Bond oggi: Eni contro nuovo Btp Italia. Il mercato attende
Lorenzo Raffo
8 febbraio 2023
Il 4,3% 2028 dell’azienda petrolifera scatterà al rialzo sul secondario? Sì ma! L’esordiente “inflation” nazionale si confronterà invece con tanta incertezza.
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Le prossime settimane saranno particolarmente interessanti in ambito obbligazionario per tre eventi quasi coincidenti: l’avvio delle quotazioni sul Mot del bond Eni 4,3% 2028 (Isin IT0005521171 – rating A-), l’inizio delle sottoscrizioni della 19ᵃ emissione del Btp Italia (da lunedì 6 marzo), il tutto in un contesto di perplessità per le evoluzioni dei nostri titoli di Stato. Chi cantava vittoria per questi ultimi deve fare marcia indietro. Il rendimento del decennale è tornato infatti a salire e non di poco.
Eni dove andrà?
Iniziamo dal tasso fisso Eni. La quotazione sul secondario sarà molto seguita per un semplice motivo: il riparto ha lasciato a bocca particolarmente asciutta molti piccoli e medi investitori. Tutto dipenderà però dalla quotazione di avvio. Attualmente la curva dei rendimenti dei titoli di Stato indica in un 3,6% il relativo valore riguardo alla scadenza a 5 anni. L’Eni ha però un rating più alto e quindi la partenza avverrà sopra la pari, salvo eventi imprevedibili sul fronte tassi Bce o tensioni sul debito italiano. Lo yield del quinquennale si è mosso negli ultimi mesi fra il 3,2 e il 4% (cifre arrotondate).
Oggi quindi è esattamente a metà ma con tutti gli indicatori – su periodicità giornaliera e settimanale – che propendono per il proseguimento del trend rialzista e quindi ribassista delle quotazioni. Ogni occasione pertanto che il mercato offrirà con eventuali discese dell’Eni sotto 100 andrà colta, disponendo ordini a revoca multi-day magari frazionati su quotazioni via via non di molto inferiori. È vero che così facendo ci si fa carico di maggiori commissioni di intermediazione ma – se si realizzasse la rottura al ribasso di quota 100 – ciò avverrebbe certamente in un contesto di volatilità o forse di alta volatilità. Mediare al ribasso sarebbe un bel successo!
I dubbi sul Btp Italia
Più complessa al momento la valutazione nella prospettiva di un mese per il Btp Italia (scadenza marzo 2028). Tre fattori incideranno in merito:
- scontato l’andamento dell’inflazione, con il dato dell’indice dei prezzi al consumo di febbraio, che sarà decisivo;
- il cosiddetto interesse minimo garantito – ovvero la cedola base – che si conoscerà venerdì 3 marzo;
- le quotazioni sul secondario degli altri Btp Italia, attualmente tutti sotto 100, con addirittura il 2027 (Isin IT0005388175) sotto i 95, poiché penalizzato dal tasso minimo dello 0,65%.
Esprimere oggi una previsione in merito alla nuova emissione appare certamente difficile. Il quadro generale è talmente instabile da non consentire di identificarne le prospettive.
Il parallelo a 5 anni
La scadenza quinquennale di entrambi farà sì a ogni modo che inizierà un bel confronto – o forse scontro – fra l’Eni e il Btp Italia. Una prima indicazione per chi volesse investire ora sta nel rinforzare le posizioni sul tasso fisso del Cane a sei zampe (alle condizioni prima evidenziate) e nel puntare su un Btp Italia quotato sul secondario. Siccome però gli investitori italiani sono già carichi di titoli indicizzati all’inflazione nazionale, con perdite in conto capitale e ottimi flussi cedolari, su questo secondo fronte per loro l’incertezza resta predominante.
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