Calcio e blockchain
Stefano Tempera
27 ottobre 2021
Anche nel Calcio, la blockchain e le criptovalute sono diventate uno strumento irrinunciabile per trovare nuove fonti di ricavi e nuovi modi di monetizzare la tifoseria.
Fino a oggi un appassionato di calcio, oltre al tifo, poteva sostenere economicamente la sua squadra del cuore comprando maglie personalizzate e oggetti ufficiali del club oppure partecipando alle partite casalinghe di campionato o al massimo, per le società quotate in Borsa, acquistando quote azionarie.
Oggi, anche il mondo del calcio è stato travolto dalla tecnologia. Il fintech, la blockchain e le criptovalute mettono a disposizione nuovi strumenti digitali, tanto attraenti per i tifosi quanto vantaggiosi per le società di calcio che possono riempire le casse malmesse.
Si sente parlare di fan token per coinvolgere maggiormente il pubblico sportivo e stiamo assistendo al fenomeno NFT (Non-fungible token), che, ahimè, potrebbero sostituire la tradizionale collezione di figurine dei calciatori con le carte digitali delle star del football.
Le maglie dei club ormai ospitano i loghi delle società fintech che promuovono l’acquisto di cripotvalute, il cui obiettivo, non troppo celato, è quello di avvicinare gli appassionati di calcio alle monete virtuali, sperando che poi utilizzeranno i wallet digitali per assicurarsi in anticipo l’ultima maglietta celebrativa del club o per comprare l’abbonamento stagionale allo stadio tramite Bitcoin.
Per far fronte alle perdite milionarie causate dalla pandemia da Covid (giustificazione più recente adottata dai club) e per i sanare i bilanci conseguenti dagli stipendi monstre promessi ai top players (tesi più veritiera), l’industria dello sport, e in particolare la sfera del calcio, sta puntando sempre di più sulle innovazioni tecnologiche. In questa direzione, i club più prestigiosi del mondo hanno già iniziato a monetizzare la passione dei propri tifosi attraverso la blockchain e le cripotvalute.
Calcio, primi passi verso la blockchain
La scorsa estate, uno dei trasferimenti più clamorosi del calciomercato degli ultimi anni ha visto come protagonista il 6 volte pallone d’oro Lionel Messi, che dopo un’intera carriera al Barcellona ha raggiunto il Paris Saint-Germain ottenendo una parte dei 30 milioni di euro di stipendio annuale in fan token.
Il PSG Fan Token è un gettone crittografico costruito sulla blockchain di Ethereum che permette ai tifosi del club parigino di detenere una «quota di influenza» sulle decisioni della società. Lo scorso agosto, appena comunicata la notizia del pagamento del giocatore argentino tramite il token del PSG, il valore della moneta era aumentato di oltre il 130%.
Non si tratta comunque del primo caso di pagamento di un calciatore utilizzando le criptovalute. Nel 2018, l’Harunustaspor, una squadra del campionato turco, acquistò Omar Faruk Kiroglu, diventando il primo club di calcio al mondo a pagare il trasferimento di un atleta utilizzando Bitcoin, anche se sembrò più che altro una mossa di marketing, vista l’entità dell’operazione pari a circa 1000 euro.
Anche l’Italia può vantare un caso che è passato alla storia del calcio, così come delle criptovalute. Nel 2018, Heritage Sports Holding, un gruppo di aziende con sede negli Emirati Arabi, ha acquistato il 25% delle azioni del Rimini Calcio, che all’epoca militava in Serie C, tramite la cripto Quantocoin.
Sempre tramite la stessa piattaforma, il Gibraltar United, società di calcio di prima divisione del campionato di Gibilterra, è stato il primo club europeo a pagare gli stipendi dei suoi giocatori in criptovalute.
Anche la UEFA è entrata nel mondo delle cripto. Nel 2018, in occasione della finale di Supercoppa tra Atletico Madrid e Real Madrid giocata in Estonia, tutti i biglietti furono venduti utilizzando un’applicazione basata su tecnologia blockchain.
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Non mancano inoltre le collaborazioni commerciali tra società fintech e squadre di calcio. In Italia, i tifosi della Serie A e gli appassionati digitali avranno notato lo sponsor DigitalBits sulle maglie della Roma, un brand di Zytara Labs, società che ha sviluppato una piattaforma blockchain.
Zytara collabora anche con l’Inter per sviluppare un’app che permetterà agli utenti provenienti da tutto il mondo di iscriversi ai servizi di banking e inoltre consentirà al club milanese di creare oggetti unici tramite NFT da rivendere ai tifosi.
