Bond oggi, quelli che piacciono al mercato: gli Austria secolari
Lorenzo Raffo
18 novembre 2022
Molto scambiati su Borsa Italiana si adattano a diverse strategie, dal trading al lungo termine. Caratteristiche, numeri e trend a confronto.
Il Btp decennale attorno al 4% è un segnale importante, da interpretare in vari modi. In parte in chiave nazionale e in parte in chiave di possibili minori tensioni sui tassi da parte della Bce. Naturalmente il tutto in un’ottica temporale di breve periodo! Per chi analizza però i mercati con modalità tecniche ha un altro significato: stanno tornando d’attualità - almeno per ora - le duration elevate.
E allora esasperiamole!
Gli investitori in effetti già da due mesi corrono dietro le scadenze molto lunghe o all’opposto molto corte. Ne abbiamo scritto varie volte. Nel primo caso anticipando logicamente rimbalzi delle quotazioni. Su questo fronte in evidenza due titoli particolari, ovvero gli Austria secolari, che ieri per esempio hanno chiuso la seduta al secondo e all’ottavo posto nella classifica dei più scambiati fra i governativi/sovranazionali trattati su Borsa Italiana. Meritano quindi attenzione sia da chi fa strategie di breve periodo (soprattutto uno) sia da chi accumula in una prospettiva pluriennale (specialmente l’altro). I due Austria (rating AA+) hanno queste caratteristiche:
- Austria 0,85% Gn2120 Eur (Isin AT0000A2HLC4 – taglio 1.000): all’apertura di oggi sui 49,3 corrisponde un rendimento sul 2%. Non è però questo valore a dover essere preso in considerazione, visto che calcolare uno yield su un’emissione a 100 anni è come andare da un medico e chiedere quali saranno le nostre condizioni di salute fra un decennio! Quanto interessa riguarda tre fattori: la volatilità media del 43%, cioè superiore a molte azioni del Ftse Mib; la duration (sensibilità ai tassi) a 50,4, fra le più elevate in assoluto nel comparto obbligazionario, visto che i molti perpetual bancari e societari prevedono call di rimborso anticipata ed è su questa che si deve calcolare appunto tale parametro; variazioni di prezzo violente nel lungo termine, con un massimo a 139 nel dicembre 2020 e un minimo a 39 euro, sfiorato due volte negli ultimi mesi. La validità del titolo viene confermata dalla forza dei movimenti anche in intraday. Giovedì 10 novembre ha registrato per esempio una variazione fra minimo e massimo dell’8,6%.
- Austria 2,1% St2117 Eur (Isin AT0000A1XML2 – taglio 1.000): si muove su livelli ben superiori in termini di quotazioni, grazie alla cedola decisamente più rilevante. Oggi ha aperto a 81,6 con rendimento sul 2,6%, che come nel caso del 2120 ha però scarso significato. La volatilità del 36% corrisponde a una duration meno elevata rispetto all’altro, attestandosi sui 36. Quanto però impressiona sta nell’andamento delle quotazioni: il 2117 aveva superato infatti i 235 euro nel marzo 2020 per iniziare poi una netta discesa alla fine dello stesso anno.
Uno o l’altro
I numeri dimostrano che i due Austria si differenziano per tipologia di impiego: soprattutto da trading il 2110 e prevalentemente da “buy and hold” pluriennale il 2117. Un’altra modalità più sofisticata di operare consiste nel passare dall’’uno all’altro in rapporto a un andamento non sempre allineato delle quotazioni. Lo spread di rendimento si è notevolmente allargato nell’ultimo anno, passando da 6 a 60 pb, a favore del 2117. Il trend presenta talvolta accelerazioni non trascurabili, aggiungendo “total return” a due governativi sempre più apprezzati anche dai piccoli e medi investitori italiani. Lo dimostra la forchetta “bid-ask”, quasi sempre costante di seduta in seduta. È evidente che titoli così “esagerati” piacciano ancor più in una situazione altrettanto esasperata quale quella in corso. D’altra parte ogni epoca ha i suoi bond. L’attuale premia inevitabilmente duration così sovradimensionate.
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