Yield oggi: i proventi li dà il litio senza quasi pagare dividendi
Lorenzo Raffo
15 giugno 2022
Un modo diverso di creare rendimenti: sta nel puntare su temi ad alte potenzialità di crescita. Le azioni di un metallo iper gettonato.
Basta benzina e basta gasolio per auto e piccoli veicoli commerciali a partire dal 2035; la decisione un po’ contestata presa dall’Unione europea va invece nella direzione giusta, malgrado l’opposizione di parte dei costruttori. Comporta logicamente dei cambiamenti strutturali per l’offerta, il che è aggravato dal fatto che ci siano non pochi problemi nella catena a monte dei rifornimenti e soprattutto per l’affidabilità ed economicità dei mezzi elettrici.
Da tutto questo esce vincitrice una categoria di componenti, quella delle batterie al litio, che permettono di accumulare grandi quantità di energia prodotta da fonti rinnovabili: sono più piccole, più potenti, meno pesanti, riescono a erogare tanta energia e sono ricaricabili per lungo tempo. Di qui la disperata ricerca del litio e l’interesse crescente per le aziende attive nel settore. Quindi – in ambito finanziario – per le “lithium stocks”, società specializzate nell’estrazione del litio e nella fornitura ai produttori delle specifiche batterie.
Dividendi? No
Sono varie le azioni specialiste nel trattamento di questo minerale, divenuto prezioso, al punto tale che alcuni Paesi produttori ne stanno nazionalizzando le riserve. Se ne prevedono ottime prospettive di “total return” nei prossimi anni, sebbene sottoposte logicamente a violente pressioni rialziste e ribassiste. In questo caso non si tratta di una ricerca di dividendi puri – impediti spesso dai costi elevati di sviluppo dei business e contenuti in yield massimi dello 0,7%, quindi marginali – ma dalla sommatoria fra performance e prospettive future di profitti.
Performance? Sì
Vediamo i numeri di alcune delle leader del litio iniziando dalla volatilità, termometro della turbolenza dei trend di mercato. Nel caso della statunitense Albemarle (Nyse ALB – specialista nell’estrazione di litio e attiva in vari comparti della catena del valore di questo minerale) il relativo dato su base annuale si attesta al 54%. Per far un esempio Apple si limita al 24,6% e Microsoft al 27%. Albermarle sta quindi al doppio, fatto importante per chi cerca profitti allo stato puro.
Sociedad Química y Minera de Chile (Nyse SQM – sede in Cile – è uno dei maggiori estrattori mondiali di litio soprattutto dalle miniere di Salar de Atacama nell’omonimo deserto situato nel nord del Cile) sale quasi al 60% su base annua, mentre Livent Corp. (Nyse LTHM – società Usa con attività estrattive specialmente in Argentina e in Canada) supera le precedenti azioni collocandosi al 70%. Infine Lithium Americas (Nyse LAC - attualmente non genera redditi, poiché sta costruendo siti di estrazione del litio in Argentina con il partner cinese Ganfeng Lithium e conducendo uno studio di fattibilità in un altro sito nel Nevada settentrionale) batte tutti con una volatilità all’80%. Questi numeri fanno capire come la speculazione stia colpendo forte sul settore, in una fase di crescita presumibilmente esponenziale del relativo business.
Uno sguardo a profitti e grafici
Buoni i margini operativi di Albemarle ma il debito del gruppo risulta elevato. Situazione eccellente invece per Sociedad Química y Minera de Chile, i cui “operating margin” salgono quasi al 45%, con un debito alto ma ampiamente compensato dalla capacità di produrre cash. Livent è più indietro ma è anche una società con uno storico minore. Lithium Americas in conclusione deve ancora scoprire le sue reali potenzialità. Analizzando i trend di Borsa per le prime tre si nota che:
- Albemarle è scesa di una cinquantina di dollari dai massimi di fine maggio (chiusura ieri a 223,3 Usd) e nel caso di ulteriore correzione è interessante la zona fra 170 e 185 Usd, in cui si è mossa alla fine dello scorso inverno. Gli indicatori tecnici indicano ancora potenzialità correttive nel breve termine e proprio l’ultima quotazione fa da spartiacque fra area di ulteriore cedimento o all’opposto di rimbalzo.
- Grafica più favorevole per Sociedad Química y Minera de Chile, che ha più che raddoppiato di quotazione da inizio anno. Inevitabile una fase di debolezza nelle ultime sedute (chiusura ieri a 93,26 Usd) contro un massimo a 113,7 del 27 maggio e in questo caso il riferimento da monitorare sta negli 87,4 Usd.
- Molto più volatile Livent, che ha registrato due massimi storici abbastanza vicini nel corso del 2022 fra 32,4 e 34,5 Usd (chiusura ieri a 25,56 Usd), scendendo nell’ultima seduta a contatto con la media mobile a 200 sedute. Un interessante livello di entrata si colloca sui 19,9 Usd.
L’attenzione per il metallo forse non prezioso ma super prezioso alimenta un mercato vivacissimo, per ora parco di dividendi ma campione di una strategia improntata soprattutto a un “total return” potenzialmente elevato. La debolezza dei mercati negli ultimi giorni in questo può essere ancor più un aiuto.
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