Bond oggi: il nuovo Mediolanum in € con cedola 5,035% sotto esame
Lorenzo Raffo
25 novembre 2022
Un tasso misto al 2027, che però riconoscerà un consistente tasso fisso fino al 2026. Si tratta di un “green” con taglio purtroppo 100.000.
Da lunedì 28 verrà quotato su Tlx: il bond Mediolanum in euro (Isin XS2545425980) annunciato nei giorni scorsi sta per iniziare il suo viaggio sul secondario. È certamente atteso, anche perché la banca italiana non è mai stata attiva in questo settore, salvo con un collocamento del 2014 arrivato a rimborso nel 2020. L’esordiente merita quindi attenzione, seppur con molti limiti che lo caratterizzano.
Le caratteristiche
Si tratta di un tasso misto, cosiddetto in termini tecnici “fix to float”, piuttosto anomalo. La parte a tasso fisso (5,035%) si esaurirà infatti il 22/1/2026. A quella data scatterà una call a 100; se non esercitata il titolo si trasformerebbe in tasso variabile 3 mesi Euribor + 2,25% fino alla scadenza naturale del 22/1/2027. La preponderanza della prima struttura sulla seconda costituisce un caso inconsueto e attribuisce maggiore interesse all’emissione. Distinto come “green bond senior”, motivo di particolare interesse da parte dei tanti gestori di prodotti (Etf e fondi) con tale classificazione. I proventi saranno tutti destinati al finanziamento o rifinanziamento di progetti ad alto impatto ambientale.
I punti forti
Certamente l’ossatura è attraente in un contesto quale l’attuale. Incassare infatti un 3,7% netto per oltre tre anni in un quadro di politiche monetarie “mobili”, cioè soggette a probabili variazione nel tempo, rappresenta un aspetto invitante. Lo è anche il margine sull’Euribor del 2,25% per l’eventuale anno finale, in assenza dell’esercizio della call. Tutto questo fa sì che nel mercato cosiddetto “grigio”, ovvero ante quotazione sul secondario, la quotazione venga già data oltre 101 euro, sebbene manchino indicazioni sul “bid-ask” in corso. Bene anche il rating BBB, corrispondente a quello delle migliori banche italiane.
I punti deboli
Indiscutibilmente il taglio 100.000 per un ammontare globale di 300 milioni di euro appare penalizzante. Se l’emittente avesse scelto il lotto 1.000, questo sarebbe diventato un bond molto scambiato sul secondario, opzione d’altra parte adottata da altre banche anche europee negli ultimi tempi. Purtroppo però i “green” sono rivolti quasi solo all’industria finanziarie e ciò fa sì che il taglio si allinei allo standard 100.000. C’è da temere quindi che la sua liquidità non sarà delle migliori, anche perché chi punta su un’emissione simile va prevalentemente al rimborso finale.
Il confronto
Prendiamo in considerazione il 2026 come scadenza e non quella annunciata del 2027, data la struttura dell’obbligazione. Attualmente il titolo di Stato a quattro anni rende poco più di un 3% lordo e quindi il 2,66% netto. L’ipotetico 3,7% in emissione del Mediolanum porta a uno spread positivo di circa 100 pb, che si ridurrà inevitabilmente sul secondario, date le prospettive di un almeno iniziale rialzo del prezzo sopra la pari. Se si attestasse sui 70-80 pb sarebbe più che positivo, anche perché il titolo della società di Basiglio si annuncia meno volatile rispetto ai Btp, il che costituirà probabilmente nei prossimi due anni un punto forte non trascurabile. Peccato solo quel taglio 100.000!
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