Bond oggi - Italia o Spagna, governativi a confronto, con tutti i numeri
Lorenzo Raffo
26 aprile 2023
Sotto vari aspetti Madrid si dimostra più forte di Roma ma il distacco non è netto. Ecco allora due titoli corti per guadagnare con entrambe.
Goldman Sachs sconsiglia i Btp (soprattutto lunghi) e consigli i “colleghi” spagnoli. Molti media ne hanno scritto ma in termini di numeri come va il confronto fra i governativi dei due Paesi?
Rischio/rendimento: vince la Spagna
Per l’Italia lo yield del decennale in corso al 4,3% conferma un’elevata volatilità, sebbene si allinei a quelli che furono i valori dal 2000 al 2010. Quindi, esclusa la crisi 2011 e considerata anomala la situazione da tassi Bce a zero, di fatto è tornato ai livelli duraturi del secolo in corso. Il decennale di Madrid al 3,4% si trova invece ancora sotto il rendimento medio del periodo 2000-2010 e si dimostra pertanto più forte del Btp. Si consideri che il rating della Spagna è salito all’attuale “A” con outlook stabile, mentre il fronte italiano è caratterizzato da probabile instabilità, nel caso in cui il governo non riuscisse a mettere il rapporto debito/Pil su un percorso discendente per deviazioni di natura fiscale, ci fosse un’attuazione incompleta delle riforme e si manifestasse una crescita insoddisfacente: parole di S&P.
Curva dei rendimenti: è un pareggio
La curva dei rendimenti italiani tende ad appiattirsi da alcuni mesi con il biennale al 3,4% e il cinquantennale al 4,3%. Uno spread di 90 pb è troppo contenuto per non determinare spinte agli acquisti sulla parte corta, il che rappresenterà un problema nel corso del 2023 per le nuove emissioni e soprattutto per quelle oltre i 6-7 anni. La situazione spagnola è tuttavia peggiore, con una curva piatta e che sembra acutizzarsi di settimana in settimana. Anche sul fronte di Madrid conviene andare corti, anzi ancor più che in Italia, collocandosi su scadenze a 6 mesi o a un anno.
Inflazione: la Spagna torna al 3,3%
Qui il confronto si fa arduo, poiché la Spagna è il primo Paese europeo a tornare vicino ai target inflattivi della Bce. Il dato relativo a marzo del 3,3% è nettamente inferiore al 7,6% italiano. Questa evoluzione è dovuta principalmente al fatto che nella Penisola iberica i prezzi dell’energia elettrica e dei carburanti avevano registrato un picco nel marzo del 2022 e che la loro gestione è avvenuta in modo migliore rispetto a quanto accaduto nel nostro Paese.
Pil e debito/Pil: l’Italia è ancora indietro
Il tasso di crescita del Pil resta positivo ma in calo in Spagna, con l’ultimo dato attestato al 2,6%, mentre il rapporto debito/Pil sta scendendo e non di poco: dai massimi al 120,4% del 2020 al possibile 112% del 2023. Il Governo di Madrid è ottimista e pensa che il Pil possa tornare presto ai livelli pre-pandemia. L’Italia su questi due fronti presenta un quadro a luci e ombre: per il Pil il Fondo Monetario Internazionale ha rivisto al rialzo le stime per il 2023, portandole dallo 0,6% allo 0,7%, mentre sul fronte del rapporto debito/Pil la situazione migliora rispetto al drammatico 155% del 2020 ma non in misura tale da tornare al valore medio pre-pandemia del 135%. La stima è di un 143-145% per l’anno in corso.
In conclusione: Italia o Spagna?
La Spagna è in vantaggio ma non tale da giustificare nette svolte a favore dei suoi titoli di Stato. Attualmente conviene esporsi sulle scadenze corte in un caso e nell’altro. Puntando sui Bonos relativamente ai cortissimi e sui Btp considerando scadenze un po’ più lunghe. Due esempi: il Bonos 0% Mg24 (Isin ES0000012H33) rende il 3,15% mentre il Btp 5% Mz25 (Isin IT0004513641) il 3,5%: Insieme permettono di abbinare il riapprezzamento a un anno del capitale e un buon flusso cedolare a due anni.
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