Bond oggi – Incasso i dividendi bancari e poi compro Btp!
Lorenzo Raffo
5 febbraio 2024
Una strategia semplice e cauta per incassare reddito nel breve e medio termine. Puntando anche a un’ottimizzazione fiscale.
I mercati si stanno muovendo in maniera completamente diversa rispetto alle previsioni di fine 2023: allora si pronosticava un azionario stanco e un obbligazionario tonico per l’anno nuovo.
Gennaio e inizio febbraio dimostrano l’opposto, con il settore bancario sul primo fronte che dà linfa al Ftse Mib grazie a dividendi e buyback e con i bond incerti sulle evoluzioni future. Intanto il decennale italiano è fermo fra il 3,7% e il 4% di rendimento e non trova motivi di spinta da decisioni di politica monetaria della Bce. Il tutto dimostra come quella delle ipotesi si confermi un’arte poco precisa in ambito finanziario.
Vendere le banche ma prima?
Dopo le favorevoli notizie oggi di Unicredit, che ha messo a segno nel 2023 un utile netto record di 8,6 miliardi di euro, in rialzo di oltre il 50% anno su anno e che verserà un super dividendo di 1,78 euro per azione nei prossimi mesi, nonché con news altrettanto favorevoli per altri istituti, i cui annunci si attendono a breve periodo, c’è da domandarsi quale strategia adottare su questo fronte.
Incassare i profitti distribuiti e poi decidere? Oppure vendere prima dello stacco? E che fare di seguito? Data la possibilità che i mercati siano altalenanti nei prossimi mesi proteggersi con una strategia cauta è consigliabile.
Una potrebbe essere – se si è in plusvalenza - di liquidare ante stacco, di evitare conseguentemente la tassazione sul dividendo e di utilizzare il profitto in conto capitale (che incorpora il dividendo) per compensare eventuali minusvalenze pregresse. Il capitale riscosso può essere poi destinato a Btp preferibilmente lunghi per cogliere probabili loro rimbalzi delle quotazioni in presenza di ribassi dei tassi. Questo iter si presta logicamente a chi voglia gestire in maniera efficiente la fiscalità e punti in prospettiva a una doppia fonte di “total return”, ovvero azionario più obbligazionario.
Quali Btp scegliere
Se sul fronte azionario la scelta si limita di fatto alle principali banche italiane, su quello obbligazionario l’individuazione è un po’ più complessa, stante il rapporto “duration”/cedola. In base alla prima dipenderà infatti la variazione positiva del prezzo in presenza di una politica monetaria che si attenuasse pur senza violenti scossoni ribassisti dei tassi. Volendo comunque assicurarsi una cedola significativa al momento i due Btp preferibili sono i seguenti:
- Btp 4,5% Ot53 (Isin IT0005534141): con una “duration” sui 16, valore elevato, e una quotazione in corso di poco superiore a 100 assicura un buon yield sul 4,4% e prospettive di rialzo delle quotazioni nei prossimi due anni.
- Btp 4,15% Ot39 (Isin IT0005582421): in quotazione da oggi sul secondario, si caratterizza per una scadenza più corta rispetto al Btp precedente e per una “duration” minore ma ha debuttato sotto 100.
Naturalmente anche altre emissioni si prestano bene per l’operatività ipotizzata. Importante però è individuare titoli con i più alti rendimenti su entrambi i fronti – azionario e obbligazionario – per garantirsi “total return” di tutto rilievo nel breve e nel medio termine.
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