Bond oggi: quelli che piacciono al mercato, il Cdp 2026 a bassa volatilità
Lorenzo Raffo
21 settembre 2022
Da gennaio è sceso, complice la debolezza del debito italiano, ma sui 100,5 euro della quotazione in corso svolge un buon ruolo protettivo. Perché attira gli investitori.
Inflazione alta ora ma ballerina in prospettiva di medio periodo, tassi al rialzo, incertezze sulla liquidità dei titoli e altri fattori rendono difficile selezionare un bond su cui collocarsi se si vuole sottrarsi da tutte queste perplessità. Il mercato tuttavia una qualche via di uscita l’ha trovata e non da poco tempo. È il caso dell’emissione di Cdp (Cassa depositi e prestiti) in euro al 2026, un classico che merita una valutazione a metà della sua vita.
Le caratteristiche
Opportuno – prima di analizzarne gli aspetti tecnici – ricordare i suoi requisiti: tipologia senior - Isin IT0005374043 – scadenza 28/6/2026 - tasso misto, ora diventato tasso variabile – indicizzazione all’Euribor 3 mesi maggiorato del margine 1,94% - ammontare 1,5 miliardi – taglio 1.000 euro – cedola trimestrale – mercato di quotazione Mot – rating BBB – aliquota fiscale 12,5%. Il bond è trattato anche su alcune Borse tedesche ma con spread più larghi rispetto a Piazza Affari. È quindi su quest’ultima che assume il ruolo di protagonista assoluto da anni, svolgendo un ruolo triplice:
- investimento di lungo periodo in ottica di scadenza finale;
- protezione dal rialzo dei tassi e in ciò ricomincia a svolgere un ottimo ruolo di fronte a una politica monetaria più aggressiva da parte della Bce;
- trading di breve periodo su uno strumento a basso rischio, il che avviene soprattutto nel caso di istituzionali piuttosto conservativi.
Due punti forti
Sono la volatilità molto bassa, attestata da tempo al 2,5% su base annua, valore fra i minori in assoluto anche nel contesto dei tranquilli tassi variabili. Un Cct su scadenza quasi uguale - quale il Tv Euribor 6m+0,5% Ap26 - si colloca invece dal 3,5 al 4%. L’altra caratteristica peculiare del Cdp consiste in un margine sull’Euribor – in questo caso a 3 mesi – decisamente più elevato, compensando la differenza di tasso, logicamente a favore dei Cct, indicizzati al 6 mesi, con il primo attualmente all’1,063% e il secondo all’1,672%. Il maggiore margine (1,94% contro 0,5%) del Cdp controbilancia però il meno favorevole aggancio ai tassi.
Spread e book
Se il libro ordini non ha mai posto problemi, salvo in situazioni di tensioni (seppur marginali) dei mercati obbligazionari, altrettanto positiva è la valutazione del “bid”-“ask”, uno dei migliori in assoluto del Mot. In fase di stabilità si aggira sui 2-6 pb e può salire solo in fasi di stanca. Gli scambi si sono quasi sempre assestati oltre i 1.000 al mese con punte vicine ai 2.000. Da notare che i controvalori da settembre sono cresciuti a seguito delle tensioni su rialzo dei tassi in area Bce.
Il grafico
Il 2022 non è stato un anno favorevole per il Cdp 2026, che pur avrebbe dovuto trarre vantaggio dal rialzo dei tassi. Invece, sull’onda di quanto avvenuto per i titoli di Stato italiani, si è manifestata una discesa, il che ha contribuito a incrementare - seppur di poco - la volatilità e a spingere verso il basso la media mobile a 200 sedute. Dai quasi 106 di gennaio il titolo è caduto anche sotto 100 (15 e 18 luglio) per poi riavviare una moderata fase rialzista fino a 101. Attenzione ora all’incastro in un perfetto triangolo grafico che potrebbe trovare una rottura nei prossimi giorni, in concomitanza con gli esiti delle elezioni italiane. Tutte le occasioni che si determinassero in presenza di una discesa sotto 100 sarebbero da cogliere, perché con una scadenza sotto i quattro anni, un ottimo margine sull’Euribor e scambi sempre significativi il ruolo protettivo del Cdp resta e resterà confermato.
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