Bond oggi: come trarre profitti dall’high yield asiatico
Lorenzo Raffo
12 dicembre 2022
Ancora più aggressivo di quello Usa, data la forte presenza di emissioni cinesi. Si replica con un Etf ad alta volatilità. Determinante la scelta dell’euro come valuta di denominazione.
È giovane ma rappresenta uno dei settori obbligazionari più dinamici a livello globale. Si tratta dell’high yield asiatico, di cui si è detto un gran bene nel corso degli ultimi due anni ma che ha deluso proprio nel 2022, specialmente nella sua replica da parte dei fondi a gestione attiva. L’alternativa è rappresentata dagli Etf, di cui uno quotato in Borsa Italiana. Di fatto è il solo strumento utile a riproporre facilmente il comparto high yield del continente orientale.
Le caratteristiche
Si tratta del Tabula Asia ex Japan Hy Usd Esg Hd (Isin IE000DOZYQJ7 – Ter 0,65%), dizione complessa che merita una spiegazione. Esclude il sottostante giapponese – il che è positivo, dati i relativi bassi rendimenti – mentre si riferisce all’high yield con criteri Esg denominato in Usd ma che nel caso specifico prevede la copertura del cambio. Valuta di designazione è quindi l’euro, eliminando del tutto il rischio di cambio.
Cosa replica
I mercati obbligazionari maggiormente presenti nell’indice di riferimento sono Cina (46,6%), India (21,2%), Hong Kong (12%) e Indonesia (9,6%), mentre per i settori dominano il real estate (32,6%), il finanziario (29,9%) e l’energetico (15,3%). Il 77% si riferisce a emissioni con rating BB contro il 16,3% di B e infine una minima quota di CCC. L’Etf prevede la distribuzione di cedole semestrali ma finora non ne ha ancora versate. Da segnalare invece che la duration del portafoglio sottostante si attesta sotto un valore di 3 anni, molto basso.
Il peso della Cina
I numeri relativi alle performance sono negativi, sebbene si riferiscano solo a un periodo abbastanza corto di quotazione. Dal debutto sul secondario a gennaio ha messo a segno il -27%, con un trend ribassista netto, che dal massimo a 9,61 euro (24/1) l’ha portato al minimo di 5,05 euro (3/11), bissando quanto messo a segno da vari fondi a gestione attiva. Da inizio novembre un rimbalzo con ritorno poco sopra i 7 euro. In presenza di debolezza dell’obbligazionario area dollaro si determinerebbero degli interessanti livelli di entrata fra 6 e 6,3 euro ma certamente da valutare è ora l’andamento rispetto alla media mobile a 200, rotta di poco al rialzo proprio venerdì. Le prossime sedute saranno quindi utili a valutare il proseguimento o meno del rialzo. Interessante inoltre conoscere l’importo del coupon pagato probabilmente a gennaio in una prospettiva di rendimento ipotizzabile inferiore però a quella degli high yield Usa.
Questo Etf è certamente fra i più volatili e il fattore determinante in tal senso viene dalla presenza dell’obbligazionario cinese, comparto altrimenti non replicabile direttamente e che si conferma iper esposto alle dinamiche dell’economia di Pechino e dintorni, che esce fra l’altro da un momento complesso a causa della crisi del gigante immobiliare Evergrande, di cui si è parlato tanto anche in Italia. Vicende come queste impattano su tutto l’high yield asiatico, che ha tuttavia ottime prospettive di crescita in prospettiva di medio-lungo termine. Pur con l’incertezza per ora, nel caso del Tabula, di quanto verserà in termini di coupon.
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