Come il Metaverso sta già rivoluzionando il marketing
Jacopo Paoletti
26 luglio 2022
Da Gucci a Coca-Cola, il Metaverso già rivoluziona il marketing digitale e non dei brand più famosi.
Fermati un attimo e guarda tutto ciò che ti circonda. Immagina che tutto possa diventare un ologramma, che tu stesso possa diventare virtuale. Questo mondo, almeno potenzialmente, esiste già e si chiama Metaverso.
Cosa s’intende con Metaverso
A oggi non esiste una definizione universalmente accettata: per lo più si identifica il Metaverso come un insieme di mondi virtuali e reali interconnessi, un ambiente digitale immersivo popolato da avatar virtuali.
Il termine venne utilizzato per la prima volta nel 1992 da Neal Stephenson nel libro cyberpunk “Snow Crash”, per indicare una sorta di realtà virtuale condivisa tramite Internet.
Il concetto di Metaverso non è una nozione nuova, dunque, è semplicemente salito alla ribalta negli ultimi anni, soprattutto dopo l’annuncio di rebranding di Facebook, che ha deciso di chiamare la holding del gruppo, appunto, “Meta”.
Probabilmente passeranno alcuni anni prima che il Metaverso coinvolga gli utenti in maniera massiva, ma nel nuovo Web3 una cosa è certa: esserci significa dimostrare di essere a prova di futuro.
La nuova grande corsa?
Il Metaverso è in continua evoluzione e molte persone faticano a comprenderne il funzionamento e le potenzialità future. È indubbio però che, in un mondo post pandemico, questo nuovo universo possa effettivamente facilitare le connessioni umane, di lavoro o di svago.
Così come agli albori di Internet non era certamente possibile prevedere la diffusione massiva e capillare che avrebbe avuto da lì a pochi anni, è oggi difficile prevedere se il Metaverso rappresenterà in effetti il nuovo spazio digitale del futuro.
Matthew Ball, analista e venture capitalist statunitense, è stato il primo a sottolineare come, seppure sia impossibile prevedere i cambiamenti futuri del Metaverso, è oggi facile comprenderne le caratteristiche chiave.
Secondo Ball, infatti, il Metaverso sarà sempre:
- persistente, ovvero un’esperienza continua, senza alcun tipo d’interruzione;
- sincrono, avverrà sempre in tempo reale;
- individuale, ovvero ogni utente potrà svolgere attività separate contemporaneamente;
- autonomo e completamente funzionante;
- esteso a un mix di piattaforme diverse;
- ricco di contenuti creati dagli utenti.
Tutto ciò fa presagire che il Metaverso potrebbe stabilizzarsi come un’economia perfettamente funzionante, esteso sia alle reti pubbliche sia a quelle private, ricco di contenuti creati e gestiti da una vastissima quantità di individui, gruppi organizzati, imprese o brand.
"Il Metaverso, con l’integrazione dell’economia virtuale basata su blockchain e le logiche di compravendita delle land, rappresenta una nuova opportunità di investimento e business per le aziende. In quanto spazio condiviso tra player e brand, le aziende hanno la possibilità di validare un nuovo mercato in rapida crescita, traendone numerosi vantaggi.
Per questo motivo già in Coderblock stiamo lavorando alla creazione del nostro primo Metaverso condiviso, un mondo virtuale in cui gli utenti potranno costruire la propria identità virtuale e le aziende aumentare le opportunità di lead generation grazie a un nuovo canale di acquisizione lato business", dichiara Danilo Costa, Ceo & Founder di Coderblock.
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Come si stanno muovendo i brand
Queste nuove piazze virtuali hanno già attirato l’attenzione di molti brand, che cercano di coinvolgere i propri consumatori con nuove esperienze autenticamente virtuali.
I brand di lusso del settore fashion come Gucci, Balenciaga o Dolce&Gabbana sono stati tra i primi a cogliere quest’occasione, lanciando i loro flagship store nei Metaverse Fashion District e creando per gli utenti delle vere e proprie esperienze immersive.
