Azienda recupera €1,1 milioni su derivato Interest Rate Swap. Ecco come ha fatto
Marco Fabio Delzio
9 novembre 2024
Risarcimento di €1,1 milioni per una società romana su un derivato IRS. Il Tribunale di Roma, confermando la nullità di derivati privi di elementi essenziali, ha permesso il risarcimento all’azienda.
Solo poche settimane fa abbiamo parlato dei recenti recuperi da contratti derivati per varie aziende italiane ed enti locali. La giurisprudenza italiana è infatti ormai ben delineata a favore dei soggetti che contraggono tali contratti con le banche, grazie anche a due pronunce della Corte di Cassazione.
La Corte ha infatti stabilito come alcuni elementi debbano essere presenti obbligatoriamente nel contratto, pena la nullità di questo e la ripetizione delle perdite in favore del contraente danneggiato.
Martingale Risk fornisce supporto a centinaia di aziende ed enti locali che si sono trovati ingabbiati nella trappola dei derivati, come testimonia da ultimo il seguente caso di successo al Tribunale di Roma.
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Una società romana di armamenti ha stipulato un contratto derivato Interest Rate Swap con la propria banca. Questo contratto, successivamente, si è rivelato economicamente insidioso per la società, motivo per cui si è affidata ai professionisti di Martingale Risk, che hanno riscontrato una condotta errata e non professionale da parte dell’istituto di credito.
Il contratto swap in oggetto, un cosiddetto plain vanilla, è un derivato in base al quale due controparti si impegnano a scambiarsi reciprocamente per un certo arco temporale un flusso di interessi a tasso fisso ed uno a tasso variabile, calcolato su un determinato ammontare prefissato chiamato “nozionale” sul quale vengono computati gli interessi dovuti in base al tasso variabile rilevato in un dato momento e, per la controparte, in base al tasso fisso predeterminato.
Esso può essere stipulato sia al fine di perseguire una finalità di copertura (con l’obiettivo di contenere il rischio derivante dall’oscillazione dei tassi di interesse in relazione ad un sottostante impegno finanziario), sia al fine di perseguire una finalità puramente speculativa (con l’obiettivo di guadagnare “scommettendo” sull’evoluzione dei tassi).
Indipendentemente dalla finalità per la quale viene stipulato, il contratto di swap è un contratto aleatorio. All’interno del contratto in oggetto non figura né l’indice Mark to Market, né la formula matematica di calcolo dello stesso, né i costi impliciti dell’intera operazione. In assenza di questi elementi essenziali che permettano di rendere razionale (cioè misurabile) l’alea di rischio, il contratto derivato è nullo, come stabilito in più occasioni dalla Corte di Cassazione.
Con il nostro supporto, la società ha citato in giudizio la propria banca dinnanzi al Tribunale di Roma, il quale, convenendo con le nostre tesi, ha reso nullo il contratto e ha condannato la banca a pagare all’azienda nostra cliente un risarcimento di € 1.132.059,56
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