Bond oggi: nuovo Btp Italia, il doppio premio fedeltà non è una garanzia
Lorenzo Raffo
30 maggio 2022
Ha già illuso gli investitori con i Futura. Decisivo invece il tasso minimo garantito. Che si conoscerà venerdì 17 giugno.
Annunciato, poi smentito e alla fine riannunciato, sta per essere emesso un nuovo Btp Italia. È il momento giusto per offrirlo, stante il surriscaldamento dell’inflazione anche nel nostro Paese. Attenzione però ai facili entusiasmi della stampa generalista, che evidenzia il “regalo” del doppio premio fedeltà, già introdotto con il Btp Futura. Visto quanto successo a quest’ultimo nelle sue varie edizioni, crollato sul secondario, non ci si faccia attrarre da una caratteristica che dice poco se non si conoscono (e non si conoscono) le caratteristiche più importanti del nuovo “linked”.
Incertezza scadenza
Il primo premio sarà corrisposto (naturalmente solo per chi sottoscriverà il titolo in emissione) durante la vita del titolo, mentre il secondo scatterà al momento del rimborso, per chi l’avrà detenuto per tutto il periodo. Detto così sembra interessante ma in realtà non conoscendo la durata del nuovo Btp Italia, dichiarata fra i 6 e i 10 anni, ogni valutazione resta sospesa. Una cosa infatti sarebbe incassare il premio iniziale dopo un periodo di 3 anni e altra cosa dopo 5 anni.
L’imboscata evidenziatasi con il Futura deve consigliare prudenza o meglio non portare ad alcuna conclusione prima che si conosca il tasso minimo garantito, annunciato venerdì 17 giugno, visto che il collocamento avverrà da lunedì 20 a mercoledì 22 giugno, salvo chiusura anticipata, e riservato ai risparmiatori individuali (il cosiddetto retail), mentre la seconda fase avrà luogo il 23 giugno e destinata agli investitori istituzionali.
Dubbi sul tasso minimo
Il fattore più importante resta naturalmente quello appunto del tasso minimo o cedola base, cui si aggiunge semestralmente l’inflazione italiana. Su questo fronte le previsioni sono piuttosto ampie, tanto più considerando l’incertezza sulla scadenza di cui si diceva prima. L’anticipo di debutto rispetto alle decisioni future della Bce potrebbe incidere e determinare una minore prodigalità in confronto a quelli che sono i rendimenti di mercato in corso dei tassi fissi. Finora le emissioni di Btp nelle varie versioni – escluse alcune eccezioni dell’ultimissima fase – hanno dimostrato un netto ritardo di adeguamento rispetto agli yield del secondario.
Non si può escludere che anche con il Btp Italia edizione 2022 avvenga lo stesso, tanto più considerando il rilevante effetto “promozionale” dell’inflazione in corsa. Escludendo il titolo in scadenza il 26/11 prossimo, gli altri hanno cedole inferiori all’1%, eccetto il 2025, cui fu conferito un 1,4%, grazie al quale è l’unico a essere riuscito a reggere sul secondario il livello dei 105 euro.
Sopra o sotto l’1%?
Se il nuovo Btp Italia si caratterizzasse per un tasso minimo garantito superiore all’1%, l’appeal sarebbe molto elevato, anche in previsione di una discesa futura dell’inflazione o addirittura di un successivo trend inverso. Se invece fosse inferiore all’1% perderebbe parte della sua attrattività, con il rischio inoltre di una successiva veloce discesa sul secondario sotto 100, il che annullerebbe una volta di più il rischiamo del doppio premio fedeltà.
La risposta al tutto verrà solo il 17 giugno. Da quel giorno si potrà decidere se entrare più o meno pesantemente – in relazione alle singole diverse disponibilità del singolo investitore – su un titolo che comunque desterà certamente un coinvolgimento da parte del mondo retail.
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