Bond oggi: torna d’attualità l’altro dollaro, con tante novità sul Mot
Lorenzo Raffo
3 marzo 2023
È quello australiano, il cui cross sull’euro si posiziona sulla media degli ultimi dieci anni. Quattro emissioni in Aud debuttano intanto a Piazza Affari.
Ogni tanto c’è la valuta che “va di moda”: ci sia consentito usare questo termine, sebbene improprio in ambito finanziario. Sul fronte delle emissioni obbligazionarie negli ultimi giorni molto attivo il fronte del dollaro australiano, che ha registrato quattro nuovi strumenti quotati sul Mot.
Il punto sull’Aud
È tuttavia opportuno verificare prima l’andamento in corso del cross Eur/Aud. Dopo il netto rafforzamento del 2022, durato fino a settembre, è iniziata una nuova fase discendente della valuta australiana, che l’ha riportata leggermente sotto il valore medio degli ultimi dieci anni (1,527), livello statisticamente interessante. Naturalmente sulla tendenza premono le politiche monetarie. La Banca centrale di Sydney si è mossa al rialzo negli ultimi tempi, con il tasso in corso al 3,35%, confermando un trend in atto da un anno.
L’inflazione al 7,8% sembra intanto essere giunta al culmine. I numeri dimostrano quindi una qualche equivalenza rispetto a quanto sta avvenendo nell’area euro e di qui inevitabile un posizionamento del cross su un valore di equilibrio, significativo per identificare andamenti al rialzo o al ribasso. Per questo motivo i bond nella divisa australe stanno ritrovando interesse.
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Intesa al 4,65%
Da lunedì è quotato sul Mot (ma anche su Tlx) l’Intesa Sanpaolo 4,65% Fb2025 (Isin XS2591229534), un biennale quotato sui 100, per la presenza ancora dominante sul “book” del collocatore. A lotto 2.000 si colloca al di sopra dello yield in corso (3,7%) della scadenza equivalente sulla curva dei titoli di Stato australiani. Anch’essa anomala se si considera che il decennale rende il 3,9%.
Bei e Ibrd al 4,2% e al 4,4%
Sul fronte dei sovranazionali in Aud arrivano sul Mot questi emittenti con due obbligazioni abbastanza simili e più lunghe. Bei entra in scena con un 4,2% Ag2028 (Isin AU3CB0296754 – lotto 1.000) appartenente alla serie “green”. Il debutto è avvenuto venerdì e il titolo non ha ancora trovato un equilibrio, con un book in cui il liquidity provider” si tiene largo. Considerando la minore aliquota fiscale rispetto al bond Intesa il confronto va a favore del Bei, seppur più lungo di tre anni.
Ibrd, ovvero World Bank, si propone invece con il 4,4% Ge2028 (Isin AU3CB0295509 – lotto 1.000), anch’esso caratterizzato da uno spread bid (99,2) – ask (101,7) ampio, sebbene già timidamente protagonista di qualche scambio. In questo contesto il rendimento è ancora non ben definibile ma anche per l’Ibrd si ha il vantaggio di un’aliquota fiscale al 12,5%.
E infine un altro Bei
Decisamente minore come rendimento cedolare è il Bei 1,8% Ge2027 (Isin AU3CB0285682 – taglio 1.000), la cui quotazione si aggira sui 91-92 Aud, quindi chiaramente ben sotto gli altri tre, con yield lordo però sul 4,2-4,4%, equivalente quindi a quello dei due precedenti sovranazionali.
E poi tanti Australia
Queste novità arricchiscono la gamma obbligazionaria in Aud, caratterizzata dalla presenza su Tlx di molte emissioni governative dalle scadenze e dalle cedole differenti. Il tutto rende attraente il dollaro australe, costituendo un’alternativa rispetto a quello Usa, da cui si distingue per una minore volatilità e più o meno per rendimenti obbligazionari storicamente superiori. Con una differenza comunque non marginale: l’economia australiana trova nelle materie prime la sua locomotiva, con una ricchezza che ne stabilizza la bilancia dei pagamenti, a netto favore della valuta.
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