Bond oggi – Intesa Sanpaolo punta sul dollaro con due nuove emissioni
Lorenzo Raffo
13 novembre 2023
Esordio questa mattina, 13 novembre, su Borsa Italiana. Si tratta di uno “step-down” a sei anni e di un tasso fisso a due anni. Confronto con i governativi Usa.
Rendimento in dollari? Non sempre gli investitori italiani lo inseguono, cogliendo le occasioni che offre. Temono infatti (giustamente) l’andamento del cambio euro-dollaro ma non lo affrontano con il modo più semplice per neutralizzarlo, ovvero un conto in valuta.
Alcuni intermediari segnalano infatti da qualche tempo un minore utilizzo di questa alternativa ma sul perché pochi sanno dare una risposta. Eppure proprio nelle ultime settimane si sono registrati debutti di emissioni in dollari Usa molto interessanti in termini di rendimenti a scadenza. Oggi è il caso di Intesa Sanpaolo, che da questa mattina quota due nuove obbligazioni in $ su Borsa Italiana.
Intesa Sc Nov29 Usd (Isin XS2698043606)
La prima è una scadenza a sei anni caratterizzata da una struttura step-down. Cosa vuol dire? Che la cedola parte da un livello iniziale più alto per poi scendere con il passare degli anni. Si tratta quindi esattamente dell’opposto rispetto alla ben più conosciuta struttura step-up (cedola crescenti), che caratterizza sul fronte dell’euro, per esempio, i Btp Futura e il Btp Valore.
Nel caso dell’Intesa 2029 queste le caratteristiche:
- tasso fisso 8% nei primi due anni, poi 6% nel 3° e 4° anno, per concludere con un 4% il 5° e 6° anno;
- scadenza 10/11/2029;
- taglio 2.000 Usd;
- importo 200 milioni di Usd;
- pagamento cedola trimestrale;
- quotato su Mot e Tlx,
- quotazione in avvio a 99,5 Usd.
Se si considera che il rendimento dei titoli di Stato Usa a sei anni si attesta attualmente al 4,7%, l’emissione di Intesa lo supera e non di poco, con un importo cedolare medio sui sei anni del 6%. Certamente c’è da considerare il maggiore impatto fiscale, essendo l’Intesa soggetto all’aliquota 26%.
Il titolo punta chiaramente a un ribasso dei tassi Fed ma potrebbe essere soggetto a variazioni di prezzo non marginali in rapporto proprio alla politica della Banca centrale d’oltre Oceano. Di qui la strategia di collocarsi con una prima tranche nella fase attuale ma di prevedere delle piccole scorte di capitale per altre entrate in presenza di eventuali discese delle quotazioni.
Intesa 5,6% Nov25 Usd (Isin XS2698043515)
La seconda emissione è molto più corta e si rivolge a chi voglia cogliere l’occasione dell’attuale anomala curva degli yield dei governativi Usa. Eccone le caratteristiche:
- tasso fisso 5,6%;
- scadenza 10/11/2025;
- taglio 2.000 Usd;
- importo 200 milioni di Usd;
- pagamento cedola semestrale;
- quotato su Mot e Tlx.
Anche in questo caso – dato l’esordio odierno – si ha un “book” ancora tutto dominato dal collocatore con bid a 99,25 e ask a 99,75. Inevitabile il confronto con il rendimento di un equivalente Treasury a due anni: quest’ultimo garantisce il 5,4% nell’attuale atipica conformazione della relativa curva. In sintesi quindi – tanto più considerando l’effetto aliquota fiscale 26% - l’Intesa risulta leggermente meno conveniente rispetto per esempio all’Us T-Note 2,125% 15mg25 (Isin US912828XB14), che grazie a una quotazione sui 95,6 Usd si attesta su uno yield del 5,2%.
Un possibile punto forte dell’Intesa? Minore volatilità in prospettiva rispetto ai titoli di Stato Usa, se il prossimo anno si dovessero registrare tensioni per i governativi d’oltre Oceano, come non pochi analisti prevedono. Comunque contenute su scadenze così corte.
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