Bond oggi: 5 Etf per trarre profitti dagli emergenti
Lorenzo Raffo
16 agosto 2022
Tre sono scesi molto negli ultimi tempi e si adattano all’avvio di un piano di accumulo. Due all’opposto si sono messi particolarmente in evidenza da inizio anno.
Obbligazioni sull’inflazione nelle valute locali e corti in dollari: nel complesso panorama di quelle dei Paesi emergenti da inizio anno solo queste due categorie – ben diverse fra loro – registrano performance positive. Penalizzato invece tutto quanto “hedgiato” sul cambio euro-dollaro. Ed è inevitabile che sia così in un quadro valutario che si conferma protagonista del comparto, dati i trend positivi degli ultimi mesi non solo del biglietto verde ma anche di varie divise “emerging”. Facciamo il punto su alcuni Etf che per diversi fattori possono adeguarsi a puntare su un settore che resta sempre fra i più dinamici del fronte obbligazionario.
Quelli con il segno meno
Volendo indirizzarsi sugli Etf che hanno sofferto di più da inizio anno (in un’ottica per esempio di piani di acquisto, che devono iniziare preferibilmente in presenza di pesanti correzioni delle quotazioni) questi tre fra i peggiori “performer”:
- Xtrackers Emerging Markets Usd Government Eur Hedged (Isin LU0321462953 – con copertura valutaria) replica il vasto mondo dei bond governativi in dollari di Paesi emergenti con hedge Eur/Usd. Da inizio anno ha messo a segno il -17,5%, ma rispetto al picco ribassista di metà luglio nelle ultime settimane si rileva un primo rimbalzo. Da notare che il minimo a 246 euro del 14/7 è di poco sotto il livello registrato nel marzo 2020, al culmine della crisi pandemica. Di tipo ad accumulo delle cedole si conferma opportuno per realizzare un Pac;
- SPDR Emerging Markets Local Bond Eur Hedged (Isin IE00BK8JH525 – con copertura valutaria) rappresenta il fronte opposto delle emissioni in valute locali, ma sempre con hedge sul cambio e quindi con valuta di denominazione Eur. Il -11,2% da inizio anno evidenzia in realtà una debolezza di lungo termine più accentuata, visto che da inizio 2021 l’Etf è sceso da massimi oltre 31 euro ai minimi di luglio 2022 a 23,5 euro. La doppia randellata del dollaro in netto consolidamento, il che ha logicamente penalizzato i replicanti a cambio coperto, utilizzato per la costruzione dell’indice, anche in questo caso comunque in dollari, e inoltre delle quotazioni dei bond, colpiti dal rialzo dei tassi nei diversi Paesi di esposizione, ha debilitato oltre modo l’Etf, altresì del tipo ad accumulo delle cedole;
- Lyxor Usd Liquid Emerging Markets Sovereigns Monthly Hedged to € (Isin LU1686831030 – con copertura valutaria) si differenzia rispetto ai due precedenti per l’hedge sul cambio a base mensile – quindi con costi inferiori – nonché per essere del tipo a distribuzione di cedole. Il fatto che abbia versato 3,73 euro a inizio luglio ha determinato un effetto stacco, evidente sul grafico. Pesante il calo da inizio 2020, con minimo storico il mese scorso addirittura dal debutto sul mercato nel 2017.
Quelli con il segno più
L’amplissima panoramica di replicanti dovrebbe portare ad analizzare tanti altri prodotti, dalle caratteristiche diverse fra loro. Segnaliamo due prodotti delle categorie, di cui si è detto all’inizio, messesi all’opposto in luce nel 2022:
- SPDR Emerging Inflation Linked Local Bond (Isin IE00B7MXFZ59 – valuta di denominazione Usd) replica gli “inflation linked” appunto dei Paesi emergenti, un contesto ampio e su cui non è possibile investire direttamente. Da inizio anno ha messo a segno il +11,6%, ma soprattutto versato elevate cedole a febbraio (2,27 euro calcolate in euro) e ad agosto (4,18 euro sempre in euro). Il probabile futuro ribasso dei tassi in alcuni Paesi “emerging” sta spingendo di nuovo l’Etf a un rialzo delle quotazioni, soprattutto da metà luglio in poi. Il prodotto non è quotato su Borsa Italiana ma presente su alcune piattaforme di trading poiché trattato su altre piazze europee;
- SPDR 0-5 Year Emerging Usd Government Bond (Isin IE00BP46NG52 – valuta di denominazione Usd) si riferisce alle scadenze corte di governativi emergenti, che – effetto della curva dei Treasuries Usa – hanno meno risentito dell’avvio rialzo tassi da parte della Fed. Inevitabilmente pure la categoria “emerging” ne è stata coinvolta. L’Etf è riuscito così a mostrare un +2,2% da inizio anno, complice in buona parte l’andamento favorevole della divisa statunitense. Lo yield in corso da distribuzione di cedole si attesta a circa il 2,4%.
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