Bond oggi – Tocca ora allo step-down di Unicredit dalle insolite caratteristiche
Lorenzo Raffo
10 gennaio 2024
In euro, con taglio 10.000, prevede cedole discendenti nel corso degli anni rispetto al tasso iniziale del 6,5%. Prevista una call dal 2025.
Prosegue il debutto di obbligazioni bancarie del tutto atipiche rispetto al passato. L’ultima in ordine di tempo è l’Unicredit Sc Ge34 Call Eur, rivolta al pubblico dei piccoli e medi investitori. Merita attenzione per le sue inconsuete caratteristiche.
- Isin: IT0005579534
- Quotazione: Borsa Italiana (Mot e Bond X)
- Data emissione: oggi 10/1/2024
- Scadenza: 10/1/2034
- Struttura: senior a tasso fisso decrescente (in termini tecnici si tratta di una step-down) dal 6,50% all’1,50%. Più in particolare prevede questa scalarità: 6,5% anno 1 e 2 – 4,0% anno 3 e 4 – 3,0% anno 5 e 6 – 2,0% anno 7 e 8 – 1,5% anno 9 e 10.
È evidente come punti a un netto ribasso dei tassi di interesse in area Bce nel corso del decennio, il che la esporrà a una forte variazione delle quotazioni in presenza di movimenti altalenanti della politica monetaria nel contesto euro.
- Taglio: 10.000 euro
- Aliquota fiscale: 26%
- Call, cioè possibilità di rimborso anticipato: sarà attiva da gennaio 2025 e fino a gennaio 2033.
Mentre su altre emissioni bancarie degli ultimi mesi – strutturate con coupon fissi elevati o di tipo step-up (cioè cedola crescenti) – la probabilità di esercizio della call risulta elevata, nel caso invece di questa Unicredit appare decisamente minore, visto che la banca si esporrà a un rischio tassi sempre più contenuto con il passare degli anni.
Punti forti e punti deboli
Sul primo fronte segnaliamo inevitabilmente la solidità dell’emittente nonché l’appeal di rendimento nel corso dei primi quattro anni, salvo in presenza di un risveglio dell’inflazione.
Sul secondo fronte evidenziamo il rischio di forti variazioni delle quotazioni nel corso del tempo e soprattutto nel lungo termine, quando la componente cedolare scenderà al 2% e poi all’1,5%. È pur vero che ci si avvicinerà allora alla scadenza e che quindi la rischiosità si abbasserà.
Si tenga comunque conto che il rendimento medio lordo – considerando l’intero periodo dei 10 anni di vita ed escludendo l’esercizio della call – si attesta in fase di collocamento sul 3,4% (2,5% netto), comportando la probabilità di una futura quotazione sul secondario inferiore ai 100 di esordio. Un titolo quindi da maneggiare con cura, come sempre avviene per strutture così particolari.
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