Come guadagnare due volte con Stellantis
Lorenzo Raffo
26 agosto 2022
Netta rottura al rialzo dei 14 euro: solo così il titolo rimbalzerà. Ma occhio al dividendo, che su una discesa a 13 euro toccherebbe il traguardo dell’8%.
Il rating delle agenzie specializzate migliora (Fitch da BBB- a BBB e Moody’s da Baa3 a Baa2) e le valutazioni degli analisti specializzati salgono: Stellantis raccoglie i frutti dell’ottimo lavoro degli ultimi due anni. Forse c’è chi esagera con le stime sul titolo, ma certamente il gruppo franco-italiano (o meglio sarebbe dire olandese, vista la sede legale ad Amsterdam) si conferma uno dei più solidi in ambito automobilistico, grazie soprattutto a una vastità di marchi in pieno e mirato sviluppo.
Un p/e eccellente
Stellantis è uno di quei classici titoli da eccellente “total return”, cioè dall’ottima sommatoria fra rivalutazione del capitale e incasso dei dividendi, in un’ottica di investimento di lungo termine che in realtà ormai non molti applicano.
Gli indici finanziari sono buoni, anzi ottimi. L’indebitamento è sotto controllo e la gestione del cash flow in netto miglioramento negli ultimi anni. Il margine operativo è salito dal 2,25% di inizio 2010 al 10% di fine 2021.
Volkswagen si ferma nel frattempo al 7,7% e Renault al 4,5%. Tutto questo in presenza di un p/e (rapporto quotazione/utili) ultra competitivo, collocato a 2,66, che si traduce in una sottovalutazione dell’azione e quindi in un’opportunità di investimento. Da ricordare che c’è chi critica l’utilizzo di questo rapporto, in quanto non tiene conto delle più recenti evoluzioni dei numeri di bilancio, riferendosi alla chiusura dell’anno precedente. Meglio allora altri parametri, che tuttavia sono altrettanto competitivi nel caso di Stellantis.
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La sfida con la media a 200
Un quadro così favorevole non esclude che l’azione risenta inevitabilmente delle sofferenze dei mercati borsistici. Ai 14,18 euro dell’apertura di oggi si scontra con la media mobile a 200 sedute, collocata in chiusura ieri sera proprio sullo stesso livello. Inevitabile quindi seguire questo match, che in un certo senso semplifica la situazione.
L’indicatore di base dell’analisi tecnica è stato rotto al rialzo il 4 agosto, ma senza vigore. Ciò si è tradotto in una nuova discesa al di sotto nei primi giorni della settimana in corso. La 200 è comunque impostata al ribasso da marzo, assegnando un attuale ruolo chiave al livello dei 14 euro. Soltanto un netto scavalcamento sarebbe il segnale di “buy”.
Si accennava ai target degli analisti: in molti casi superano i doppi massimi a quasi 17,8 euro di agosto 2021 e gennaio 2022. Sono realistici ma solo in presenza di un quadro molto più positivo dei mercati.
Così un dividendo all’8%
Naturalmente si tratta di stime, essendo presto per prevedere la futura profittabilità da dividendo. Ipotizzando la conferma dell’importo di 1,04 euro, versato nel 2022 (esercizio 2021), il rendimento in corso si colloca al 7,3% lordo e quindi al 5,4% netto.
L’eccezionalità degli importi distribuiti nel 2021 è destinata a restare tale e pertanto l’obiettivo yield punta ora soltanto su una debolezza del titolo. I minimi dell’anno a 11,1-11,2 euro oggi appaiono difficilmente di nuovo raggiungibili, mentre una correzione da debolezza dei mercati su un target 13,0-13,2 euro non è improbabile.
Ne conseguirebbe un rendimento lordo sul 7,8-8%, che costituirebbe un’occasione di rendimento fra i più alti in assoluto nel 2023 sul Ftse Mib.
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