Bond oggi – Due Btp per chi vuole correre bassi rischi
Lorenzo Raffo
13 dicembre 2023
Scadenze non troppo lunghe e rendimenti oltre il 3%, ovvero superiori alla stima inflattiva dei prossimi anni. Oggi è la loro giornata.
Fino a qualche settimana fa il mondo obbligazionario paventava le “duration”, ovvero il grado di sensibilità di un’obbligazione o di un portafoglio obbligazionario alle variazioni dei tassi d’interesse, visto che erano al rialzo e quindi incidevano negativamente sulle quotazioni.
Da ottobre tutto questo appartiene al passato: oggi si guarda alle duration e soprattutto a quelle elevate. Lo fa però chi ha una certa propensione al rischio.
Intanto sono ricominciati a sorgere dubbi sul fattore solidità degli emittenti, il che interessa soprattutto l’area dei governativi, carica di debiti esplosi dopo la crisi Covid. E allora? Bisogna trovare un compromesso, che si esprime in tanti modi.
Nel caso dei Btp meglio preferire scadenze non eccessivamente lunghe, allo scopo di attenuare le incertezze delle evoluzioni future relative alla nostra economia e alla solidità dell’emittente Italia.
Due aste di Btp vengono a pennello
In realtà c’è da considerare anche un fattore più tecnico: ovvero – come detto – non andare troppo lunghi ma allo stesso tempo cogliere le occasioni che la curva dei rendimenti italiani sta offrendo. Le scadenze corte e medie offrono di fatto yield di poco inferiori rispetto a decennali e oltre.
Per spiegare il perché dovremmo richiedere la vostra attenzione per non poco tempo. Meglio allora valutare i numeri. A tre anni la curva indica un 3,2% e a sette anni un 3,6% contro il 4,1% del cinquantennale.
Per chi quindi voglia avere una posizione tranquilla con un rendimento dignitoso scegliere queste due opzioni a tre e sette anni ha senso, considerando anche una minore volatilità globale dell’accoppiata rispetto per esempio a un’abbinata lunga. Proprio oggi si concretizzano due aste di Btp che vanno a pennello in tale ottica.
Btp 2026 e 2030 per chi vuole andare a scadenza
Logicamente la scelta si basa su un presupposto: quello di coniugare un rendimento decente con un posizionamento che vada a rimborso. Eccoli allora i due Btp che ben si adattano a questa scelta.
- Btp 3,85% 15/9/2026 (Isin IT0005556011): è stato emesso nello scorso mese di luglio e quella odierna è la nona tranche in collocamento sul mercato. Quota sui 101,7 euro ma in presenza di una debolezza dei nostri titoli di Stato potrebbe attestarsi sui 101. Al momento ha un rendimento lordo sul 3,2%, equivalente a quanto evidenziato dalla curva. Con una duration di 2,5 non si espone troppo a variazioni di prezzo e naturalmente va visto solo in ottica di rimborso a scadenza.
- Btp 4,0% 15/9/2030 (Isin IT0005561888): è stato emesso a settembre 2023 e quella odierna è la settima tranche. Quota sui 102,3 euro ma un posizionamento su prezzi di poco più bassi appare possibile. Il rendimento in corso si colloca sul 3,7%, leggermente superiore in confronto al valore rilevato sulla curva.
Entrambi, quotando sopra 100, comporteranno ovviamente delle minusvalenze fiscali a scadenza, il che può essere interessante nel caso del 2026 per compensare capital gain che si dovessero determinare in quell’anno. Naturalmente ci può essere anche l’opzione opposta, ovvero di scegliere Btp corti che quotino sotto 100. Ne scriveremo in un prossimo articolo.
leggi anche
Capital gain: cos’è e come si calcola?
Archivio
novembre 2024 ottobre 2024 settembre 2024 luglio 2024 giugno 2024 maggio 2024 aprile 2024 marzo 2024 febbraio 2024 gennaio 2024Altri blog
Terzo Millennio
Di Pierpaolo Bombardieri
BCFormula®
Di Mauro Finiguerra e Lara Zampini e Alberto Michelis e BCFormula
Finanza Sostenibile
Di Giuseppe Montalbano