Bond oggi: fare soldi con i governativi in euro. Sei titoli a confronto
Lorenzo Raffo
1 settembre 2022
Tre ad alto rating e tre a medio rating, con quotazioni da minimi di 59 euro a massimi di 121 euro. Si adattano bene in ottica di diversificazione degli emittenti.
Dalle dichiarazioni di alcuni politici che “serve più deficit” certamente i mercati non possono trovare motivi di soddisfazione. Altro che effetto hedge ribassisti per i Btp! È il caso allora di valutare delle alternative nell’area euro, poiché – al contrario del passato – la debolezza dei nostri governativi si confronta con una situazione ugualmente fragile di altri emittenti.
Sul fronte degli alti raiting
Cominciamo però dalla Germania. Il Bund€i 0,1% 2026 (Isin DE0001030567 – taglio 1.000 euro – rating AAA), essendo un “inflation” indicizzato sui prezzi al consumo a livello europeo, copre in questa fase l’aumento del costo della vita, con un rendimento stimabile dal 6,5 al 7% in base all’andamento della quotazione.
Ottima la scadenza a quattro anni, perché di fatto consente di essere portato a rimborso, ma decisivo il prezzo di acquisto. Si è mosso negli ultimi due mesi fra 105 e 110 euro, condizionato dalle indiscrezioni sull’aumento dei tassi in area Bce. Se dall’Eurotower arrivasse qualche notizia di rialzo si determinerebbe un possibile ribasso verso i recenti minimi, determinando un buon livello di entrata.
Sulla linea di fuoco opposta dei tassi fissi a lunghissima scadenza merita attenzione il Bund Green 0% 2050 (Isin DE0001030724 – taglio 1.000 euro – rating AAA), frutto delle politiche ultra espansive della Bce degli ultimi anni. L’assenza di una cedola lo trasforma di fatto in uno zero coupon, molto esposto ad alte variazioni di prezzo, dovute a una “duration” sui 27, valore elevatissimo. Si contratta sui 63-64 euro, con yield all’1,6%, e interessa soprattutto in ottica di futuro possibile rimbalzo delle quotazioni se la recessione colpisse duro e la Bce inserisse la retromarcia.
Volendo invece incassare una consistente cedola su una scadenza a sei anni il Bund 5,625% 2028 (Isin DE0001135069 – taglio 1.000 euro – rating AAA), emesso nel 1998 e quindi figlio di altri tempi, quota nettamente sopra 100 attestandosi sui 121-121,5 euro, con uno yield a scadenza dell’1,35-1,4%. Negli ultimi cinque anni non ha mai toccato minimi così (relativamente) bassi e lo dimostra il fatto che nell’agosto 2019 si negoziava oltre i 155 euro.
Sul fronte dei raiting minori
Un emittente che si è imposto presso gli investitori italiani è la Romania, presente a Piazza Affari con molte emissioni. Il 3,375% 2050 (Isin XS2109813142 – taglio 1.000 euro – rating BBB-) soffre da tempo di una forte debolezza, complici vari fattori. È sceso infatti a 59 euro, con rendimento al 6,6% e scambi sempre molto attivi. L’offerta di titoli si amplia poi dai corti 2024 in euro (yield sul 3,1%) agli extralunghi in dollari, estranei però allo screening di oggi.
Meno scambiato è l’emittente Bulgaria. In questo caso ci sono due titoli in euro e il più interessante è un altro extralungo. L’1,375% 2050 (Isin XS2234571771 – taglio 1.000 euro – rating BBB) si colloca sui 63/64 euro ma a inizio 2021, in un contesto del tutto diverso, si scambiava sopra 100. In ottica di diversificazione e di possibile rimbalzo di medio termine quest’opzione va valutata come parziale alternativa al Romania.
Infine, un emittente a noi più vicino in quanto appartenente in passato al mesto gruppo dei Pigs. Si tratta del Portogallo, di cui merita attenzione – sempre in ottica di differenziazione – un tasso variabile, tipologia di bond poco praticata in Europa. Il Portugal Tv Lg25 (Isin PTOTVMOE0000 – taglio 1.000 euro – rating BBB) è arrivato da maggio sui mercati. Indicizzato Euribor 6 mesi + 1% ha un “floor” (cedola minima) dell’1%. Si compra fra i 103 e i 104 euro ed è apprezzabile la scadenza corta, che potrebbe favorirlo in presenza di un netto rialzo dei tassi da parte della Bce.
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