Bond oggi – Emissioni a taglio 100, quanto convengono?
Lorenzo Raffo
26 settembre 2024
In euro o in dollari, cominciano a vedersi su Borsa Italiana. In realtà il mercato compra però lotti maggiori, per l’effetto commissioni.
La crescente popolarità del settore obbligazionario porta gli emittenti a offrire prodotti che possano essere i più “democratici” possibile.
Cosa vogliamo dire? Che si cerca di aumentare la liquidità riducendo i tagli minimi. Prevedendoli a 1.000 (soprattutto nel caso dell’euro) ma perfino a 100. D’altra parte anche alcuni titoli di Stato esteri da tempo vengono formalizzati addirittura a 1 euro, sebbene poi in realtà scambiati al classico lotto minimo di 1.000.
Ora ci provano le banche
Negli ultimi mesi hanno debuttato alcune obbligazioni appunto con taglio 100. Evidente l’obiettivo di renderle facilmente accessibili da parte del retail, che spesso lamenta difficoltà a investire importi di un certo rilievo. Lo conferma d’altra parte la scarsa liquidità dei bond a 100.000 quotati sia a Borsa Italiana sia su altre Borse europee. Bene quindi l’opzione piccolo lotto, sebbene occorra porsi la domanda di quanto sia poi realmente praticabile.
L’effetto commissioni
Un aspetto da tenere in considerazione è infatti quello commissionale. Proprio il retail meno attivo in termini di contrattazioni paga “fee” più elevate, che possono raggiungere in molti casi l’importo fisso dei 19 euro. Se si acquistassero 100 euro di un bond con tale taglio è evidente come l’impatto dei costi sarebbe super gravoso.
Lo è anche con un importo 1.000. Di qui la prassi dei piccoli investitori di puntare almeno su 5.000 euro (con un’incidenza commissionale dello 0,38% nel caso dei 19 euro) o ancor meglio di 10.000 euro (0,19%). Possono sembrare “fee” accettabili ma si tenga conto che gli intermediari più convenienti prevedono importi inferiori.
Il vantaggio dell’accumulo
Fatta salva questa considerazione c’è tuttavia da segnalare che piccoli tagli consentono una maggiore elasticità nell’adeguare una posizione obbligazionaria alle variazioni dei prezzi. Ciò vale soprattutto per i bond nelle valute emergenti, dove i lotti – cambiati in euro – corrispondono spesso a importi molto bassi, consentendo un’operatività con entrate scaglionate adatte all’andamento appunto dei cross valutari e delle quotazioni, più volatili – per vari fattori – rispetto a quanto avviene in euro o in dollari.
Il lotto 100 non è decisivo
La novità del taglio 100 nella costruzione di nuove obbligazioni è certamente uno strumento di marketing ma non va oltre tale ruolo. D’altra parte gli stessi emittenti sono stati abbastanza cauti nel comunicare al mercato una simile caratteristica. Loro sanno che non è determinante quanto lo è invece la struttura del prodotto.
Ne tenga conto il piccolo investitore, che spesso viene magari male informato dall’intermediario bancario o dal consulente con cui opera. Questo però è un altro discorso, che meriterebbe comunque più attenzione di quanto forse non gli si dedichi.
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