Bond oggi - Puntare sulle opportunità degli AAA: il caso dei Lussemburgo
Lorenzo Raffo
19 novembre 2024
È uno degli emittenti in euro a minore rischio. Sono oltre una decina i titoli quotati. Ma scambiati soprattutto alla Borsa di Francoforte.
Da sempre una parte dei risparmiatori italiani cerca rendimento correlato ad alta protezione del capitale. In altre parole preferisce penalizzare gli yield dei propri investimenti obbligazionari ma assicurarsi un’elevata solidità degli emittenti su cui punta magari solo per una parte del proprio portafoglio.
E da sempre tutto questo è avvenuto confidando sui Bund; poi in parte marginale su titoli di Stato di altri Paesi, quale Olanda, Norvegia e Svizzera, con il problema – nel caso degli ultimi due – di un rischio di cambio dell’euro rispetto alle rispettive valute, corona Nok e franco Chf. Ora il quadro sta però cambiando: la solidità di Berlino e dintorni è meno elevata rispetto al passato. La ricerca di alternative segue così altre strade.
Eccone una che comincia a piacere sempre più, pur con alcuni ostacoli. Si chiama Lussemburgo.
I numeri del Granducato
Con un debito/Pil al 25,7%, un Pil pro-capite fra i più alti al mondo ed entrate pubbliche in continuo miglioramento, è una cassaforte in cui d’altra parte di nascondono i capitali di chi in Europa cerca solidità in presenza di normative finanziarie/fiscali particolarmente benevole. Il tutto in un Paese che ha necessità di lavoratori – manuali e intellettuali – offrendo un salario medio di 6.000 euro.
Il portale Eures dell’Unione Europea lo conferma, con proposte di impiego in ogni settore dell’economia.
Molte emissioni a rating AAA
I titoli di Stato lussemburghesi sono ricercati sia dagli istituzionali sia dal retail, con un solo ostacolo. Di fatto vengono trattati prevalentemente sulla Borsa di Francoforte e poi su quella dello stesso Lussemburgo, dove la loro liquidità è meno elevata rispetto alla piazza tedesca. In totale si tratta di poco più di una decina di emissioni su scadenze che vanno dal 2026 al 2043.
L’attrattività della piazza finanziaria del Granducato fa sì che vi siano quotati anche molti titoli corporate di società con sede locale, sebbene meno liquidi e naturalmente con rating inferiori. Meglio allora la sicurezza dei tripla A governativi.
Fra questi ultimi ne analizziamo due che meritano di essere valutati nell’ottica di cui si è detto.
Iniziamo da un quasi decennale.
- Denominazione: Lussemburgo 3% 2033 in euro
- Isin: LU2591860569
- Struttura: tasso fisso 3%
- Scadenza: 2/3/2033
- Taglio: 1.000 Eur
- Ammontare: 1,25 miliardi di euro
- Periodicità cedola: annuale
- Quotazione in corso: 102,5 euro (yield 2,6%)
- Liquidità: media
E ora spazio a un titolo più lungo.
- Denominazione: Lussemburgo 3,25% 2043 in euro
- Isin: LU2591861021
- Struttura: tasso fisso 3,25%
- Scadenza: 2/3/2043
- Taglio: 1.000 Eur
- Ammontare: 1,75 miliardi di euro
- Periodicità cedola: annuale
- Quotazione in corso: 101,9 euro (yield 3,1%)
- Liquidità: alta
Queste due emissioni sono le più significative in termini di cedole.
Punti forti e punti deboli
Il rapporto fra rendimento e rischiosità è certamente interessante, se si considera che il decennale tedesco garantisce il 2,4%, quindi meno rispetto al collega lussemburghese. Nel complesso buona la liquidità, sebbene altalenante. C’è tuttavia il problema di una quotazione di fatto concentrata su Francoforte.
Chi non ha accesso a questa Borsa troverà difficoltà a comprare e vendere tali titoli dall’Italia, salvo che operi con intermediari bancari private (e non tutti) o Sim più evolute. Da segnalare infine che molte emissioni si caratterizzano per cedole modeste, in quanto proposte sul mercato nella recente fase di politica monetaria ultra-espansiva della Bce.
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