Import e dogana: risparmiare si può
L’incertezza economica spinge le aziende a cercare nuove vie per la ripartenza, tra ottimizzazione di costi e tempi: ecco come la dogana e i regimi doganali possono sostenere la rinascita.
Sono stati due anni difficili, gli ultimi.
La pandemia ha scoperchiato le debolezze di una civiltà troppo debole o, forse, troppo impreparata a un presente poco scintillante e politicamente scorretto; la trasposizione del distanziamento sociale in distanziamento economico, l’accorciamento delle catene di approvvigionamento, la globalizzazione ridotta a evanescente ricordo e sostituita da una nuova globalizzazione, meno globale e più regionale; lo spostamento a est della catena del valore e i sussulti di un’economia Usa alla rincorsa del dragone cinese.
E quando assaporavamo i profumi di una primavera finalmente colorata e priva di mascherine, la stupidità umana ha dato un’ulteriore prova della propria energia, scatenando una guerra, insensata come tutte le guerre e destinata a riscrivere gli equilibri geopolitici mondiali, trasformando le rotte commerciali in un gioco d’azzardo dai costi imprevedibili.
In mezzo, schiacciate tra misure sanzionatorie e sete di sopravvivenza, resilienza e disperazione, le aziende, chiamate, ancora una volta, a ripartire.
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Quanto costa la compliance doganale
La dogana come leva di una nuova partenza
La storia siamo noi, cantava il Principe. Se le aule della politica disegnano i destini dei Paesi, le strade coperte dai passi e dai gesti degli uomini e delle donne decidono i destini della politica;
Si riparte nelle strade, nelle fabbriche, negli uffici, negli studi; si riparte nelle aziende, dove l’idea trova forma, dove il pensiero trasforma l’immateriale in reale, dove il rischio trova il proprio tesoro nella soddisfazione.
E dal canto suo, la compliance doganale, che è il nostro pane quotidiano, la materia di cui ci occupiamo giornalmente, può coadiuvare la ripartenza, se conosciuta e gestita strategicamente dalle imprese che importano o esportano, o che intendono farlo. La strategia doganale è una leva gestionale che può ridurre costi e tempi incidendo su tutte le funzioni aziendali tradizionali; la conoscenza degli strumenti doganali consente di ottimizzare i processi e di gestirne al meglio l’interazione con il ciclo aziendale.
Realtà diverse, bisogni diversi: se per la piccola e media impresa si tratta di emersione del bisogno doganale, per l’impresa di grandi dimensioni, nazionali e multinazionali di gestione del bisogno doganale, nel secondo.
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Esportazione: un nuovo modello aziendale
Regimi doganali, un’opportunità di business
Cos’è un regime doganale? In parole molto semplici, la destinazione che vogliamo dare alla merce. Business diversi, fini diversi, destinazioni diverse.
Attesa la complessità delle transazioni internazionali, la certezza del diritto e la tutela degli operatori economici affidabili hanno richiesto al legislatore dell’Unione una inevitabile semplificazione legislativa, in particolare laddove una congerie di disposizioni non sempre di immediata intelligibilità minava le scarse sicurezze di coloro che operano nel settore.
Importare beni e materie prime da destinare alla trasformazione industriale in esenzione da dazio e Iva, detenere beni allo stato estero per un tempo illimitato, inviare beni da lavorare all’estero e pagare dazio e Iva, al momento della loro reintroduzione nella Ue, solo sulla lavorazione e sul materiale extra-Ue; sono solo alcuni esempi delle sorprese che una corretta strategia doganale, basata sull’uso consapevole dei regimi doganali, può riservarci.
A proposito, per mera finalità di informazione, vediamo quali sono, i regimi doganali:
- il transito, che consente a merci non appartenenti all’Unione di circolare sul territorio doganale comunitario senza essere soggette a imposizione daziaria e misure di politica commerciale;
- il deposito, che consente di immagazzinare merci extra-Ue senza essere soggette a imposizione daziaria e misure di politica commerciale;
- la zona franca, che consente di immagazzinare merci extra-Ue senza essere soggette a imposizione daziaria e misure di politica commerciale; le zone franche sono intercluse e soggette a vigilanza doganale;
- l’ammissione temporanea, che consente a merci extra-Ue destinate alla riesportazione di essere riservate a uso particolare nel territorio doganale dell’Unione in esenzione totale o parziale dai dazi all’importazione e senza essere soggette a misure di politica commerciale;
- l’uso finale, che consente di immettere in libera pratica merci extra-Ue in esenzione da dazio o a dazio ridotto, in ragione del loro uso particolare;
- il perfezionamento attivo, che consente a merci extra-Ue di essere utilizzate nel territorio doganale comunitario in operazioni di lavorazione o trasformazione, senza l’obbligo che i prodotti compensatori risultanti dalla lavorazione o trasformazione vengano riesportati al di fuori dell’Unione europea;
- il perfezionamento passivo, che invece consente a merci dell’Unione di essere temporaneamente esportate per essere assoggettate a lavorazione o trasformazione; i prodotti compensatori ottenuti possono essere reimportati in esenzione totale o parziale da imposizione daziaria.
Di questo e di altro parliamo nella quarta puntata del podcast “Oltre i confini”, che spiega la dogana in modo semplice. Dal titolo “Import: qual è la documentazione necessaria", la puntata è disponibile cliccando play nel riquadro qui in basso.
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