Bond oggi – I governativi extralunghi vanno “long”. È presto però per cantare vittoria
Lorenzo Raffo
14 ottobre 2023
Veloci rimbalzi dopo quelli che sono stati forse i loro minimi assoluti. Ora è probabile una fase di volatilità. Il caso di tre titoli bond fra più seguiti.
Gli annunci degli ultimi giorni ci segnalano che nell’area euro gli effetti dell’inflazione si stanno attenuando, che la Bce potrebbe frenare il suo cammino nel rialzo dei tassi - o addirittura stopparlo - e che i rendimenti dei governativi cominciano a evidenziare volatilità. La vera notizia è però un’altra: si sta assistendo a un movimento delle “yield curve”, con la parte lunga che si rialza.
Il bond trentennale tedesco in un mese è passato dal 2,7 al 2,9%, mentre quello italiano ha fatto un balzo dal 4,9 al 5,12%. Nelle ultime sedute si è però registrata un’opposta inversione ribassista e non trascurabile. Ciò significa che le quotazioni degli extralunghi sono aumentate quasi all’improvviso, smentendo quanto si evidenzia osservando i dati su base mensile.
Il Bund con cedola 0%
Un titolo attraente da questo punto di vista è certamente il Bund 0% agosto 2050 (Isin DE0001102481), che in pochi giorni su Borsa Italiana è passato da 43,8 a 47,1 euro, con un’accelerazione nelle ultime sedute. In realtà si era registrato un crollo a inizio ottobre, con un picco ribassista mercoledì 4. Da lì è partito un rimbalzo, che non chiude però la figura a V - cosiddetta V bottom - iniziata a settembre. Perché ciò avvenga occorrerà una salita oltre i 48,5 euro o ancor meglio al di sopra dei 51 euro. Questo governativo è interessante per due motivi: ha una “duration” (sensibilità ai tassi) di 26 – decisamente elevata – e con la cedola 0% non comporta implicazioni di rateo.
L’Austria 0,85% al 2120
Non meno attrattivo è il campione delle lunghissime scadenze, ovvero l’Austria 0,85% 2120 (Isin AT0000A2HLC4), che essendo un centenario è spesso il più citato quando si parla di governativi extralunghi. In effetti la sua volatilità è molto elevata perfino in ambito di singole sedute. Il relativo grafico corrisponde a quello del Bund, con quotazioni logicamente diverse: minimo mercoledì 4 ottobre a 34,3 e risalita ai 38,5 euro di oggi. La chiusura della figura a V avverrebbe in questo caso con il ritorno sopra i 40 e ancor più oltre i 41 euro. Per l’Austria la "duration” è da vero e proprio record, attestandosi a 43,6, il che è dovuto evidentemente a una vita residua riscontrabile su pochi altri titoli di Stato.
Il Btp italiano 2,15% 2072
Se il Bund e l’Austria hanno peculiarità anomale il Btp italiano più lungo rientra in una casistica meno esasperata. Anche qui però il V bottom si è manifestato, con il minimo del 4 ottobre a 48,4 euro e un successivo rialzo fino ai 52,8 di metà seduta del 12 ottobre. La chiusura del movimento avverrebbe oltre i 54 euro ma soprattutto con una stabilizzazione sopra i 57 euro. Nel caso dell’italiano la “duration” si limita a un valore di 22, minore grazie a una cedola più corposa rispetto ai precedenti titoli.
Una conferma: aumenterà la volatilità
Gli studiosi di analisi grafica sostengono che un il V bottom anticipa di solito una fase di volatilità. È probabile che ciò avvenga anche per i governativi extralunghi, le cui fluttuazioni seguono le classiche regole di formazione dei prezzi di Borsa. D’altra parte le incertezze e contraddittorietà nelle decisioni della Bce saranno il tema dominante in ambito obbligazionario nei prossimi mesi. Il rialzo in corso delle quotazioni va quindi preso con una certa prudenza. Probabilmente i minimi assoluti sono stati toccati ma per cantare vittoria ci vorrà ancora tempo.
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