Bond oggi - Attenzione alle facili promesse di quelli con unica cedola a rimborso

Lorenzo Raffo

9 febbraio 2024

L’inedita generazione di obbligazioni va ben capita. Ha dei punti forti ma si caratterizza anche per dei difetti. Ecco quali sono.

Bond oggi - Attenzione alle facili promesse di quelli con unica cedola a rimborso

È la nuova moda in ambito obbligazionario. E, siccome gli emittenti nulla regalano e all’opposto ben pianificano la convenienza o meno per loro delle inedite generazioni di bond, ci sarebbe da diffidarne.

In realtà un ruolo esse lo svolgono ma occorre valutarne bene la maggiore o minore utilità nel caso di ciascun investitore. Di cosa parliamo? Delle obbligazioni bancarie con cedola unica a incasso finale. Ormai non c’è istituto di credito che non le abbia fatte proprie, proponendole sul mercato con ampie campagne promozionali.

Alti rendimenti, una sola cedola

Si tratta di emissioni che prevedono in teoria un’elevata cedola annua - di solito superiore al 5% - pagata però cumulativamente a scadenza o a un eventuale rimborso anticipato (call) discrezionale da parte dell’emittente. Non si incassa quindi un coupon di anno in anno ma lo si rinvia a un importo complessivo a fine vita, la quale però per sua natura non è certa.

L’elemento di richiamo sta proprio in quel tasso di interesse rilevante, perfino oggi in presenza di politiche monetarie molto favorevoli in tal senso da parte delle Banche centrali.

Punti forti dei bond a cedola unica

Per correttezza iniziamo ad analizzare i vantaggi di questi bond.

  • Il tasso di interesse nella maggior parte dei casi è fisso e come detto rilevante, maggiore rispetto a quello di obbligazioni a cedola regolarmente versata ogni anno.
  • Se i tassi applicati dalle Banche centrali scenderanno ma non di molto nei prossimi due anni il rendimento risulterebbe rilevante, specialmente se il bond fosse acquistato a 100 o a condizioni ancor più favorevoli, visto che alcuni sono scesi sotto la pari in fase di quotazione iniziale sul secondario.

A quel punto – essendo titoli scambiati in Borsa – si potrebbero vendere con una buona performance globale, considerando il consistente rateo aggiuntivo. Se i tassi invece crolleranno è evidente che la call scatterà, dato la non convenienza per gli emittenti di riconoscere elevati rendimenti.

Punti deboli dei bond a cedola unica

Vanno presi in adeguata considerazione.

  • Chi investe in bond vuole cedole versate regolarmente. Quelli emessi negli Usa staccano quasi sempre due volte l’anno e i bancari europei nella nostra valuta lo fanno spesso trimestralmente. Nel caso invece delle emissioni con una sola cedola a rimborso il ruolo di distributori costanti di cash si annulla, rinviando il versamento a una data che non si conosce, correlata alla discrezionalità dell’emittente.
  • Il rendimento esposto (che in teoria corrisponderebbe al tasso annuo annunciato), anche nel caso di acquisto a 100, risulta in realtà inferiore. Lo yield di un bond presuppone infatti che quanto via via incassato sia reinvestito, determinando un fenomeno di interessi su interessi. In tal caso ciò non avviene. Ne consegue che correttamente alcuni emittenti esplicitino questo aspetto, evidenziando rendimenti a scadenza naturale (quindi non alla call) ben inferiori in confronto a quelli teorici. La differenza è talvolta sostanziale e lo è soprattutto nel caso di obbligazioni molto lunghe.
  • Si tratta di strumenti idonei per collocare liquidità in euro (ci sono anche emissioni in dollari) e come tali vanno utilizzati su ottiche temporali di breve e medio periodo.

L’importante quindi è capire questi bond e utilizzarli di conseguenza. Altrimenti meglio evitarli!