Rimanendo sul campo delle sponsorizzazioni, l’ultima finale di coppa Italia tra Atalanta e Juventus ha avuto come sponsor principale la piattaforma Crypto.com, mentre in Premier League diversi club hanno sottoscritto un accordo di sponsorizzazione con alcuni exchange, tra cui eToro, e riceveranno il compenso interamente tramite Bitcoin.
Fan token per coinvolgere (e monetizzare) i tifosi
Le principali squadre di calcio del mondo utilizzano i fan token virtuali per coinvolgere i tifosi e aumentare la fanbase globale. I token dei fan assomigliano a delle azioni che il tifoso acquista per prendere parte alle decisioni del club, anche se in modo limitato. Le scelte possono riguardare il design della maglia da trasferta o la musica che verrà ascoltata allo stadio prima delle partite, ma non certo le strategie di calciomercato o la decisione su chi scenderà in campo.
Anche se bisognerà tenere in considerazione il peso di una tifoseria che in futuro potrebbe coinvolgere svariati milioni di tifosi che vorranno dare la loro opinione. Un esempio di partecipazione collettiva è avvenuto nel corso della scorsa stagione, in Spagna, quando il Barcellona ha lanciato i propri fan token virtuali per raccogliere fondi e aumentare il coinvolgimento dei tifosi. I fondi sono arrivati e il coinvolgimento pure: in poche ore sono stati raccolti oltre 1,2 milioni di euro.
La blockchain punta anche sul campionato italiano. Il Milan ha stretto un accordo commerciale con BitMEX, una delle principali piattaforme al mondo di scambio di criptovaluta e trading di derivati. L’Inter e la Juventus hanno invece concluso una partnership con la piattaforma Socios, società leader nel campo della blockchain che fornisce strumenti per coinvolgere le fanbase dei club sportivi.
C’era una volta la collezione delle figurine, oggi ci sono gli Nft
Da qualche tempo gli NFT (Non-fungible token) stanno affascinando milioni di persone in tutto il mondo. Gli NFT certificano la proprietà e l’unicità di un oggetto digitale che può essere un’immagine, un video, un tweet e persino un immobile virtuale.
Nel calcio, l’NFT che a oggi ha riscosso il maggior successo economico è la carta digitale «Cristiano Ronaldo Unique 2020-21» venduta da Sorare al prezzo di 290.000 dollari.
Per quanto molte persone siano ancora scettiche sul futuro degli NFT, pensando che sia una moda passeggera per pochi folli milionari, c’è da considerare che i prodotti virtuali potrebbero proprio avere un forte impatto proprio nel mondo del calcio, un settore in cui già milioni di appassionati giocano al «fantacalcio» e molti tifosi sono disposti a tutto per un selfie con il proprio idolo.
C’è chi passa le proprie vacanze estive nei luoghi di ritiro della propria squadra del cuore. I tifosi più fanatici spendono già fior di quattrini per manifestare la fedeltà al proprio club, spesso con azioni stravaganti come tatuarsi lo stemma ufficiale della società sul petto. Non è impensabile che questi stessi tifosi compreranno presto un NFT celebrativo della vittoria di un trofeo.
Di fatto, è sottile la linea tra tangibile e non tangibile. Io stesso, poco propenso per il momento a considerare gli NFT come un asset strategico, possiedo una maglia di Paolo Maldini autografata, ed è a tutti gli effetti «non tangibile» in quanto non l’ho mai neanche indossata.
In conclusione
Non c’è dubbio che la tecnologia applicata allo sport sia un enorme vantaggio a favore dei club di calcio, sempre più indebitati per far fronte ai contratti milionari sottoscritti con i giocatori. La blockchain e le criptovalute saranno sempre più uno strumento che permetterà alle società sportive di trovare nuove fonti di ricavi e nuovi modi di monetizzare la fanbase.
Il coinvolgimento del tifoso è un mezzo di raccolta di denaro straordinario, molto più conveniente del sistema bancario tradizionale. Oltre a non dover restituire gli interessi sul capitale, il potenziale pubblico a cui vendere NFT o wallet digitali è gigantesco. Basti pensare che solo una decina di club hanno più di due miliardi di tifosi in giro per il mondo e soltanto lo 0,01% di questi ha la possibilità di recarsi regolarmente allo stadio sostenendo «fisicamente» la propria squadra. Tutti gli altri restano potenzialmente sostenitori, sia in termini di tifo calcistico sia in termini di finanziatori a tasso zero.
Ecco perché anche nel calcio, come in tantissimi altri settori, tutte le aziende saranno fintech.
I più nostalgici rimpiangeranno il calcio di una volta, quello dei Rivera, dei Platini e dei Baggio (in base alla generazione), e fortunatamente per loro, ancora oggi possono andare allo stadio a tifare la squadra preferita o chiedere un autografo a un calciatore su un (tangibile) pezzo di carta.
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