Bond oggi: il nuovo Btp Italia un segnale lo dà. Cala la propensione a investire
Lorenzo Raffo
21 giugno 2022
Nella prima seduta di collocamento un po’ di stanchezza si è avvertita. Non per lo strumento ma per la scelta di impegnare i risparmi.
Lo strumento giusto al momento giusto. Con in più un tasso della cedola minima garantita dell’1,6% molto interessante. Le previsioni dicevano che si sarebbe attestato oltre l’1% ma non sopra l’1,5%. Invece il Mef è risultato iper generoso, offrendo un titolo di Stato protettivo nel caso di qualsiasi evoluzione del quadro economico italiano: se l’inflazione proseguisse il rendimento sarebbe eccellente, soprattutto per chi ha necessità di incassare coupon di tutto rilievo; se invece si trasformasse in un trend opposto, ovvero deflattivo, come qualcuno teme, la presenza della cedola base dell’1,6% diventerebbe comunque uno zoccolo di tutto rilievo.
Eppur non si parte con il pienone
Ci si poteva quindi attendere una partenza a fuoco e fiamme, il che è avvenuto solo parzialmente. L’importo collocato nella prima giornata si è fermato a 3,4 miliardi di euro, risultato positivo ma inferiore a quello della precedente edizione del maggio 2020, quando furono raccolti oltre 4 miliardi di euro. Il mercato aspettava questo dato, per due motivi: verificare l’atteggiamento in corso nei confronti dei titoli di Stato italiani da parte del “retail” nazionale; accertare la propensione agli investimenti in una fase difficile della vita sociale ed economica del Paese. Se il primo esame è stato tutto sommato superato, il secondo invece ha sollevato alcune incertezze. La propensione al rischio (perché comunque dei rischi ci sono inevitabilmente anche con un Btp Italia) sembra retrocedere, come d’altra parte evidenziano due altri aspetti: la frenata della raccolta da parte dell’industria finanziaria; gli scambi in contrazione dei mercati obbligazionari a livello globale.
Su pochi titoli
Seguendo le contrattazioni per esempio sulle Borse tedesche e sui desk dei principali broker si osservano scelte molto prudenziali, che puntano sulla solidità degli emittenti e su scadenze corte. A Francoforte si comprano soprattutto bond con rimborsi 2023 e 2024 e appartenenti preferibilmente alla categoria dei governativi. A Piazza Affari l’inclinazione al rischio sale un po’ ma limitatamente a una ristretta cerchia di emissioni. Sul Mot in particolare negli ultimi giorni si sono registrate transazioni sui Btp Italia, come avviene sempre in presenza di una nuova emissione che comporta switch sulla specifica curva dei rendimenti.
Pure dai fondi
Anche dal fronte dell’industria del gestito giungono segnali di stanchezza, seppur in presenza di un calo della liquidità detenuta sui conti, con una contraddittorietà di atteggiamenti tipica delle fasi di incertezza. Il Btp Italia 2030 conferma il tutto e oggi (martedì) bisognerà seguirne le evoluzioni. Quanto più ha sorpreso ieri è stato in particolare il dato dei contratti, sceso dai 109 mila dell’edizione precedente nella prima seduta di collocamento agli 88 mila di quella in corso. Un calo del 20% non è poca cosa e dimostra come una fascia di potenziale clientela sia in difficoltà non certo rispetto allo strumento in quanto tale ma alla disponibilità a investire.
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