Bond oggi: parte male il Btp Italia 2030
Lorenzo Raffo
28 giugno 2022
Btp Italia vicino ai 99 nella prima seduta di contrattazioni sul secondario perdendo quasi totalmente il premio fedeltà.
La giornata non poteva essere favorevole. Con l’annuncio ieri che la Bce si appresta ad aumentare i tassi già a luglio l’impatto si è inevitabilmente subito sentito su tutta la panoramica dei nostri titoli di Stato, con le quotazioni in discesa. Il debutto del nuovo Btp Italia 2030 (Isin IT0005497000) si è così realizzato all’insegna di una discesa sotto 100. Con un’apertura a 99,7 è poi progressivamente approdato verso i 99,3 per proseguire in un “trading range” abbastanza stretto. Delusione quindi. Non pochi investitori puntavano almeno su un rimbalzino sopra 100, considerando che il rendimento complessivo (cedola base 1,6% più previsione di inflazione italiana nel semestre di riferimento) potrebbe essere comunque molto interessante alla prima data di distribuzione del coupon (28/12/2022).
Strumenti di trading
Il fatto che più delude sta certamente nella constatazione che il premio fedeltà dell’1% - suddiviso in due quote – rischia di essere bruciato da un’eventuale discesa sotto quota 99, possibile già nei prossimi giorni. In realtà il mercato ha adocchiato subito un’altra potenzialità, quella di trasformare il Btp Italia 2030 da strumento di investimento in strumento di trading. I volumi ieri sono stati infatti di tutto rilievo, con una chiusura di seduta al primo posto nella classifica dei titoli di Stato italiani. E il grafico abbastanza nervoso ha confermato addirittura la presenza di non pochi scalper.
Duration alta per Btp Italia
La debolezza ha trovato motivo di manifestarsi nella “duration” di 4,2, valore modesto per un Btp a tasso fisso ma rilevante per un Btp Italia. L’equivalente 2027 (Isin IT0005388175) si attesta a 3,1, pur con una cedola base decisamente più contenuta dello 0,65%. Quest’ultimo aveva toccato negli ultimi giorni un minimo a 95,35 euro per poi risalire in area 98 euro. Il 2026 (Isin IT0005332835 - “duration” 2,42 – cedola base o più propriamente tasso reale annuo dello 0,55%) è invece tornato poco sopra 100, chiudendo la seduta ieri a 100,35 euro. Resistono al contrario le scadenze più corte, confermando come il fattore “duration” sia determinante nei trend di mercato delle ultime settimane anche per questa categoria di governativi italiani.
La resistenza del Future
Allargando l’analisi ai Btp a tasso fisso ancora una volta il derivato “long term” ha trovato un ostacolo nella resistenza dei 122,36, sotto la quale si muove da lunedì 13 giugno. Inevitabilmente in rosso altresì i Btp extralunghi, il cui tentativo di rimbalzo partito il 15 giugno è ormai di fatto naufragato, mentre si segnala un interessante trend rialzista per i Cct a tasso variabile. L’aprile 2025 (Isin IT0005311508 – Euribor 6 mesi + 0,95%) sta accorciando le distanze rispetto all’ancora sovrastante media mobile a 200 sedute (chiusura ieri a 101,3 euro contro i 102 della “moving average”). Il Cct ottobre 2030 (Isin IT0005491250, indicizzato Euribor 6 mesi + 0,75%) rimane invece ancora sotto 100, con una chiusura ieri a 97,4.
Un quadro al ribasso
I numeri fotografano un quadro certamente problematico un po’ per tutte le tipologie di titoli di Stato, con un punto forte che però sta diffondendosi: è quello di quotazioni sotto 100 e in alcuni casi nettamente sotto, che confrontati con i massimi dell’estate di un anno fa descrivono una realtà abissalmente diversa. Se quei valori potevano sembrare talvolta esagerati nei rialzi quelli in corso si stanno avvicinando a rilevanti picchi di ribasso. Se ne tenga conto, perché magari fra uno o due anni…
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