AI ed eSports: a che punto siamo?
Pasquale Borriello
24 aprile 2023
Tutti parlano di AI e io non potevo esimermi. Così ho deciso di fare un po’ di ricerca per capire quanto il mondo degli eSports e dei videogame possa trasformarsi grazie al boom dell’Artificial Intelligence (AI).
AI ed eSports: a che punto siamo?
Dopo le mie ricerche, ho scovato parecchie cose interessanti, soprattutto perché, ancora una volta, tecnologie sperimentate nel gaming potranno applicarsi con successo a molti altri ambiti della nostra vita quotidiana.
Ovviamente tutti conosciamo ormai le AI generative come DALL-E, ChatGPT e Midjourney che stanno cambiando il modo in cui ci rapportiamo con la creatività, ma si parla molto meno di applicazioni più specifiche per il mondo del gaming che, ad esempio, permettono la creazione di ambienti di gioco sempre più realistici e immersivi, magari con nuovi agenti intelligenti, o la gestione di tornei e competizioni sempre più complessi.
Sebbene le aree di applicazione dell’AI agli eSports siano molte, possiamo suddividerle in tre categorie principali:
- generazione di ambienti o agenti in-game
- gestione, analisi e monitoraggio
- supporto e coaching ai player
AI per generare ambienti di gioco o rendere gli NPC più intelligenti
L’AI generativa che conosciamo è soprattutto text-to-image o text-to-text (con qualcosa di interessante che già vediamo nel text-to-video e text-to-music) ma stiamo cominciando a vedere esempi efficaci di text-to-world: le macchine stanno acquisendo la capacità creare dei mondi 3D realistici a partire da semplici prompt di testo. Tutto questo porterà alla creazione di interi mondi virtuali - come scenario dei videogame - in modo ultrarapido e ultrasemplice. Immaginate ad esempio di non giocare ad un videogioco ma di giocare al ‘vostro’ videogioco, ambientato in un mondo così come lo avete descritto voi stessi. E lo stesso si potrebbe fare per i character (lo fa la startup In World AI, ad esempio). E nessuna venga a parlarmi di metaverso.
Qualcosa che davvero cambierà l’esperienza per tutti i videogiocatori che hanno a che fare con giochi complessi sarà l’AI applicata agli NPC (non-player characters) che finalmente cominceranno ad esibire comportamenti ‘realmente’ intelligenti. Prima che vedremo laurearsi campione del mondo di Fortnite un’AI forse passerà del tempo - anche se Five di OpenAI ha già cominciato a vincere contro umani a DOTA 2 - ma immaginate le potenzialità di allenarsi contro macchine forti quanto e più di un giocatoreumano e che magari adotteranno i comportamenti tipici di qualche pro-player per abituarsi al suo stile di gioco.
AI per analizzare e monitorare le partite eSports
Gli eSports hanno la caratteristica di permettere unaraccolta di dati pressoché infinita, senza limiti dati dalla disponibilità o meno di sensori come avviene negli sport ‘fisici’ tradizionali. Ciò significa maggiori possibilità di creare modelli matematici efficaci e più risorse da dare in pasto alle AI. Le applicazioni potrebbero essere molteplici: GGWP è una startup che vuole identificare comportamenti scorretti o illeciti nei videogame in modo automatico grazie all’AI, Rival.aiinvece analizza le prestazioni dei player in modo automatico per creare una sorta di ‘classifica’, Hestianet è un intelligenza artificiale che si accorge se i player usano dei cheat.
Tutto questo, se applicato ai tornei, potrebbe permettere manifestazioni più divertenti da giocare o guardare e di trovare nuove forme di engagement inimmaginabili - ad esempio tramite le scommesse o l’advertising (esiste un gruppo di lavoro IBM Watson sul tema).
AI per supportare e fare coaching ai Pro Player
Infine, qualcosa che è applicabile già oggi ai giocatori eSports professionisti ma potrebbe trovare spazio sia negli sport tradizionali sia nei videogiochi ’della domenica’: il coaching in-game. Di cosa si tratta? Sostanzialmente l’AI vi osserva giocare, registra i dati, li mette in relazione con archivi storici e vi dà consigli. Oppure scova nuove strategie più efficaci. Ovviamente fa questo meglio di un coach ’umano’ - figura particolarmente importante nei team eSports. Dojo Madness, Mobalitycs e SenpAI sono soltanto alcune delle startup che attraverso l’analisi dei dati e delle prestazioni dei giocatori offrono dei ’coach’ virtuali che permettono di migliorarne le performance.
Come in tutti i settori della nostra società, l’Intelligenza Artificiale rappresenta un’opportunità unica per il mondo degli eSports e dei videogiochi. Grazie all’AI, i giochi potranno diventare sempre più coinvolgenti e personalizzati, e le competizioni potranno essere gestite in modo più efficiente ed equilibrato. Ma soprattutto, l’AI nei videogiochi potrebbe essere incredibilmente sicura, perché non soggetta ai rischi tipici di altri settori (come la medicina o la guida autonoma solo per fare due esempi).
E allora, forse addestrare l’AI nei mondi virtuali ma ’reali’ degli eSports può essere la chiave per renderla più sicura quando uscirà fuori dai nostri schermi?
Pasquale Borriello
CEO di Arkage, tra le prime agenzie di comunicazione in Italia a credere negli esports come piattaforma di comunicazione e membro dell’Osservatorio Italiano Esports.
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