Bond oggi: il nuovo Intesa in Usd, pro e contro
Lorenzo Raffo
1 marzo 2023
Ha appena debuttato su Mot e Tlx e lo analizziamo per come si sta muovendo sul secondario. Un confronto inoltre con un equivalente T-Note.
Appesi come siamo al filo della Fed è indubbio che ogni novità sul fronte obbligazionario in dollari merita attenzione. Spazio oggi allora a un nuovo titolo di Intesa Sanpaolo, di cui analizziamo caratteristiche, punti forti e punti deboli.
Questa la struttura
Si tratta di un tasso fisso così impostato: Isin XS2591231191 - cedola lorda annua 5,4% - tipologia senior - emissione 24/2/2023 - scadenza 24/2/2025 - taglio 2.000 Usd – ammontare emesso 200 milioni di Usd - quotazione su Mot e Tlx.
Sul secondario
Si è messo subito in luce un aspetto importante: il titolo nella prima seduta sul mercato si è spostato fra un minimo a 99,8 e un massimo a 100,75 Usd: volatilità intraday quindi significativa, seppur una scadenza a due anni comporti in merito oscillazioni controllate. È indubbio che le tensioni in corso sul fronte tassi hanno inciso e non poco da questo punto di vista. Il “book” è ancora dominato in vendita dal collocatore e non potrebbe essere diversamente. Per avere una situazione normalizzata occorrerà attendere ancora probabilmente varie sedute. Da segnalare che oggi gli scambi sono avvenuti sotto 100 e che quindi la possibilità di posizionarsi in acquisto sui 99 (o magari anche sui 98) è realistica. Decisamente più attivo il titolo sul Mot rispetto a Tlx ed è quasi di certo sul primo che bisognerà trattarlo anche in futuro.
Il confronto sulla curva
Considerando che attualmente la curva dei Treasuries vede il biennale collocato fra il 4,7 e il 4,8% di rendimento si impone un raffronto di convenienza rispetto a un equivalente titolo di Stato Usa. L’Intesa 5,4% - se acquistato sui 99,80-99,83 prevalenti della seduta odierna – comporta uno yield lordo del 5,5% e quindi netto del 4,07%. Reperendo un “rivale” fra i governativi Usa si riscontra su scadenza analoga il T-Note 15/2/2025 (Isin US912828J272), scambiato sui 94,75 Usd, con rendimento lordo del 4,85% e netto del 4,2%. Quest’ultimo supera pertanto l’Intesa di 13 pb, con uno spread denaro-lettera più o meno equivalente. Il confronto si riferisce al primo pomeriggio della seduta in corso (1/3/2023) e porta di fatto quasi a un pareggio.
I pro e i contro
Al momento a favore del senior di Intesa si notano una liquidità nettamente superiore e un tasso cedolare di gran lunga superiore, che – se saputo gestire adeguatamente – porta a un vantaggio rispetto al T-Bond. Il rating va invece a favore di quest’ultimo, con un AA+ rispetto al BBB dell’istituto bancario italiano. È pur certo che su una scadenza a due anni una differenza così rilevante non si rivela penalizzante. Lo è invece il fattore fiscale, essendo l’Intesa soggetto ad aliquota 26%. Un elemento importante consiste tuttavia nella probabile maggiore liquidità di quest’ultimo sul secondario di casa nostra, visto che in passato – quando la curva dei rendimenti Usa era meno favorevole per le scadenze corte – i governativi d’oltre Oceano evidenziavano scarsi scambi, il che avviene d’altra parte (seppur meno) pure nella propizia fase in corso. È vero che una vita residua a due anni porta a pianificare un posizionamento fino a scadenza ma il fattore liquidità – in un mercato pieno di incertezze – va comunque valutato. L’Intesa esce quindi abbastanza bene dal parallelo ed eventuali acquisti sotto i 99,5 Usd aprirebbero spazi per un’operazione di tutto riguardo su una vita residua così corta.
Archivio
novembre 2024 ottobre 2024 settembre 2024 luglio 2024 giugno 2024 maggio 2024 aprile 2024 marzo 2024 febbraio 2024 gennaio 2024Altri blog
Publytics: misurare il web
Di Publytics
EXchange - La dogana semplice
Di Paolo Massari e Lucia Iannuzzi
Finanza Sostenibile
Di Giuseppe Montalbano