I nuovi mercati secondari del credito saranno su blockchain
Davide Baldi
21 aprile 2021
Garantiranno costi di riconciliazione dati ridotti e accessibilità per i piccoli operatori, grazie alla completa disintermediazione degli scambi
I mercati secondari del credito sono tradizionalmente poco digitalizzati ed automatizzati. Ovvero si basano ancora su un’infrastruttura tradizionale, non particolarmente evoluta, ormai afflitta da diversi limiti, se non addirittura difetti.
Nonostante il mercato secondario dei prestiti (il cosiddetto loan market) valga oltre 100 miliardi di euro, la maggior parte delle transazioni si basa ancora su un’intensa attività di tipo manuale basata su fogli Excel e posta elettronica.
Tali limiti generano inevitabilmente elevati livelli di rischio operativo, con costante necessità di ricorrere alla riconciliazione ed alla verifica dei dati, ed ovviamente costi fissi elevati, tanto che le commissioni degli intermediari specializzati che favoriscono l’incontro tra domanda e offerta arrivano al 3%.
Un tale scenario di fatto costituisce una vera e propria una barriera all’ingresso per questo mercato nei confronti delle istituzioni finanziarie di piccole dimensioni, su cui di fatto è basato il sistema finanziario europeo. Inoltre causano una certa mancanza di liquidità, dovuta ad un volume relativamente limitato di scambi.
Ad esempio, dopo la crisi finanziaria del 2008 il mercato del credito smise di soddisfare a pieno l’esigenza di prestiti, con conseguenti pesanti ricadute in termini di occupazione e crescita per tutto il tessuto economico europeo. Una possibile soluzione viene dall’utilizzo di nuove infrastrutture di scambio basate su blockchain.
Infatti la blockchain consente di eliminare gli intermediari, e costruire una nuova infrastruttura digitale ed automatizzata che riduce i costi di riconciliazione, ed abbatte le vecchie barriere dando accessibilità a questo mercato anche ai piccoli operatori.
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Mercato secondario del credito e digitalizzazione
Il mercato secondario del credito è un luogo virtuale dove avviene un incontro tra domanda e offerta di capitali, o per dirla tecnicamente di “risorse finanziarie”. Se tradizionalmente per gestire questo incontro bisogna affidarsi ad intermediari come banche o istituti di credito, grazie alla blockchain domanda ed offerta si possono incontrare direttamente, senza bisogno di intermediari.
Per questo sono già allo studio soluzioni di questo tipo, che produrranno una nuova infrastruttura digitale ed automatizzata in cui gli istituti finanziari che posseggono crediti potranno di fatto venderli a società specializzate intenzionati ad acquistarli, gestendo lo scambio diretto tra venditore e compratore all’interno della medesima piattaforma.
La piattaforma infatti può trasformare i crediti in asset digitali, ed automatizzarne quindi parte dei processi di due diligence, vendita e post vendita. In questo modo si riducono sensibilmente i tempi, e soprattutto i costi delle transazioni, aprendo anche il mercato secondario del credito a tutte quelle istituzioni finanziarie o banche di piccole dimensioni.
Una delle società che sta lavorando ad una tale soluzione è l’italiana Loanxchain, fondata a fine 2017 da Mattia D’alessandra e Maura Rossetti, che ha come obiettivo concreto proprio quello di creare un marketplace che collega direttamente banche, fondi di credito e assicurazioni con i player fintech, contribuendo ad aumentare la liquidità e la trasparenza del mercato, grazie alla tecnologia blockchain.
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Il progetto ha già raccolto alcune partnership significative, come quelle con Deutsche Bank, Banca Mediolanum e il consorzio di banche internazionali R3, ed è stata l’unica startup italiana ad aver ricevuto la call per fintech di F10, il prestigioso acceleratore fintech della Borsa di Zurigo.
In realtà la blockchain viene già utilizzata per la riconciliazione dei conti, come ad esempio dalla piattaforma Xriba, pertanto il progetto di portare soluzioni simili anche sul mercato secondario dei crediti dal punto di vista meramente tecnologico non è distante da altri progetti che fanno già qualcosa di simile, ma in altri ambiti. Tuttavia specificatamente all’interno del mercato secondario del credito non c’è ancora nulla di simile.
Anche nella cosiddetta finanza decentralizzata la blockchain viene ampiamente utilizzata per gestire i mercati del credito P2P, come fa ad esempio il protocollo Aave, ma si tratta del mercato primario dei crediti rivolto specificatamente ad utenti retail. Invece il mercato secondario del credito, i cui utenti sono istituti finanziari, ha necessità molto più stringenti, e richiede una totale conformità normativa.
Esiste tuttavia già almeno un mercato primario del credito totalmente compliance con le normative finanziarie globali, ed è quello di BlockFi, che consente di prestare le proprie criptovalute ad altri utenti in cambio di un interesse pagato mensilmente.
BlockFi è riuscita addirittura a stipulare una partnership con il colosso della finanza tradizionale Fidelity, ovvero in assoluto uno dei più grandi gestori patrimoniali al mondo. Questo dimostra che la tecnologia delle criptovalute, e la blockchain, sono già pronte per essere utilizzate pienamente all’interno anche del sistema finanziario tradizionale, in modo rigorosamente rispettoso di tutte le normative. Pertanto potrebbe essere solo questione di tempo prima che anche il mercato secondario del credito inizi ad utilizzare queste nuove tecnologie.
La principale differenza tra BlockFi ed i protocolli di finanza decentralizzata come Aave è che i protocolli decentralizzati non hanno un gestore, e non sono affidati al controllo di una società. Invece le società come BlockFi sono necessariamente costrette ad operare nel pieno rispetto delle normative, tanto che hanno la responsabilità legale di rispettarle e farle rispettare ai loro clienti.
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