Sfida diabolica: Us Treasuries contro azioni Apple e Microsoft. Chi vince?
Lorenzo Raffo
20 gennaio 2023
Le due leader della tecnologia scontano una recessione ma sono ancora care. I T-Note proteggono di più, per lasciare spazio alle “rivali” nel medio termine.
Disponete di liquidità in dollari? Volete investire a Wall Street? È inevitabile effettuare allora un confronto fra titoli di Stato Usa e big azionarie d’oltre Oceano. Con il T-Bond decennale al 3,4% l’alternativa è più realistica di quanto forse non si creda. Anche perché la curva dei rendimenti dei governativi inclinata ancora al ribasso rende concreto il timore di una recessione e suggerisce prudenza.
Confronto di numeri
Iniziamo esaminando quanto è successo nell’ultimo anno in termini di performance. Il rendimento del T-Bond con scadenza dieci anni ha guadagnato circa l’80%, in presenza di uno dei maggiori movimenti al ribasso delle quotazioni nell’ultimo ventennio. L’azione Apple ha nel frattempo perso il 20% e quella Microsoft il 22%. Entrambe sono deboli. La prima solo da inizio gennaio è riuscita a ritrovare forza, passando timidamente sul “buy” in base agli indicatori tecnici “daily”, sebbene sia impostata su uno “strong sell” analizzandola su cadenza “weekly”. Il quadro grafico di Microsoft resta invece improntato allo “strong sell” su tutte le frequenze temporali. Il panorama appare quindi fragile, nonostante il trend al rialzo dei mercati nelle due prime settimane del 2023.
Beni rifugio?
In effetti gli investitori guardano ad Apple e Microsoft con occhi diversi rispetto al passato. Nell’ultimo decennio erano un rifugio rispetto alle politiche monetarie ultra espansive della Fed e all’eventuale irrompere di inversioni ribassiste a Wall Street. Ora non è più così, poiché il premio al rischio che le caratterizza è meno competitivo pur in presenza di cali delle quotazioni. Si valuta infatti che, malgrado tutto, siano ancora care.
Apple presenta un quadro finanziario solido, sebbene stia bruciando cash flow, che è in calo rispetto agli ultimi anni. I margini operativi sono fra i migliori in assoluto nell’azionario tecnologico Usa ma il p/e (rapporto prezzo/utili) sui 22 suggerisce di entrare sul titolo in presenza di possibile ulteriore debolezza. Microsoft mostra un quadro finanziario migliore, grazie a un debito nettamente inferiore rispetto al cash detenuto, e ha inoltre margini operativi molto buoni, sebbene il p/e si attesti su 25. L’analisi fondamentale risplende malgrado tutto ma quella tecnica resta problematica, nel timore che una crisi dell’economia porti per entrambe a un rallentamento dei fatturati. Si consideri infine che l’aumento dei tassi condizionerà i risultati nel corso del 2023.
Primo gli uni e poi le altre
E allora? I grafici nella fase in corso premiano le scadenze corte dei titoli di Stato Usa. Con rendimenti al 4,8% su scadenze sei mesi e al 4,6% su un anno sono la risposta alla situazione di incertezza dei mercati. Quando arriveranno però a scadenza imporranno inevitabilmente una scelta fra switchare su altri Treasuries – più lunghi – o traslare sulle azioni tecnologiche. Al momento la seconda ipotesi appare in prospettiva più favorevole, perché probabilmente la recessione sarà quasi un ricordo. In caso contrario i governativi di Washington resteranno una buona soluzione, imponendo però un progressivo passaggio a scadenze più lunghe.
Come muoversi
Su Borsa Italiana non è quotata una maturity Usa a dieci anni nella fase in corso. È un’anomalia che impone di scegliere in alternativa il T-Bond 5,375% Fb31 Usd (Isin US912810FP85): quota attualmente sui 111,8 $ contro un minimo a un anno a 106,8 $ e un massimo a 131,1 $. Un livello interessante di acquisto è fra 107 e 109 $. Attraente solo in termini di quotazione l’opzione di un trentennale o quasi, quale il T-Bond 2% Fb50 Usd (Isin US912810SL35), che si compra sui 72 $. La soluzione migliore? Il T-Note 1,25% Ag24 Usd (Isin US912828YE44): rende attualmente il 4,3% e si paga sui 95 $.
L’azione Apple (chiusura ieri a 135,27 $) si sta muovendo fra il supporto di 129,5 $ e la resistenza di 142,2 $. Un livello interessante di acquisto volendo essere ribassisti? Sui 115 $.
L’azione Amazon (chiusura ieri a 93,68 $) si trova in un quadro grafico simile, in movimento fra il supporto degli 83 $ e la resistenza dei 101,8 $. Un livello interessante di acquisto? Fra 80 e 86 $.
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