Bond oggi – Altro che Italia! La vera protagonista del 2023 è la Grecia
Lorenzo Raffo
7 dicembre 2023
Promossa nel rating, con una risalita all’investment grade, torna in scena. Yield del decennale al 3,3%. Tre titoli di un emittente alla ribalta.
Prima S&P Global Rating a ottobre e poi Fitch nei giorni scorsi: l’emittente Grecia rientra nell’area “investment grade”, in entrambi i casi con una valutazione “BBB-“. Si tratta di una promozione dagli impatti rilevanti, perché annulla innanzi tutto 13 anni di permanenza nei “junk bond” (titoli spazzatura) e poi perché consente una ricomparsa nei maggiori indici obbligazionari appunto “investment grade”, più seguiti dai fondi.
Sono diversi i motivi che hanno portato Fitch a essere ottimista sul futuro della Grecia. Innanzitutto, l’agenza di rating si aspetta che il rapporto debito/Pil rimanga su una forte tendenza al ribasso, in un contesto politico stabile e con una politica fiscale ben ancorata. Parole che premiano certamente Atene e che suonano forse come un mezzo segnale di allarme per l’emittente Italia.
Sedute sprint per il decennale greco
Immediato l’effetto sul rendimento del 10 anni ellenico: dai massimi dell’ultimo anno oltre il 4,7% è sceso al 3,3%, con un’accelerazione da inizio ottobre in poi. Per trovare identici livelli occorre tornare indietro e non di poco, con ormai tutti gli indicatori tecnici riferiti alla quotazione passati in “strong buy”.
Alcuni pattern avevano anticipato da settimane un movimento nettamente rialzista ma forse il mercato ha premuto l’acceleratore. Volendo verificare i possibili livelli di ulteriore rafforzamento si possono identificare il 3,11% e poi il 2,78% come possibili target nella discesa del rendimento del decennale, il che vorrebbe dire dimenticare del tutto un passato durato non poco.
Governativi greci, dove puntare
C’è ancora spazio per scommettere sui governativi di Atene? Certamente sì se la Bce confermasse un taglio dei tassi nel corso del prossimo anno. Ormai la loro correlazione è legata più alla politica monetaria dell’area euro che ai fattori interni di politica ed economia nazionali. Volendo allora puntare con una visione meno speculativa su questi titoli di Stato, ecco tre alternative di un certo interesse.
Grecia 4% Ge37 Eur
(Isin GR0133011248 – taglio 1.000): se il 4,25% 2033 quota nell’ask di Borsa Italiana sui 107-108 euro, rivelandosi poco competitivo, il 4% 2037 si limita a un prezzo di 103, lontano dai minimi a 92,7 euro dell’ultimo anno ma ancora con forti spazi di rafforzamento rispetto ai quasi 150 euro dell’estate 2021. Con un rendimento sul 3,6-3,7% ha ormai messo alle corde un equivalente Btp, che si attesta sul 4,2%.
Grecia 3,45% Ap24 Eur
(Isin GR0114031561 – taglio 1.000): preferendo cogliere l’anomalia della curva europea questo titolo si segnala per una quotazione ancora sotto 100, sebbene esposto in ask nelle ultime ore leggermente sopra. Cercando di diversificare posizioni riferite alla liquidità di breve il suo rendimento lordo attorno al 3% su una vita residua di pochi mesi è decisamente un’occasione da afferrare.
Grecia 1,875% Ge52 Eur (Isin GR0138017836 – taglio 1.000): infine il più lungo di tutti è un 2052, che si scambia sui 67 euro contro un minimo dell’anno a 54,5 euro. Ha ancora netti margini per un rialzo delle quotazioni in presenza di un taglio dei tassi Bce e lo dimostra il fatto che ad agosto 2021 si muovesse attorno ai 114 euro.
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