i tassi restassero fermi il 3% lordo sarebbe comunque garantito;
- se i tassi salissero di poco entrerebbe di nuovo in vigore la cedola minima del 3%;
- se i tassi salissero molto la struttura Euribor + 2,25% accompagnerebbe bene il rialzo, svolgendo una funzione realmente protettiva.
Logicamente determinante la quotazione. Il titolo è sceso molto rispetto ai quasi 108 euro di inizio anno, complice il rialzo dell’inflazione in presenza di rendimenti marginali di tutte le obbligazioni a tasso variabile. Dai minimi a 101,6 euro di maggio è risalito oltre 103-103,5 euro con un “book” sempre molto completo in buy e in sell. Un acquisto sotto 103 ottimizzerebbe il rendimento, ma le probabilità che ciò possa realizzarsi si sono ridotte nelle ultime sedute.
Il senior con l’ottimo spread
La seconda opzione è forse un po’ scontata per chi opera attivamente con le obbligazioni. Si tratta del Cdp - Cassa depositi e prestiti, Spa controllata dal ministero dell’Economia e delle Finanze - tasso variabile 2026 (Isin IT0005374043 – taglio 1.000 Eur – cedole trimestrali), che versa il tasso Euribor a 3 mesi maggiorato del margine 1,94%. Vero e proprio cavallo di battaglia sul Mot, dove spesso prevale in termini di scambi giornalieri, paga nella fase in corso una cedola dell’1,457% con un rendimento che si aggira dall’1,10 all’1,15%, uno dei migliori “book” in assoluto e uno spread fra 10 e 20 pb.
La quotazione in corso, leggermente sotto 102, è sui minimi dalla crisi Covid dell’inverno 2020. Occorre però ricordare che prima del settembre 2021 questo bond era a tasso fisso (2,7%), il che lo favoriva molto rispetto alle più recenti emissioni, penalizzate dalla politica monetaria Bce.
Puntare sulla differenziazione
Meglio puntare su entrambi, dividendo il capitale disponibile per un investimento su tassi variabili. Le due diverse strutture, una con cedola minima del 3% e l’altra con un buon margine aggiuntivo sull’Euribor, possono infatti comportarsi in maniera differente rispetto alle possibili decisioni di Lagarde e compagni. Così si ripartisce inoltre il rischio su diversi emittenti. Una terza opzione consisterebbe nel considerare anche un Cct.
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