Bond oggi – MES, Btp, future e quello yield del 3,8%

Lorenzo Raffo

23 giugno 2023

Giornata positiva per i nostri titoli di Stato. Ecco il perché. Inoltre i livelli da seguire ora per il derivato e il rendimento del decennale.

Bond oggi – MES, Btp, future e quello yield del 3,8%

Movimento molto forte per i nostri titoli di Stato, con il Btp future salito oltre quota 117 in mattinata e con il rendimento del decennale sceso sotto il 4%. Il tutto è avvenuto in poco tempo, a conferma di una quasi eccitazione dovuta alle vicende del MES.

Cosa è successo? Che il ministero dell’Economia si è espresso in maniera molto positiva rispetto all’assenza di rischi per i Btp. Ha detto in particolare: “Sulla base dei riscontri ricevuti da analisti e operatori di mercato, è possibile che la riforma del MES, nella misura in cui venga percepita come un segnale di rafforzamento della coesione europea, porti a una migliore valutazione del merito di credito degli Stati aderenti”. Quindi anche dell’Italia!

Acquisti sui Btp ma attenzione

Inevitabile allora l’effetto favorevole per i nostri titoli di Stato. Che si avvicinano a quel 3,8% di rendimento, oltre il quale scatterebbe un rafforzamento strutturale segnalato dagli indicatori tecnici. Alcuni lettori ci hanno chiesto: perché il 3,8%? Lo spieghiamo per fare chiarezza. I due strumenti utili ad analizzare la forza dei governativi sono i già citati future e yield del decennale. Nel primo caso la verifica è semplice, poiché si tratta di valutare il suo andamento da un punto di vista grafico. Negli ultimi giorni ha rotto al rialzo la media a 200 periodi e poi si è assestato sulla resistenza dei 116,54. Oggi l’ha superata e ora si presentano due altri livelli da monitorare: 117,9 e soprattutto 118,6. Se il derivato salirà oltre scatteranno interessanti segnali di buy. Attenzione quindi a seguire queste quote.

I calcoli per l’andamento del decennale

Torniamo al rendimento del dieci anni. Si valuta sia con il trend grafico (che però non sempre è attendibile) sia con i “pivot point”, cioè i cosiddetti punti di rotazione, che spesso diventano alleati importanti nel verificare i trend di uno strumento finanziario. Non entriamo nei tecnicismi di come si calcolano ma ricordiamo che se l’asset si avvicina a certi livelli lì scattano delle indicazioni positive o negative di andamento delle quotazioni.

Nel caso del rendimento di un bond più il valore scende e più si assiste a un rafforzamento del relativo prezzo. Non solo: se calcolando i “pivot point” su periodicità diverse si riscontra che un certo valore si ripresenta in quel punto si attesta un’area da monitorare con attenzione. È quanto succede proprio per il decennale italiano, almeno da alcuni mesi in relazione al 3,8%. Che si manifesta su riferimenti temporali sia corti sia lunghi. Una conferma viene poi da un’analisi grafica storica (pur meno attendibile, come già detto) dell’ultimo anno. Il 3,8% appunto si è dimostrato un ostacolo sotto il quale il Btp ha avuto difficoltà a scendere.

Molto dipende però dalla Bce: non dimentichiamolo!

I segnali positivi odierni non devono sottintendere un altro fattore decisivo: è quello della politica monetaria della Banca centrale europea. Fintanto che Eurotower non definirà con precisione le scelte future il Btp resterà ballerino, come avvenuto sinora. Una seduta forte non tragga quindi in inganno. Se dopo il 3,8% volete comunque un altro livello importante eccolo: è il 3,4%. Che per essere raggiunto richiederebbe tuttavia una Bce più affidabile nelle sue decisioni e una minore isteria del sistema politico italiano.