Bond: risposte alle domande dei lettori su liquidità del Mot, Btp 2051 e Btp€i pure 2051

Lorenzo Raffo

25 ottobre 2022

Valutare l’alternativa della Borsa di Francoforte? Comprare ora i tassi fissi trentennali del debito italiano o l’extralungo inflation? Un’analisi alla luce della situazione in corso.

Bond: risposte alle domande dei lettori su liquidità del Mot, Btp 2051 e Btp€i pure 2051

Oggi ascoltiamo i lettori, che hanno posto domande molto pertinenti rispetto all’evoluzione dei mercati.

Il problema della bassa liquidità dei titoli di Stato (tranne Btp) su Borsa italiana è notevole. Titoli austriaci, belgi, finlandesi o altro hanno spread rilevanti, transazioni sporadiche e volumi bassi. Bisognerebbe poter operare sulla Borsa di Francoforte, che è molto più attiva ma non ho trovato alcuna banca italiana che dia questo accesso. Sapete dirmi qualcosa in proposito?

Il confronto è in effetti quasi abissale e ciò appare ineluttabile considerando che la Borsa di Francoforte è il riferimento assoluto in Europa nel settore obbligazionario non solo in termini di liquidità ma anche di estensione degli emittenti coperti. Inevitabilmente le banche tradizionali e le piattaforme di trading italiane non danno accesso a questo mercato, al contrario di quanto avviene per esempio per gli Etf. E allora? Ci sono due alternative. La prima è di rivolgersi a intermediari più evoluti (private e Sim), che però quasi sempre impongono al cliente il riconoscimento di operatore qualificato in base alla classificazione da direttiva Mifid. La seconda è di fare da soli. Accedendo al sito si seleziona un bond e poi mettendo un ordine di acquisto appare una vasta lista di provider non solo tedeschi (per esempio Postbank, Interactive Brokers, Commerzbank, Degiro e ING) tramite i quali – dopo aver aperto un conto - si può operare senza alcun vincolo. Logicamente c’è da rispettare la normativa fiscale italiana, che impone per qualsiasi c/c trading detenuto in altri Paesi l’obbligo di notificazione nella dichiarazione dei redditi, senza soglie minime e anche nel caso di minusvalenze. Meglio comunque utilizzare allo scopo uno studio di commercialista specializzato in questo tipo di attività. E’ chiaro come la seconda strada sia consigliabile a chi voglia investire in maniera dinamica su un mercato immenso non solo di titoli di Stato ma anche di tutte le tipologie di corporate. L’unico settore in cui il Mot appare altrettanto competitivo è quello delle obbligazioni sovranazionali in valute emergenti.

Vorrei un parere se ai livelli odierni il Btp 1,7% 2051 sia da acquistare oppure – avendo rotto il livello di entrata suggerito in un precedete blog - sia meglio aspettare?

L’articolo cui si riferisce il lettore è di agosto e nel frattempo la situazione è cambiata e non di poco. Il titolo si sta muovendo dal 27 settembre fra la resistenza di 58,9 euro e il supporto di 54,3, cui corrisponde il minimo storico come chiusura di seduta. Oggi ha aperto a 57,5 euro per poi risalire oltre i 58 euro (ore 10.00). Occorre valutare se il trend favorevole iniziato ieri proseguirà, il che avverrebbe con la rottura al rialzo della resistenza e soprattutto con il Super Trend – indicatore operativo - che ripassasse sul positivo, dopo la netta inversione del 16 agosto. Attenzione comunque: meglio operare solo con un lotto di liquidità disponibile, perché le reazioni alle decisioni future della Bce e all’andamento dell’inflazione sono ancora delle variabili molto incerte.

Seguo con attenzione l’inflation linked indicizzato all’aumento del costo della vita in area euro e – dati i rendimenti altissimi (oltre il 12%) – in presenza anche di una quotazione molto bassa mi domando se non si stia determinando un’occasione quasi unica?

Ce lo chiediamo in tanti e il rimbalzo delle ultime sedute conferma che l’interesse per questo “inflation” è rilevante. Attenzione naturalmente ai rendimenti in corso, correlati all’indice dei prezzi al consumo Eurostat. Essendo il titolo indicizzato sul capitale quel valore del 12% è teorico, in quanto non viene distribuito con la prossima cedola, che resta dello 0,15% sebbene rapportata a un capitale appunto in crescita. La situazione peggiore che potrebbe determinarsi in futuro sarebbe quella di tassi Bce in forte crescita (la quotazione del Btp€i 2051 ne risentirebbe ulteriormente) e di un’inflazione in calo. La situazione migliore quella inversa, ovvero di tassi Bce al ribasso e di un’inflazione in discesa ma comunque stabile sopra il 3-4% in area euro.