In questo universo di prodotti virtuali e di Nft, i problemi dei materiali, di produzione e di magazzino sono infatti ridotti, permettendo alle grandi case di moda - e non solo- di ottimizzare i propri guadagni.
Perfetto in questo caso, l’esempio di Balenciaga che, in partnership con Fortnite, ha lanciato skins come felpe o cappelli, debuttando contemporaneamente nel mercato fisico con i nuovi prodotti.
Gucci invece è stato uno dei primi brand a creare il proprio land dando vita a Gucci Vault, il proprio concept store di Nft, con scaffali virtuali pieni di oggetti d’archivio e di seconda mano insieme alle proposte di nuovi artisti emergenti.
Diverso il caso di Dolce&Gabbana che, in occasione della prima Metaverse Fashion Week tenutasi quest’anno, ha presentato una collezione composta da venti look virtuali, che ha poi esposto nel Luxury Fashion District di Decentraland, uno dei tanti spazi immersivi che si stanno diffondendo in questi mesi.
La maison aveva del resto già creato nell’estate del 2021 una collezione di lusso, la Collezione Genesi, con opere sia fisiche che digitali, collegando definitivamente il proprio brand al virtuale.
Ma non sono solo i brand di moda a mostrare il proprio interesse verso il Metaverso. Coca-Cola, nel luglio del 2021, aveva infatti lanciato i suoi primi oggetti virtuali da collezione, con un’asta durata tre giorni.
Diverso il caso di Heineken, che ha utilizzato il Metaverso per promuovere il suo nuovo prodotto attraverso una provocazione. Heineken ha infatti lanciato all’interno di Decentraland il proprio birrificio virtuale, dichiarando però al contempo che non si può certamente assaporare una birra fatta di pixel. La sua nuova birra Silver ha quindi sfruttato il buzz virtuale creato nel Metaverso per essere assaporata nel mondo reale.
«Il Metaverso è un percorso, che si forma mattone dopo mattone con le esperienze che brand, aziende e utenti realizzano ogni giorno», sostiene Alessandra Giuffrida, Cco di CreationDose, «In maniera consapevole o meno, questa è la direzione che il web sta prendendo, miscelando insieme identità virtuale, proprietà, creator economy, condivisione digitale e community. Brand e aziende devono fermarsi e analizzare ciò che sta accadendo, cercando di dare libero sfogo alla propria creatività e di cogliere l’enorme potenzialità che sta prendendo forma davanti ai nostri occhi».
Pensare in modo creativo e valutare il coinvolgimento come principale Kpi, sembrano essere queste le chiavi d’accesso al Metaverso. E i brand hanno iniziato a comprendere che per mantenere alto l’interesse di Millennials e Generazione Z, è questa la strategia di marketing da adottare.
Il Metaverso e la vita privata
Per rappresentare una rivoluzione però, è necessario che il Metaverso entri davvero nelle nostre vite. Questo sembrano averlo capito bene le app di dating, che hanno già annunciato di essere pronte a lanciarsi in questo nuovo orizzonte.
Tutto è partito con la Swipe Night durante il lockdown del 2020, un evento video- interattivo lanciato da Tinder che, attraverso una serie di scelte da effettuare su una storia preimpostata, indirizzava ‘match’ degli utenti. Una sorta di Bandersnatch versione dating, pronto a raccogliere informazioni per creare l’unione perfetta.
Oggi si vocifera che Tinder stia preparando degli Swipe Party virtuali e che sia pronto a lanciare il proprio Tinderverse. Insomma l’unione tra reale e virtuale sembra così entrare dentro i nostri sentimenti e diventare quasi tangibile.
Non siamo così lontani dalla storia d’amore tra l’Agente K e Joi in Blade Runner 2049, del resto la fantascienza ha sempre anticipato le nuove evoluzioni tecnologiche e che cos’è il Metaverso se non la perfetta commistione di realtà e fantascienza?
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