Bond oggi: quattro italiani con yield medio al 5,3%. Da gestire con cura
Lorenzo Raffo
17 giugno 2022
Un Btp Italia, un Cct, un Btp€i e un Btp che pompano rendimenti. Rilevante però l’impatto in corso dell’inflazione per due di loro.
In attesa dell’annuncio oggi del tasso reale annuo, ovvero della cedola base, del nuovo Btp Italia, che andrà in collocamento da lunedì sul Mot, si può ipotizzare un portafoglio (meglio non troppo grande) di titoli di Stato italiani o assimilati su cui collocarsi in ottica di breve/medio periodo, ovvero di due o tre anni. Il criterio è semplice: si basa sulla diversificazione più assoluta.
Il Btp Italia senza premio fedeltà
Nell’incertezza di quale sarà la cedola base dell’esordiente Btp Italia, fattore molto importante, è il caso di segnalare un altro titolo della stessa serie, il Btp Italia Ot27 (Isin IT0005388175), da giorni quota sotto 100.
Ieri ha chiuso a 97,14 euro e oggi ha aperto a 98, ma nelle sedute precedenti aveva anche toccato i 95,35 euro come minimo assoluto. Il rendimento annunciato è molto alto (sul 7,8-8%), complice l’impatto dell’indice Istat dei prezzi al consumo del nostro Paese. È evidente che facendo tale scelta non si gode del premio fedeltà, né di quello riferito all’emissione in questione (0,4%) né di quanto annunciato (1%) se si preferisse l’opzione alternativa del debuttante 2030, collocato comunque a 100.
Proteggersi dalle oscillazioni dei tassi: puntare su spread alti
I tassi della Bce saliranno ma per quanto tempo? Inutile fare previsioni. Meglio proteggersi in qualche modo puntando su spread più alti possibile, in aggiunta all’Euribor a 6 mesi, tornato a essere positivo dal 6 giugno – nel caso dei Cct – e attestato ieri sullo 0,237%.
Il 3 gennaio scorso, seduta di apertura dell’anno, era risultato negativo dello 0,539%. Una bella risalita quindi! Volendo coprirsi dal rischio Eurotower la scelta è ampia. Logicamente sul fronte titoli di Stato italiani ci sono appunto i Cct ma preferibile è il Cdp – Cassa depositi & prestiti, società pubblica – Gn26 (Isin IT0005374043), sceso negli ultimi giorni sotto 100, con un minimo a 99,42 euro, poi risalito ieri a 100,08, ma riallineatosi sui 100 proprio oggi. Acquistato possibilmente sotto la pari può essere un ottimo tutore in quest’ambito grazie a un margine dell’1,94% sull’Euribor tuttavia a 3 mesi, con uno yield sull’1,9-2%.
Btp€i, rendimento dell’1,8%
Terza opzione – inevitabile – quella di un replicante dell’inflazione europea, cercando di non esagerare con la “duration” e di non acquistare sopra 100. Interessante il Btp€i 0,1% Mg33 (Isin IT0005482994), che ha un vantaggio netto rispetto ad altri titoli della stessa categoria: quota sugli 83 euro, garantendo quindi a scadenza un rendimento comunque dell’1,8%, cui si aggiunge l’indicizzazione ai prezzi al consumo Eurostat.
Proprio grazie a tale variabile rende attualmente oltre il 9%, considerando tuttavia la rivalutazione del capitale, data la particolare struttura di questa tipologia di Btp.
Tassi fissi: una curva in rialzo
Infine lo strumento più complesso da gestire nella fase in corso: i tassi fissi. La curva italiana ha subito un evidente rialzo nell’ultimo mese, con due gobbette in accentuazione, in corrispondenza del 3 anni e del 10 anni.
Preferibile la prima, che comporta attualmente un rendimento del 2,48% contro il negativo 0,15% di un anno fa. Un Btp da valutare su questa scadenza è l’1,85% Lg25 (Isin IT0005408502), che ha avviato la seduta a 98,3 euro, con rendimento a rimborso sul 2,5%.
Yield in corso al 5,3%
Rilevante, molto rilevante. Lo è oggi ma potrebbe cambiare nei prossimi mesi, complice l’andamento dell’inflazione, che determina il rendimento di ogni singola cedola per il Btp Italia e sul capitale alla vendita e/o alla scadenza per il Btp€i.
Importante è mettere in portafoglio questi titoli a quotazioni sotto 100, per garantirsi comunque uno zoccolo di rendimento in presenza di futuri cambiamenti radicali sul fronte obbligazionario.
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