La blockchain e la finanza alternativa contro la crisi
Davide Baldi
13 maggio 2021
Stanno nascendo nuove soluzioni sulla spinta della crisi e della ricerca di alternative a quelle tradizionali.
I periodi di crisi come quello in corso richiedono spesso soluzioni differenti rispetto a quelle classiche che si è abituati ad utilizzare. Nello specifico in ambito finanziario una situazione economica deteriorata richiede soluzioni più agili in particolare ad esempio per lo smaltimento dei crediti in sofferenza delle banche e per la ricerca di canali alternativi di finanziamento per le imprese.
Tuttavia di per sé il settore delle criptovalute non è in grado di dare risposte dirette a questi problemi, perché ancora troppo deregolamentato. Le imprese, ma soprattutto le banche, hanno bisogno di strumenti che rispettino le più stringenti norme in materia, pertanto non possono utilizzare i consueti mercati crypto.
D’altro canto però la blockchain, ovvero la tecnologia che sta sotto le criptovalute, è in grado di consentire la realizzazione di nuovi strumenti che non erano mai stati possibili fino ad oggi, ma solo se utilizzata nell’ambito di progetti e piattaforme che non corrano il rischio di non rientrare nel complicato perimetro delle leggi in vigore nel settore finanziario.
Quindi se da un lato ormai esistono centinaia di piattaforme basate su blockchain che consentono di accedere a canali alternativi di finanziamento, dall’altro queste possono essere utilizzate di fatto principalmente, o solamente, da privati cittadini. Pertanto, per quanto lo sfruttamento di questa nuova tecnologia potrebbe risultare particolarmente utile per trovare soluzioni nuove a questo genere di problemi, non sono ancora molti i progetti concreti già operativi in tal senso, o che stanno lavorando al loro sviluppo.
Canali alternativi di finanziamento
Uno di questi è Wizkey, ovvero una startup innovativa italiana che ha realizzato una piattaforma pensata proprio per la gestione e la negoziazione di asset digitali, sia di natura finanziaria che industriale, con un primo focus sui crediti. Questa piattaforma, chiamata Define e basata su blockchain, può essere adattata ad esigenze diverse, ma in particolare serve per facilitare lo smaltimento dei portafogli di crediti in sofferenza da parte delle banche, e per trovare canali alternativi per finanziare il circolante delle imprese.
Il vantaggio di utilizzare la blockchain sta nel poter tokenizzare i debiti, ed in particolare gli NPL, mettendo a disposizione documentazione verificata per una maggior trasparenza. In questo modo è possibile creare un mercato secondario degli NPL liquido, efficiente e trasparente.
Un’altra iniziativa simile, sempre italiana, è quella di Centotrenta Servicing, basata però non su una blockchain pubblica e permissionless, come Ethereum, ma sulla IBM Blockchain Platform permissioned. In realtà se da un lato sono ancora poche le piattaforme simili già disponibili sul mercato, sono molte quelle allo studio.
Al di fuori dell’italia ad esempio la banca statunitense WSFS ha avviato una collaborazione con Intain per creare una piattaforma basata su blockchain che offra servizi fiduciari esclusivi di titoli garantiti da asset, mentre la piattaforma Figure utilizza già la blockchain per creare un record immutabile per rendere più veloce, sicura ed economica la verifica delle pratiche burocratiche necessarie all’accensione di un prestito.
In quest’ultimo caso la blockchain viene utilizzata per registrare, condividere e scambiare i dati dei prestiti in modo automatico, accurato, efficiente e disintermediato. Ma non si tratta solamente di rendere più veloci, economiche e sicure le verifiche della documentazione. Infatti la disintermediazione consentita dalla blockchain consente di creare veri e propri marketplace di asset tokenizzati, e se ad esserlo sono i crediti, su piattaforme a norma di legge, si aprono nuovi scenari in cui gli scambi degli stessi crediti sul mercato secondario possono diventare veloci ed efficienti come non mai.
Gli asset digitali basati su blockchain infatti sono scambiabili direttamente tra venditori e compratori, senza bisogno di dover passare per alcun intermediario, ed essendo gestiti da smart contract possono anche essere programmati ad esempio in merito al loro regolamento, o alla loro evoluzione nel tempo, in modo da avere la garanzia che evolvano esattamente come voluto. Questo nuovo scenario è ancora solamente all’inizio, sebbene la crisi ne abbia accelerato non poco lo sviluppo. Inoltre il notevole successo che le criptovalute stanno riscontrando, soprattutto tra gli investitori retail, fa sì che stia diventando sempre più comune l’utilizzo di quegli strumenti che sono necessari per la gestione degli asset digitali, come ad esempio wallet ed exchange.
Probabilmente tra il 2020 ed il 2021 si è spalancato un portone che nei prossimi anni consentirà alla blockchain di entrare dalla porta principale sui mercati finanziari, e giocare un ruolo di primaria importanza.
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