Come sta cambiando il mercato crypto dopo il fallimento di FTX
Davide Baldi
19 gennaio 2023
Le criptovalute hanno vissuto un anno molto difficile: dal fallimento di Terra LUNA fino alla crisi di FTX. Un’analisi completa.
Il 2022 è stato uno degli anni più difficili per l’industria delle criptovalute, che ha visto il fallimento del progetto Terra LUNA, delle piattaforme Celsius e BlockFi e ovviamente anche del più famoso exchange FTX, cancellando di conseguenza oltre 2.000 miliardi di dollari per quanto riguarda la capitalizzazione di mercato dell’intero settore delle criptovalute.
Il caso di Bitget
Nonostante le difficoltà del mercato, alcuni progetti come Bitget sono cresciuti sotto tutti i punti di vista; negli ultimi 12 mesi, durante l’inverno delle criptovalute, l’azienda ha fatto grandi passi avanti nella costruzione del team, del marchio e dell’attività.
Bitget, exchange dei derivati di criptovalute leader del settore, è diventato uno dei primi 3 exchange di criptovalute al mondo nel settore dei derivati grazie a enormi risultati, come l’aumento della quota di mercato di 2,6 volte e gli 8 milioni di utenti registrati in oltre 100 Paesi a livello globale, nonostante lo scarso sentimento del mercato dopo il fallimento di FTX nel 2022.
Bybit
Anche un altro exchange, Bybit, è riuscito a prendere quota di mercato dopo il collasso di FTX, a riprova che gli investitori crypto probabilmente stanno virando verso altre soluzioni per custodire i propri asset e fare trading, e non soltanto verso le piattaforme decentralizzate.
Secondo il “Crypto Exchange 2022 Annual Report” dell’azienda Tokeninsight, infatti, Bybit e Bitget sono gli exchange che sono cresciuti maggiormente nell’ultimo periodo in termini di scambi nel trading di derivati.
Il ruolo di Binance
Nel caso del trading di derivati, la dominance di Binance invece è leggermente diminuita passando dal 59% al 58%, mentre OKX è passato dal 20% al 14%.
Binance è cresciuto in ogni caso passando da una quota di mercato del 48% al 61% nel trading spot, risultando essere l’exchange che ha maggiormente beneficiato del fallimento di FTX. L’exchange, tra l’altro, aveva avuto un ruolo fondamentale in questa situazione, visto che era stato il Ceo CZ a far scoppiare il caso FTX, avendo postato su Twitter un annuncio in cui spiegava di aver deciso di vendere i token FTT poco prima che la piattaforma di Sam Bankman Fried fallisse ufficialmente.
Coinbase in crisi
Un altro importante exchange, soprattutto per quanto riguarda il mercato americano, Coinbase, invece, sembra non aver per niente beneficiato del fallimento di FTX. Anzi, la piattaforma ha perso ben il 51.97% in termini di volumi di trading, perdendo valore in borsa per il titolo COIN. E anche per questo ha annunciato a gennaio di voler licenziare oltre 950 dipendenti.
leggi anche
Criptovalute in crisi, perché una manipolazione illegale può dare il colpo di grazia al mercato
Oltre a COIN, anche tutti i token degli exchange come CRO, WRX, BTR e ASD sono scesi di oltre l’80% del proprio valore nel corso del 2022, ad eccezione del token LEO di Bitfinex che è invece salito del 3%.
La sicurezza degli exchange
Anche in termini di sicurezza, la bancarotta di FTX ha portato a nuovi cambiamenti e nuove prassi per gli exchange. Infatti, dopo il collasso dell’exchange, il famoso sito di CoinMarketCap ha deciso di aggiungere una nuova funzionalità per mostrare le riserve di liquidità delle piattaforme di trading: la cosiddetta Proof of Reserve (PoR).
Così, un altro “standard” è nato per gli exchange che da qualche mese a questa parte hanno infatti iniziato a pubblicare le loro PoR per dimostrare di avere fondi a sufficienza per coprire i saldi degli utenti in caso di furti, attacchi hacker, e via dicendo.
Altri blog
Schermo Viola
Di Pasquale Borriello
Finanza Sostenibile
Di Giuseppe Montalbano
The Advisor
Di Jacopo Paoletti