Quanto costa la compliance doganale
Quanto costa la dogana? Vediamo assieme i costi, l’inserimento di dogana e supply chain in un piano di saving aziendale e come la dogana garantisca una leale concorrenza tra operatori economici.
Quanto costa la dogana?
Se risulta semplice definire l’incidenza dell’aspetto logistico e di trasporto nell’ambito di una operazione di acquisizione/cessione di beni da/verso soggetti extracomunitari, altrettanto non può dirsi per l’elemento doganale.
Sconosciuto ai più non solo nei suoi aspetti sostanziali e normativi, bensì anche in quelli meramente operativi, è ancora più difficile che dell’aspetto doganale si conoscano i costi, tesoro troppo spesso gelosamente protetto da una casta di addetti ai lavori, non sempre sufficientemente preparata.
Il legislatore doganale come specchio del cambiamento
Il mondo doganale, anche se sommerso, cambia molto velocemente. E il motore di tale cambiamento è il legislatore comunitario, che non si ferma in quanto espressione di sintesi di una congerie di interessi economici, spesso contrapposti e mal coordinati, che vedono l’elemento doganale quale imparziale (o parziale, secondo le convenienze) regolatore della correttezza dei traffici.
Certo, poi, la velocità di adeguamento di ciascuno Stato membro alle disposizioni comunitarie (per quanto, nella quasi totalità dei casi, di natura regolamentare e, quindi, immediatamente applicabili e vincolanti) non è sempre la stessa. Ciò determina una sorta di classificazione e suddivisione tra dogane di serie A e dogane di serie B, quasi mai giustificata, nella considerazione che, così come l’assoluto disinteresse, anche l’obbedienza scevra da ogni spirito critico non apporta alcun vantaggio al bene comune.
È un dato difficilmente controvertibile quello che vede, nel corso degli ultimi anni, l’Autorità doganale quale una delle amministrazioni maggiormente interessate da istanze di cambiamento tali da modificarne la stessa struttura.
Si pensi all’ormai quasi conseguita totale informatizzazione delle attività; al sempre crescente interesse ad attività di natura extratributaria, dettato proprio dall’idea di una dogana vigile, attenta e inflessibile per la sicurezza dei cittadini e la correttezza degli scambi; alla recente introduzione delle disposizioni costituenti il cosiddetto “emendamento Sicurezza”, che ha certificato il deciso spostamento di interesse sulle questioni di sicurezza internazionale; alla continua modifica della struttura organizzativa interna, in particolare a livello locale.
La globalizzazione dei mercati, la delocalizzazione delle attività produttive, la necessità di riduzione dei costi che la crisi economica ha imposto, certo in diversa misura, a tutti gli operatori commerciali, hanno portato all’attenzione dei principali soggetti economici l’elemento dogana quale inevitabile e ineliminabile momento, spesso fondamentale, nella catena di approvvigionamento di beni.
Il compito della dogana
I più continuano a vedere nel funzionario di dogana la reincarnazione del gabelliere di antica memoria, il cui unico scopo è rimpinguare le esangui casse delle finanze statali (oggi comunitarie).
La dogana si propone, al contrario, quale partner istituzionale degli operatori economici, in grado di controllare la regolarità e la sicurezza degli scambi, e garantire, in tal modo, una effettiva leale concorrenza, nell’interesse economico pubblico e privato.
Non più, quindi, solo l’arcigno custode dell’Erario comunitario, ma spesso così è vista. D’altro canto, essendo la principale autorità pubblica coinvolta nelle operazioni di import/export, viene additata quale summa di tutte le possibili colpe della pubblica amministrazione, senza riconoscerne gli effettivi meriti e sforzi che, nel rispetto dei propri compiti istituzionali, pone in essere per non venire individuata quale causa di intralcio alla celerità dei traffici.
Quanto costa la compliance doganale
La domanda che ci ponevamo all’inizio, quando costa la dogana, è mal posta. È più corretto parlare dei costi della compliance doganale e, quindi, dei vantaggi che offre la dogana come fattore di business.
La partnership tra autorità doganale e operatori economici si declina, nella quotidiana realtà, in un antico e bieco baratto: benefici in cambio di informazioni. Nel virtuale mondo moderno, il potere sorride a chi le padroneggia. La gigantesca rete che ci avvolge, condizionando liberamente i nostri voleri, cerca vorace di sottrarci, più o meno legalmente, più o meno cortesemente, ogni sorta di dato. Naturale che anche le pubbliche autorità (legalmente) facciano altrettanto.
In un periodo dove la gestione strategica del commercio internazionale è fondamentale per la ripresa e per la crescita economica, la compliance e il risk management devono essere validi alleati per ridurre ritardi e aumentare la sicurezza della supply chain.
Ma, quindi, quanto costa la compliance doganale? La risposta è “nulla”.
O, più precisamente, costa lo sforzo di elevare il processo doganale al livello degli altri processi aziendali, riconoscendogli quella dignità che il legislatore dell’Unione chiede, invocando la sua governance aziendale.
Costa lo sforzo di farsi riconoscere soggetto affidabile dall’autorità doganale, conseguendo l’unica autorizzazione “soggettiva” oggi riconosciuta dalla normativa Ue: l’autorizzazione allo status di operatore economico autorizzato (Aeo) per prepararsi al quale è possibile seguire il webinar gratuito del 14 giugno alle h. 10.30 tenuto proprio da chi vi sta scrivendo.
Come import e supply chain possono inserirsi in un piano di saving
Dogana e supply chain, quindi, possono fondersi in un disegno di gestione del rischio e di risparmio sui costi insieme ad altri elementi. Potete approfondire questo tema ascoltando la terza puntata del podcast “Oltre i confini”.
Basta cliccare play nel box qui sotto, per ascoltare il terzo episodio del primo compendio doganale in formato audio.
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