Dividendi oggi: il 7% di yield con Unicredit è possibile. Ecco come
Lorenzo Raffo
10 marzo 2022
Il crollo sotto i 10 euro porta a guardare con maggiore interesse all’azione di Piazza Aulenti in termini di redditività da distribuzione dei profitti. Vari calcoli per ipotizzare possibili target.
Addio sogni di gloria o conferma di una fase esplosiva per i rendimenti? Il crollo delle quotazioni di Unicredit (chiusura a 10,07 euro ieri e apertura oggi a 10,14 euro con una successiva fase di debolezza) è un caso che merita molta attenzione da parte di chi insegue i dividendi.
Piazza Aulenti ha da tempo annunciato che quello 2022, relativo all’esercizio 2021, sarà pari a 0,5352 euro per azione. Fissate anche le date di stacco (19 aprile 2022) e di pagamento (22 aprile). In realtà la cifra è stata poi corretta in 0,538 euro, a seguito dell’esecuzione del secondo programma di riacquisto di azioni proprie relativo al 2,18% del capitale.
Occorre comunque notare che la notifica è avvenuta prima dell’assalto russo contro l’Ucraina. L’utile per azione 2021 si è attestato a 1,58 euro. Quanto potrebbe impattare in prospettiva l’effetto bellico? Considerando che la controllata moscovita genera circa il 3% dei ricavi totali del gruppo, anche in caso di un peggioramento del quadro economico del Paese non si determinerebbero conseguenze gravose. Logicamente la prudenza è però d’obbligo, visto che agli esiti diretti si aggiungerebbero – come per tutte le banche – quelli indiretti, dovuti a un netto peggioramento del quadro europeo.
Due giorni fa Unicredit ha comunicato al mercato che “anche nello scenario estremo, in cui la totalità della massima esposizione in Russia non potesse essere recuperata e venisse azzerata, l’impatto sul Cet1 ratio a fine 2021 (15,03%, scontando il dividendo maturato nel 2021 per 1,2 miliardi di euro) sarebbe di circa 200 punti base. La solida posizione di capitale consentirebbe di assorbire quest’impatto senza scendere sotto il 13%. Sebbene uno scenario così estremo non sia considerato come caso base, l’approccio alla distribuzione è prudente e sostenibile. In virtù di questo, si conferma il dividendo in contanti proposto per il 2021 di 1,2 miliardi di euro, mantenendo un Cet1 ratio superiore al 13% anche nella situazione peggiore”.
Che Unicredit modifichi l’importo di 0,538 euro appare quindi improbabile. Occorre tuttavia segnalare che l’assemblea ordinaria degli azionisti è prevista per l’8 aprile.
Ragionando allora su quest’ammontare occorre fare dei calcoli sui rendimenti possibili al variare delle quotazioni del titolo, in presenza di una volatilità fra le maggiori di Borsa Italiana.
All’apertura di oggi lo yield lordo si è attestato al 5,3% (3,92% netto). Come sarebbe possibile incrementarlo oltre un 6%? Ciò avverrebbe alla rottura al ribasso degli 8,9 euro, il che è già successo lunedì e martedì. Proprio nella prima seduta della settimana si è registrato un minimo intraday a 7,752 euro, a cui corrisponde un rendimento del 6,9%. Nell’area quindi dei 7,4 euro si supererebbe l’asticella del 7%, obiettivo di assoluto rilievo e non irrealistico considerando le variazioni intraday del titolo, salite di molto nelle ultime settimane. Venerdì, per esempio, si è trattato di un 14,7% fra massimo e minimo, cui hanno fatto seguito un 14,6% lunedì, un 12% martedì e un 9,45% mercoledì.
Il 7% appare quindi abbastanza realistico, considerando il quadro generale dei mercati ma va perseguito con molta attenzione rispetto a fasi soprattutto di debolezza nelle singole sedute di Borsa.
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