Gli eSports protagonisti anche al CES 2021
Pasquale Borriello
14 gennaio 2021
Quest’anno l’evento di elettronica di consumo più importante al mondo, il CES di Las Vegas, si è tenuto in versione interamente digitale. Di solito le aziende presentano tecnologie futuristiche e il mercato rivela i trend del futuro prossimo. Non sono mancati i panel dedicati agli esports: vediamo di cosa si è parlato.
Procediamo a ritroso in senso invertito (chi ha visto il film Tenet apprezzerà il riferimento): il 13 gennaio, giornata conclusiva, c’è stato il panel “The Technological Revolution of Esports” sull’importanza delle tecnologie legate al mondo esports. Il moderatore Travis Mynard (un agente di giocatori esports) ha rotto il ghiaccio chiedendo quale fosse in assoluto la tecnologia più importante negli esports. Secondo Seth Schneider, Responsabile settore esports di NVIDIA (produttrice di schede grafiche per il gaming) si è trattato della capacità di trasmettere le partite tramite piattaforme di broadcasting come Twitch. E come dargli torto? Più sofisticata è stata la risposta di Darren Yan (Head of Talent Management di FaZe Clan, un team esports tra i più importanti al mondo) che ha considerato essenziale l’evoluzione stessa della tecnologia in quanto ha permesso un abbassamento dei costi per giocare ai videogame e quindi una maggiore accessibilità del mondo esports.
Interessante del resto è stato il racconto di Yan sulla strategia di Faze: centrale non sono tanto i videogiochi quanto la vicinanza alla cultura giovanile in senso lato. E poiché gli esports sono il cuore dell’attuale cultura giovanile, Faze è si occupa di esports. E la chiave del loro successo, sempre secondo Yan, è stata la capacità di mantenere una relazione diretta con la base dei fan, a partire dalle tecnologie - accessibili e assolutamente standard - che i loro top player usano per giocare e “streammare” le partite.
Ed è importante per i pro-gamer mantenere una solida connessione con la Fanbase perché secondo Heather Garozzo, VP of Talent di Dignitas (altra super squadra esports), i gamers non potranno giocare tutta la vita (la carriera di un progamer si esaurisce intorno ai 30 anni, o anche prima) e quindi devono bilanciare la loro capacità di essere giocatori con quella di essere content creator. Insomma, un po’ gioco e un po’ puro entertainment. E nel futuro, sempre secondo la Garozzo, crescerà sempre di più l’importanza dei dati e degli analtytics per migliorare le performance esports, rendendole sempre più competitive e selettive.
C’era da aspettarsi inoltre che tutti concordassero su un fatto: la pandemia ha acceleratoil successo degli esports che in molte fasce d’età hanno sostituito addirittura completamente altre forme di divertimento come il cinema o i concerti. E, quasi per reazione, l’industria dell’intrattenimento ha preso d’assalto le piattaforme di streaming precedentemente appannaggio dei soli esports. Ci ricordiamo tutti, del resto, della programmazione Televisiva di esports durante il lockdown, quando nessuno sport ‘fisico’ era praticabile neanche dai professionisti.
Il primo grande panel sugli eSporst
Secondo questo “primo” panel il più grande trend 2021 degli esports sarà la convergenza con il mondo lifestyle del merchandising e dell’abbigliamento. Anche in Italia ci sono state avvisaglie in questo senso, ci sarà da stare con gli occhi aperti.
Un panel meno denso di ospiti ma comunque interessante è stato quello del 12 gennaio con l’intervista di Jacob Wolf di Dot esports (un magazine online) a Chris Greeley della Riot Games (la casa di League of Legends, il più importate gioco negli esports). Chris è il responsabile di una lega di gaming competitivo che è l’equivalente, per importanza relativa, dell’NBA degli sports, la LCS.
In 2 settimane la LCS è riuscita a trasformare tutti i tornei programmati in presenza nelle arene in eventi interamente virtuali , riuscendo a mantenere un elevato tasso di partecipazione del pubblico da casa.
Sono tanti gli ingredienti che garantiscono il successo di una lega esports, ma secondo l’ospite ce ne sono alcuni più importanti. Innanzitutto la capacità continua di innovare: il pubblico di giocatori e spettatori è esigente e si stanca rapidamente. E poi la capacità di attrarre generazioni diverse: i primi giocatori esporti dell’era coreana dei primi anni 2.000 sono ormai quasi quarantenni, molto diversi dai quattordicenni che impazziscono su Valorant o Apex Legends. E ancora: negli USA esiste una lega esportiva di college proprio come nei campionati di basket o football. Questo permette di avere un sistema di selezione dei talenti molto solido ed affidabile. Si tratta di un modello che funziona e qualcuno in Italia sta cercando di creare qualcosa di simile. E che dire delle location? La LCS ha usato le più grandi arene sportive del nord america per ospitare tornei esports.
“Infine” il CES è iniziato l’11 gennaio con il keynote di AMD (il secondo produttore di processori al mondo dopo Intel) che ha parlato anche di esports. La protagonista sul palco virtuale è stata Lisa Su, Presidente e CEO di Advanced Micro Devices. Il riferimento al gaming era atteso, perché AMD è produttrice anche delle schede grafiche e dei processori delle console di nuova generazione. Lisa Su ha presentato il nuovo processore mobile pensato per elevate performance nel gaming, il Ryzen serie 5000 ‘HX’, che sarà particolarmente apprezzato proprio dai progamer e dagli esportivi. C’è stato poi un divertente siparietto con Panos Panay di Microsoft che ha elogiato la partnership con AMD riguardo alle nuove XBOX Series ma anche al gaming via cloud computing reso possibile dai server azionati dai processori AMD. In questo caso la macchina di gioco non deve essere particolarmente potente e ciò aprirà la possibilità a tornei esports mobile su giochi tipicamente ‘desktop’. Non poteva ovviamente mancare qualche novità sul fronte schede grafiche (le ex ‘ATI’): AMD ha presentato le nuove Radeon serie RX 6000 sciorinando numerosi dati sull’importanza del gaming nella vita di 3 miliardi di persone (gli attuali videogiocatori nel mondo).
In conclusione, il CES, la fiera tecnologica più importante al mondo, non ha fatto altro che ‘certificare’ il connubio tra esports e nuove tecnologie. E ci vedo anche la conferma di 3 grandi trend:
- il primo trend esports: il gaming competitivo esige performance elevate e spinge i produttori hardware ad una continua ricerca.
- il secondo trend esports: l’esperienza degli streamer/gamer e dei viewers di esports cerca continuamente nuovi modelli di intrattenimento, contribuendo a democratizzare alcune tecnologie come la Virtual Reality.
- il terzo ma non meno importante trend sugli esports: le tecnologie applicate agli esports ispirano tutta l’industria dell’intrattenimento come lo sport televisivo e il cinema.
Insomma, sembra proprio che nel 2021 gli esports saranno ancora più centrali nella vita di tutti noi. Meglio non sottovalutarli!
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Pasquale Borriello
CEO di Arkage, tra le prime agenzie di comunicazione in Italia a credere negli esports come piattaforma di comunicazione e membro dell’Osservatorio Italiano Esports.
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