Bond oggi: Bce oltranzista. In euro si guadagnerà con il colpo grosso
Lorenzo Raffo
8 marzo 2023
Tassi al 4%? Gli effetti sui rendimenti dei decennali sarebbero pesanti. È il momento di cominciare a prepararsi per un’evoluzione così inattesa.
La Banca centrale europea dovrà continuare ad alzare i tassi di interesse. L’ha ammesso il capo economista di Eurotower, Philip Lane. Il mercato ha creduto a queste anticipazioni, mantenendosi in vendita sui titoli di Stato ma non più di tanto. Il decennale italiano al 4,5% e quello tedesco al 2,7% lo confermano. Vediamo cosa può succedere ora e come muoversi.
Si guarda al 4%
Le prospettive di un rialzo del tasso Bce al 4% entro fine 2023 appaiono realistiche, seppur fare previsioni sull’inflazione in area euro sia impossibile, data la sua volatilità. I 50 pb di incremento nella riunione del 16 marzo appaiono scontati. Poi sono probabili altri 50 pb a maggio.
Chi sta sui mercati deve quindi seguire ora alcuni numeri che daranno via via una conferma o meno del trend rialzista degli yield per i governativi in euro. Cominciamo dal Bund. Quella del 2,7% è una prima resistenza che sta facendo anche da supporto. Se rotta pesantemente al rialzo si dovrebbero poi monitorare il 2,79%, il 2,9% e infine il 3,05%. Le probabilità che si ci si arrivi stanno salendo ma quasi sicuramente con una volatilità in aumento. Il titolo di riferimento è il Bund 2,3% Fb33 (Isin DE000BU2Z007 – quotato su Borsa Italiana), che quota sui 96,5 euro ma che non rende possibili analisi di natura grafica, trattandosi di un’emissione che ha debuttato nello scorso mese di gennaio.
Proseguiamo con il Btp. Rispetto al 4,5% di yield in corso i prossimi livelli da seguire sono il 4,7% e in seguito il 4,83% e il 4,99%, quindi di fatto il 5%. Il titolo di riferimento è il Btp 4,4% Mg33 (Isin IT0005518128): ha debuttato nel novembre 2022 e rende altrettanto difficile una verifica tecnica dei livelli di prezzo rispetto ai 99,4 euro in corso e al minimo dell’anno a 97 euro.
Colpo grosso come?
Sul fronte dei due titoli citati e logicamente dell’obbligazionario euro in genere le occasioni di centrare livelli di acquisto più interessati rispetto a quelli in corso sono al momento verosimili, con una percentuale stimabile in oltre il 60% delle probabilità. Il problema sta nel fatto che – come detto – il mercato valuta una volatilità in forte aumento, soprattutto nella tarda primavera e all’inizio dell’estate. Si potrebbero riscontrare quindi dei minimi più accentuati rispetto ai valori calcolabili con il semplice rapporto fra tasso Bce e rendimenti dei decennali di riferimento.
Lo dimostra la curva degli yield di tutti i decennali in euro aggregati: è sul 3,5% ma dalla scorsa estate conferma un nervosismo in forte crescita, come non era mai successo in passato. Situazione simile per le scadenze a due anni, ora al 3,3%. L’irripidimento in corso da inizio 2022 non trova riscontri in precedenza. Fra il 2006 e il 2008 ci fu un movimento pure rialzista, con target equivalenti ma allora il tutto avvenne con un movimento molto più progressivo. Ne consegue un probabile effetto. All’arrampicata in corso potrebbe accodarsi un’altrettanta veloce discesa. Cogliere quindi minimi di prezzo sulle scadenze sia corte sia lunghe diverrà un’occasione irripetibile. E si potrebbero determinare proprio fra maggio e luglio, salvo intervengano novità di natura geopolitica tali da condizionare le scelte monetarie della Banca centrale europea. Sull’argomento torneremo nei prossimi giorni.
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