Dividendi: attenzione agli stacchi di lunedì. Gli effetti? Totalmente incerti
Lorenzo Raffo
20 maggio 2022
Vendere all’ultimo momento oppure no? I dati di rendimento abbinati a quelli di volatilità consentono di determinate la convenienza o meno.
Giornate molto complesse quelle in corso non solo per l’andamento delle quotazioni di Piazza Affari ma anche per le strategie legate all’incasso dei dividendi. Mai come quest’anno infatti c’è il dubbio se convenga vendere nell’ultima seduta prima della data “ex dividendo” (per molti titoli appunto oggi) e non incassarlo, gestendo gli aspetti fiscali, che dipendono naturalmente dalla situazione specifica di ogni investitore, oppure mantenere la posizione e percepire quanto corrisposto dalle relative società.
Daranno una spallata o no?
Cosa succederà dopo lo stacco? Gli indici italiani troveranno una spinta al ribasso oppure reagiranno positivamente? Impossibile dirlo, anche perché la volatilità che caratterizza le Borse in questi giorni è talmente incontrollabile da impedire qualsiasi previsione. Un metodo di valutazione però ci potrebbe essere, sebbene anch’esso imponga il condizionale. È quello di valutare la volatilità appunto dei singoli titoli, rilevatore che qualifica quanto meno quali azioni siano maggiormente soggette – statisticamente – alla variabilità dei corsi.
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Undici titoli a confronto
Compariamo allora i numeri in base a rendimenti e volatilità. Ciascun lettore potrà così determinare la convenienza o meno nel proseguire sul singolo investimento.
A2A | l’importo previsto è di 0,094 euro che alla quotazione di apertura di oggi (1,6505 euro) corrisponde al 5,7% con una volatilità su base annua del 23% |
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Atlantia | l’importo previsto è di 0,74 euro che alla quotazione di apertura di oggi (22,9 euro) corrisponde al 3,2% con una volatilità su base annua del 25% |
Azimut | l’importo previsto è di 1,3 euro che alla quotazione di apertura di oggi (20,15 euro) corrisponde al 6,4% con una volatilità su base annua del 30% |
Banca Generali | l’importo previsto è di 0,8 euro che alla quotazione di apertura di oggi (32,8 euro) corrisponde al 2,4% con una volatilità su base annua del 27% |
Bper | l’importo previsto è di 0,06 euro che alla quotazione di apertura di oggi (1,78 euro) corrisponde al 3,3% con una volatilità su base annua del 39% |
Eni | l’importo previsto è di 0,43 euro che alla quotazione di apertura di oggi (13,928 euro) corrisponde al 3,1% con una volatilità su base annua del 25% |
Generali | l’importo previsto è di 1,07 euro che alla quotazione di apertura di oggi (18,08 euro) corrisponde al 5,9% con una volatilità su base annua del 21% |
Intesa Sanpaolo | l’importo previsto è di 0,0789 euro che alla quotazione di apertura di oggi (2,0 euro) corrisponde al 3,9% con una volatilità su base annua del 33% |
Italgas | l’importo previsto è di 0,295 euro che alla quotazione di apertura di oggi (6,29 euro) corrisponde al 4,7% con una volatilità su base annua del 19% |
Pirelli | l’importo previsto è di 0,161 euro che alla quotazione di apertura di oggi (4,554 euro) corrisponde al 3,5% con una volatilità su base annua del 32% |
Unipol | l’importo previsto è di 0,3 euro che alla quotazione di apertura di oggi (5,06 euro) corrisponde al 5,9% con una volatilità su base annua del 28% |
E allora!
Percentuali più basse di rendimento in presenza di volatilità maggiore sono un elemento da considerare per uscire dalla posizione.
Percentuali più alte di rendimento in presenza di volatilità minore sono un fattore che può convincere a restare sulla posizione.
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