Dividendi Unicredit, un’occasione persa?
Lorenzo Raffo
1 febbraio 2023
Il balzo delle quotazioni di gennaio comprime il dividend yield al 5,5%, pur in presenza di un importo cresciuto dell’84%. Come seguire ora l’azione.
Il ritorno ieri ai massimi del 2018 (chiusura a 17,88 euro – apertura oggi 18,022 euro) per l’azione Unicredit è stato festeggiato con grande evidenza dai mercati ma gli indicatori tecnici – molto positivi – l’avevano già intuito nei giorni precedenti. È indubbio che se si analizza il grafico di lungo periodo si tratta di poca cosa rispetto ai valori toccati a fine anni ’90 e inizio 2000.
A quei tempi però il quadro generale della banca e quello in generale del comparto erano nettamente diversi in confronto all’epoca attuale. Ora c’è chi guarda – forse con eccesso di ottimismo – addirittura ai picchi oltre i 50 euro del 2009-2010, sperando che la pressione rialzista prosegua sull’onda del fattore decisivo per i risultati dell’istituto, ovvero l’aumento dei tassi di interesse da parte della Bce.
Buyback e dividendo, gli importi
Ricavi, margine operativo e utile netto per il 2022 sono stati eccellenti, i migliori degli ultimi dieci anni. A chi ci legge interessa però capire quali possono essere le prospettive di andamento della quotazione del titolo nel corso dei prossimi mesi. Una distribuzione complessiva di 5,25 miliardi di euro, suddivisi in 1,91 riferiti al dividendo e 3,34 al riacquisto di azioni proprie, lascia intendere che la primavera sarà sempre molto vivace per l’azione Unicredit, anche perché il buyback avverrà con due tranche, una da 2,34 miliardi ad aprile e una da 1 miliardo nella seconda metà dell’anno.
Considerando che ad aprile avverrà pure il pagamento del dividendo stimabile in 0,987 euro per azione, con una crescita dell’84% rispetto all’esercizio 2021, è chiaro che si aprono i giochi per un balletto dei rendimenti distribuiti che caratterizzerà i primi mesi del 2023.
Lo yield in corso
Naturalmente il tutto è soggetto all’approvazione da parte della Bce ma le probabilità di una revisione sono basse. Ottimismo allora? Sì ma attenzione al fatto che il “dividend yield” sta scendendo a causa della corsa del titolo. Considerando l’importo annunciato e la quotazione di chiusura di ieri si attesta sul 5,5% per chi si collocasse nella fase in corso. Sarebbe invece del 7,4% per chi si fosse piazzato sull’azione a inizio anno, in coincidenza con l’avvio di una fase rialzista che ha registrato fino a ieri 18 sedute positive e solo 4 negative.
Un 5,5% non appare entusiasmante in un contesto di rendimenti di obbligazioni elevati ma il confronto in realtà non regge, poiché per Unicredit l’ottica di investimento non sta tanto nello yield da dividendi quanto nel “total return” favorito dal buyback. Eventuali inversioni ribassiste dovranno quindi essere monitorate e colte, seguendo indicazioni grafiche ben precise. Un primo livello interessante – dopo la corsa di gennaio – risiede sui 15 euro, che però solo uno scossone dei mercati può legittimare nella fase in corso. Lì il rendimento lordo salirebbe al 6,6%, ritornando verso quella che si ipotizzava a fine 2022 la sua percentuale, sebbene non si puntasse su importi remunerativi così elevati.
Il rendimento globale allora!
È inevitabile che il mercato stia ragionando su tutte queste cifre. Con risposte però differenti. I più ottimisti parlano di un rendimento totale del 17%. Altri invece si collocano sul 14-15% ma quanto più interessa sta nel fatto che le attese di performance guardano non solo all’esercizio 2022 ma anche al 2023, ipotizzando anche per quanto verrà pagato nel 2024 importi equivalenti. Unicredit quindi diventa strategica nei portafogli impostati sul rendimento ma seguirne i prezzi lo sarà ancor più in previsione di movimenti – verosimilmente non eccessivi – su cui impostare entrate scaglionate nel corso dei prossimi tre-sei mesi.
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