Dividendi oggi: yield per Anima al 6,4% ma l’appeal va ben oltre
Lorenzo Raffo
13 aprile 2022
L’operazione Agricole-Banco Bpm coinvolge anche la società del risparmio gestito. Acquisizione da Amundi? Intanto si avvicina uno stacco interessante.
Fra poco più di un mese (il 23 maggio) avverrà per l’azione Anima Holding lo stacco di 0,28 euro del dividendo relativo all’esercizio 2021, con pagamento il successivo giorno 25. L’importo risulta in netta crescita rispetto a quanto versato negli anni precedenti (0,165 euro nel 2019 – 0,205 nel 2020 e 0,22 nel 2021). Il rendimento in corso si attesta sul 6,4%, uno dei migliori di Borsa Italiana e soprattutto uno dei più elevati in Europa nel settore del risparmio gestito. I motivi di interesse per quest’azione vanno però ben oltre il dividendo.
Buy back a 4,1077 Euro
Dal 4 all’8 aprile la società ha realizzato un acquisto di azioni proprie per 620.741 titoli ordinari al prezzo medio di 4,1077 euro, per un controvalore di 2,55 milioni di euro. A seguito di ciò e considerando quelle già detenute in portafoglio, il gruppo possiede ora 26.964.318 azioni, pari a circa il 7,3% del capitale sociale. Sui motivi dell’operazione sono circolate varie interpretazioni e qualcuno l’ha messa in relazione all’ingresso di Crédit Agricole in Banco BPM, prima azionista di Anima con il 15,44% del capitale, seguita da Poste Italiane con il 10,32%.
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Un vantaggio diretto
Il parziale matrimonio fra Crédit e Banco potrebbe comportare maggiore forza per il business di Anima, dati i forti legami con la prima anche in campo commerciale. Vige infatti un contratto di distribuzione fino al 2037, con notevoli vantaggi reciproci. Si parla di circa 45 miliardi di masse. Il problema di Anima è proprio quello di ampliare gli sbocchi in un settore sempre più concorrenziale e sottoposto a forti pressioni nella riduzione dei costi.
E un vantaggio indiretto
In realtà quello cui guarda il mercato va ben oltre. Essendo Crédit proprietaria di Amundi per una quota del 69,5%, con il resto frazionato fra azionisti nettamente minori, viene logico pensare che la concatenazione porterà a una fusione fra la stessa Amundi e Anima, il che farebbe crescere ancor più la prima, già leader europea nell’asset management. Il tutto avrebbe senso, con quella che la concorrente Intesa Sanpaolo giudica come un’operazione ricca più di opportunità che di minacce. In effetti Amundi si rafforzerebbe ulteriormente sull’importante mercato italiano, mentre Anima troverebbe sbocchi in altri Paesi leader. Tutti contenti quindi? Sembrerebbe proprio di sì, almeno sulla carta.
Un po’ di analisi tecnica
Relativamente alla quotazione di Anima le spinte ribassiste di marzo, complice la tragedia ucraina, hanno trovato un minimo assoluto intraday a 3,075 euro (7/3), da cui è ripartita una fase rialzista con l’improvviso spunto di venerdì scorso (massimo 4,39 e chiusura 4,294 euro), effetto dell’operazione Crédit-Bpm. Quanto si evidenzia è però il contatto nelle sedute più recenti con la media mobile a 200 periodi, da mesi punto di riferimento dei trend sia all’insù sia all’ingiù dell’azione. Solo una netta rottura dei 4,40 euro costituirebbe quindi un netto fattore accelerativo. Negli ultimi giorni i volumi sono risultati in calo e la prospettiva di una fase di bassa volatilità appare probabile, sebbene i target dei maggiori analisti del titolo risultino nettamente superiori rispetto alle ultime quotazioni. È evidente come il richiamo Amundi eserciti un appeal particolare. Quello di Anima è quindi un caso da seguire.
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