Crac Bio-On, ecco come gli azionisti possono recuperare i soldi persi
Marco Fabio Delzio
30 gennaio 2025
Crollo di Bio-On, startup bolognese che prometteva di rivoluzionare il settore della bioplastica. Ecco come gli investitori possono recuperare le perdite.
Bio-On, che nel suo momento di massimo splendore vantava una capitalizzazione di mercato di 1,3 miliardi di euro, è crollata nel 2019 in seguito ad un attacco del fondo attivista Quintessential Capital Management (QCM).
Il Tribunale di Bologna ha condannato i fondatori Marco Astorri e Guido Cicognani a cinque anni e due mesi di reclusione ciascuno, con l’interdizione per cinque anni dall’esercizio di attività imprenditoriali. Altri sei ex dirigenti e revisori di Bio-On sono stati condannati.
Bio-On S.p.A. è stata inoltre condannata al pagamento di una multa di 258 mila euro per responsabilità amministrativa, mentre le accuse spaziavano dalla bancarotta fraudolenta impropria alla manipolazione di mercato, fino al tentato ricorso abusivo al credito.
La storia del crac di Bio-On
La crisi di Bio-On è iniziata il 24 luglio 2019, quando QCM ha pubblicato un report dal titolo provocatorio: “Bio-On Spa: una Parmalat a Bologna?”. Il documento sollevava dubbi sulla solidità dei bilanci aziendali e sull’effettiva innovatività del polimero PHA, il brevetto attorno al quale ruotava il business della società.
Dopo il report, il titolo – all’epoca quotato sull’AIM (ora Euronext Growth Milan) – ha subito un crollo vertiginoso, lasciando migliaia di risparmiatori senza tutela. QCM aveva aperto una posizione corta sul titolo, beneficiando del suo successivo azzeramento.
Il collasso del titolo e l’impatto sugli azionisti
Questo bombardamento mediatico ha impattato violentemente sul mercato, facendo andare in fumo circa 700 milioni di euro di capitalizzazione. Infatti il titolo è precipitato da 55 a 24 euro in due giorni. Dinnanzi a tale incredibile volatilità la Consob è stata costretta a sospendere temporaneamente il titolo dalle contrattazioni. Da qui ha inizio l’irreversibile declino del titolo che ad ottobre aveva perso ormai l’82% del suo valore di mercato.
Qualche giorno dopo il titolo è stato sospeso definitivamente dalla contrattazione ed il Tribunale di Bologna ha disposto stringenti misure cautelari nei confronti del Presidente del Consiglio di Amministrazione Astorri, che ha dunque rassegnato le dimissioni da ogni carica.
Anche in questo caso, a pagarne le spese sono stati soprattutto gli azionisti retail che hanno investito sulla base di informazioni sistematicamente erronee e che si sono trovati inglobati in una bolla speculativa tra le più sorprendenti degli ultimi anni.
A detta dei maggiori esperti internazionali, sembra che fin dalla quotazione iniziale Bio-On avesse gonfiato il valore di capitalizzazione per raccogliere dal mercato i maggiori capitali possibili, ed il tutto facilitato dalle serie lacune investigative delle autorità di controllo.
Un grave problema, ad oggi, è inoltre rappresentato dalla probabile incapienza degli assets di Bio-On per garantire eventuali indennizzi ai tanti azionisti italiani.
Cosa può fare un’azionista per recuperare i soldi persi?
La soluzione più immediata e concreta per recuperare le perdite, ad oggi, è quella di agire contro le banche intermediarie che hanno venduto i titoli. È possibile sia intentare una causa ordinaria che un ricorso ACF (Arbitro per le Controversie Finanziarie) al fine di recuperare i risparmi attraverso una sentenza/decisione di condanna della banca per le responsabilità incorse in sede di vendita e di monitoraggio dei titoli.
Le banche intermediarie avrebbero infatti dovuto avvisare i clienti risparmiatori dei rischi e della grande volatilità associati ai titoli Bio-On, man mano che essi diventavano sempre più evidenti. Al contrario, in molti casi, le banche hanno venduto indiscriminatamente questi titoli al pubblico dei risparmiatori, senza alcuna cura degli interessi di questi ultimi.
Martingale Risk, oggi leader in Italia nel recupero delle perdite su investimenti finanziari, sta attualmente organizzando un’azione collettiva nei confronti degli intermediari che hanno venduto i titoli Bio-On, sia attraverso cause di gruppo che individuali.
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